Woodstock
L’essere umano sta cercando da tempo la verità, il segreto della vita, dell'arte, del prendi e del mettila da parte.
La vita, invece, sta aspettando che l’uomo viva, magari in un talent show in prossimità di Piero Pelù e Raffaella Carrà, se gli va bene, peggio se capita con la Carlucci. Usa pannolini igienici scadentissimi. Oggi, care e cari miei dunque tutto d'un fiato, è importante apparire, che ti riconoscano per strada, che tutto funzioni. Io ho un amico che crede a tal punto nella superiorità tecnologica delle macchine tedesche, che ha fatto testamento a favore della Volkswagen. |
Non
saprei dirvi che cosa è la verità, ma so che anche io da giovane sarei voluto morire
giovanissimo a Woodstock, da eroe dell'anarchia, per essere scoperto fra mille anni,
mummificato, vicino ai resti fossili di una chitarra elettrica di gran marca. I media direbbero: "Scoperto a Woodstock da un musicologo-archeologo, un antico hippy, vicino ai resti fossili di una Fender Stratocaster. Che strumento! Potrei giurare sui Led Zeppelin che sarebbe ancora accordata.
Quella è stata un'esperienza degna di Maga Magò, Mister Magù e Re Artù, che rimpiango come il cacio sui maccheroni. Ma chi rimpiangerà Arisa, fra dieci anni? E' colpa di Allen Ginsberg, di Jukeboxe all’Idrogeno, del fumo, dei gruppi di auto coscienza e auto conoscenza, sul grande prato verde dove nascono speranze, che si chiamano ragazzi, quello è il grande prato dell’amore…zanzan, e vai!”
Ricordi, comunque, in quest’ottica, io ero il fondatore dei Pellegrini dell’LSD, a limite, cioè, organizzavo le Carovane della Pace. Caricavo la banda di turno sul furgo arancio Wolkswagen di mio padre con la ruota di scorta davanti e li portavo ai festival. Io ci guadagnavo poco e niente, lo facevo come secondo lavoro, anche se il primo non l’ho mai avuto.
Arriviamo a Woodstock e lasciamo il furgone Volkswagen arancione con tutte le ruote bucate, e quella di scorta che piange perché vuole la sua dose, in un parcheggio non custodito a pagamento, dove ti rubano la macchina e ti lasciano la multa.
Ci facciamo subito delle canne. Un mucchio di roba, ma talmente tanta da oscurare il cielo, così la massa inizia a cantare “Cielo grigio su, cielo grigio su…”
Ecco le prime visioni, senza sbigliettamento ANIC-AGIS: Janis Joplin è nuda, mi abbraccia e mi sussurra: “Sono io la tua eroina!”
“No, sono io", grida un’altra voce. E' Giovanna D’Arco, che brucia sul rogo nella sua armatura a fiorellini provenzali. La prima hippy al cartoccio della storia!
Ohi, niente scandali, per noi non esistevano regole e ognuno si faceva la religione che preferiva!
A tal proposito, arriva poi uno con i capelli lunghi fino alle cavigle, si mette a cantare, accompagnandosi con un sitar: “Io, vagabondo che son io… soldi in tasca non ne ho, ma lassù mi è rimasto Dio..."
Ne arriva un altro: “Dio è morto ai bordi delle strade, Dio è morto…”
Oh, ragazzi, mettetevi d’accordo! L’allucinazione successiva mi spiega il rebus.
Sembra un guru semiarabo, con lunghi capelli azzimi e la barba semitica: “Lasciate ogni cosa e seguitemi, vi farò pescatori d’uomini.”
“Ma ci vorranno delle canne da pesca grosse come il baobab di Golia!!!”
E cosi... canna da pesca, canna fumaria, canna-bis, canna-tris, ci siamo fumati sei metri quadrati di prato!
Millesimo tiro e chi ti vedo? Un guru calvo, in perizoma, con il faccione sorridente, a torso nudo e un pancione enorme. SI siede incrocia le gambe e dice: “Lasciate ogni cosa e seguitemi, vi farò pescatori d’uomini. “
“Sei fuso? Me l’hai già detto il tuo collega dieci minuti fa!”
“Allora aggiungo che la vita è dolore e ti regalo questa torcia elettrica.”
“Ne ho già una per questa notte…”
“Ma questa è a fiori e ti da la vera illuminazione. Se non ti piace, ti dono una cavia boliviana…”
“Ma le cavie non sono peruviane?”
“Sì, ma questa è comunista. Ha fatto la guerriglia col Che ed ha scritto trentadue righe del famoso diario. Puoi sempre rivenderla!”
“Ohi, per chi mi prendi? Il Che è un mito! Io sono un mitomane, un figlio dei fiori, mica un figlio d’ape ignota!”
Va beh, la nostra base religiosa era la rivoluzione sessuale; in quella magica estate del ’69 c’era una ressa pazzesca, se entravi in un’ammucchiata lo facevi a tuo rischio e pericolo.
C’erano tipe che scopavano facendo sciarpe all’uncinetto e avevano orgasmi a punto croce! I preti dissidenti olandesi si baciavano fra loro, ma poi si pentivano e si facevano il segno della croce a pugno chiuso.
Ricordo una ragazza di Chicago che stava partorendo sul prato! Le nasce un bambino negro! E la sua amica: “Adesso tuo marito capirà che gli ha messo le corna!”
E lei: “Come potevo sapere? L’altro non si è mai tolto il cappello!”
Così, venerdì 15 agosto alle 17 e 07, inizia a suonare Richie Havens e io inizio a mangiare un panino wurstel e crauti, vicino a una tipa grassoccia. E’ pazza: col caldo che fa indossa un sari indiano trasparente su una pelliccia! Poi capisco che non si è depilata.
“Che strano odore…”, le dico.
“Mi piace inebriarmi di profumi lontani.”
“Ma dove vivi tu usano tanto concime nei campi?”
Non capisce, mi guarda, le piaccio. Capisco, la guardo, non mi piace. Mi si butta addosso, me lo morde, senza tanti complimenti, tento di stapparglielo di bocca, ma i suoi denti restano attaccati al panino, come incollati. Qualche boccone, con gli occhi lacrimosi pieni di romantica gratitudine, poi mi butta le braccia al collo, ancora masticando: “Dammi un bacio, sono tua!”
“Ma no, che la proprietà privata è un furto!”
Ormai sono avvinghiato ad una inglese con la bocca ripiena di wurstel e cavoli acidi, così strabica che facendo l’amore con me, il ragazzo vicino si alza e dice: ”Okay, vengo anche io!”
Approfitto della confusione e telo: “Continuate pure, io vado a prendermi una birra.”
E lei: “Torna presto, aspettiamo per il rapporto orale.”
“Guarda, preferisco scriverti, o mandarti una diapositiva.”
La rividi alle quattro del mattino. Era entrata in un giro di hippy tirolesi che veniva solo cantando yodel.
Eolo respirava lungo, iniziava a piovere. Sul palco c'erano i Mamas & Papas e io non me li filavo, perché sono il figlios e i ciocchi familiari mi mandano fuori! La tipa successiva mi colpì per il suo accanimento nel difendere il suo asciugamano con su stampato il numero 68! Grande combattente la mia nuova visione, una vera ardita della tintarella, bevitrice di oscure miscele capitalistico-rivoluzionarie.
Non era bella, non era giovane, non era interessante, aveva una voce afona e mascolina, una di quelle donne conturbanti, più turbanti che con, che prima o poi spingeranno Alberoni a scrivere "Innamoramento e Pentimento". Il suo corpo, non tra i più freschi ed elastici del mondo, prometteva però grandi emozioni a chi avesse saputo leggere tra le rughe.
La mia confusione s'accrebbe quando mi disse, cigolando: "Ragazzo, sono un po' umida, hai un ombrello per riparare il mio Cuba Libre?" Disse, senza togliersi nè gli occhiali neri, né il mono kini.
Nella sua affermazione capii che non aveva ancora aperto le porte della percezione. Mi sedetti accanto a lei per riparare il bicchiere con il mio impermeabile, stanco morto. Languidamente mi prese la mano e mi pregò: "Accarezzami le tette e baciami, in cubano."
Una proposta repentina che odorava di trappola femminista. Per non rischiare, le baciai la mano e svenni, mentre lei mi sussurrava solo due parole, ma tipicamente italiane. A Woodstock non c’era proprio educazione, figurarsi quella sessuale: alla fine invece di dirti almeno grazie, ti auguravano va fan’ culo.
Mi risvegliò una ragazza portoghese, ballando sulla mia faccia a passo di samba: "Sei proprio a terra", disse, "tirati su e prova questa”. Era bianca, da far passare per il naso. Snif, snaf, snuf!
"Ma che schifo sta coca!"
"Non è coca, è polvere di marmo, è più pesante ma se ti becca la polizia non finisci dentro…"
Per fortuna arrivarono Acqua Chiara e Ciocorì. I miei amici italiani. Prima di conoscerci, Acqua Chiara era un moderato: niente sesso, alcool, droga, ogni mattina a messa. I problemi iniziarono quando uscì dal seminario. Acqua Chiara, più che sogni d’onnipotenza aveva incubi d’impotenza.
Acqua Chiara, più che sogni d’onnipotenza aveva incubi d’impotenza.Con le donne era sfigatissimo. Da piccolo, giocava al dottore, ma gli toccava sempre spingere la barella. Una volta gli ho chiesto: "Ma almeno lo sai cosa sono gli spermatozoi"?
"Certo, dammi l’agenda che ti faccio uno schizzo.”
Trovava sempre delle tipe molto comprensive. Lui stava zitto anche se sapeva cinque lingue: tanto parlava lei che ne sapeva solo una. Acqua Chiara voleva fare il giro del mondo, ma loro volevano andare sempre da un’altra parte.
Una sera mi fa: "Dicono che noi hippy saremo presto una razza in via d’estinzione…”
“Visto che non trovi la tipa giusta, potresti accoppiarti con una foca monaca.”
E lui: “Non posso, le foche monache fanno voto di castità.”
Ciocorì era una ragazza negra, figlia di un re cannibale. Lei, però, era vegetariana ed allevava leoni che mangiavano solo lenticchie!
Era golosissima. Appena la vedevamo arrivare, mettevamo il lucchetto alle ciambelle.
In amore era coraggiosa come una persiana, sbatteva solo quando c’era vento, ma almeno le piaceva cucinare.
“Ieri ho fatto il risotto al Barolo, ma che casino fare entrare i chicchi nella bottiglia.”
Arrivando dall’Africa, a volte era disorientata e non riusciva ad attraversare la strada: le avevo detto che si può solo dove ci sono le zebre.
Soffriva di depressione ma io volevo filarmela, così un pomeriggio le sussurrò: “E’ roba okay, te la godi, te la fumi con gli occhi chiusi."
"Hai ragione, il dottore ha detto che se voglio guarire, la droga non devo più vederla!"
Anche a voi farebbe bene non vederla più, guardate come vi siente ridotti! Vi rendete conto di vivere in un mondo allucinante e sempre più virtuale, non riesco a sopportarvi neanche io, che vengo dagli allucinogeni. Io almeno, vendendo la mariagiovanna, ho comprato una villa ad Alassio, perché per noi hippy quello che conta è l'elemento spirituale. Vi lascio, infine, con una meditazione: quando la Luna entrerà nella settima casa, Giove si allineerà con Marte, Saturno farà quadrato con Nettuno, Venere si congiungerà con Mercurio e Plutone, come sempre, s’incazzerà un casino! Buone corna mitologiche, a tutti!
Quella è stata un'esperienza degna di Maga Magò, Mister Magù e Re Artù, che rimpiango come il cacio sui maccheroni. Ma chi rimpiangerà Arisa, fra dieci anni? E' colpa di Allen Ginsberg, di Jukeboxe all’Idrogeno, del fumo, dei gruppi di auto coscienza e auto conoscenza, sul grande prato verde dove nascono speranze, che si chiamano ragazzi, quello è il grande prato dell’amore…zanzan, e vai!”
Ricordi, comunque, in quest’ottica, io ero il fondatore dei Pellegrini dell’LSD, a limite, cioè, organizzavo le Carovane della Pace. Caricavo la banda di turno sul furgo arancio Wolkswagen di mio padre con la ruota di scorta davanti e li portavo ai festival. Io ci guadagnavo poco e niente, lo facevo come secondo lavoro, anche se il primo non l’ho mai avuto.
Arriviamo a Woodstock e lasciamo il furgone Volkswagen arancione con tutte le ruote bucate, e quella di scorta che piange perché vuole la sua dose, in un parcheggio non custodito a pagamento, dove ti rubano la macchina e ti lasciano la multa.
Ci facciamo subito delle canne. Un mucchio di roba, ma talmente tanta da oscurare il cielo, così la massa inizia a cantare “Cielo grigio su, cielo grigio su…”
Ecco le prime visioni, senza sbigliettamento ANIC-AGIS: Janis Joplin è nuda, mi abbraccia e mi sussurra: “Sono io la tua eroina!”
“No, sono io", grida un’altra voce. E' Giovanna D’Arco, che brucia sul rogo nella sua armatura a fiorellini provenzali. La prima hippy al cartoccio della storia!
Ohi, niente scandali, per noi non esistevano regole e ognuno si faceva la religione che preferiva!
A tal proposito, arriva poi uno con i capelli lunghi fino alle cavigle, si mette a cantare, accompagnandosi con un sitar: “Io, vagabondo che son io… soldi in tasca non ne ho, ma lassù mi è rimasto Dio..."
Ne arriva un altro: “Dio è morto ai bordi delle strade, Dio è morto…”
Oh, ragazzi, mettetevi d’accordo! L’allucinazione successiva mi spiega il rebus.
Sembra un guru semiarabo, con lunghi capelli azzimi e la barba semitica: “Lasciate ogni cosa e seguitemi, vi farò pescatori d’uomini.”
“Ma ci vorranno delle canne da pesca grosse come il baobab di Golia!!!”
E cosi... canna da pesca, canna fumaria, canna-bis, canna-tris, ci siamo fumati sei metri quadrati di prato!
Millesimo tiro e chi ti vedo? Un guru calvo, in perizoma, con il faccione sorridente, a torso nudo e un pancione enorme. SI siede incrocia le gambe e dice: “Lasciate ogni cosa e seguitemi, vi farò pescatori d’uomini. “
“Sei fuso? Me l’hai già detto il tuo collega dieci minuti fa!”
“Allora aggiungo che la vita è dolore e ti regalo questa torcia elettrica.”
“Ne ho già una per questa notte…”
“Ma questa è a fiori e ti da la vera illuminazione. Se non ti piace, ti dono una cavia boliviana…”
“Ma le cavie non sono peruviane?”
“Sì, ma questa è comunista. Ha fatto la guerriglia col Che ed ha scritto trentadue righe del famoso diario. Puoi sempre rivenderla!”
“Ohi, per chi mi prendi? Il Che è un mito! Io sono un mitomane, un figlio dei fiori, mica un figlio d’ape ignota!”
Va beh, la nostra base religiosa era la rivoluzione sessuale; in quella magica estate del ’69 c’era una ressa pazzesca, se entravi in un’ammucchiata lo facevi a tuo rischio e pericolo.
C’erano tipe che scopavano facendo sciarpe all’uncinetto e avevano orgasmi a punto croce! I preti dissidenti olandesi si baciavano fra loro, ma poi si pentivano e si facevano il segno della croce a pugno chiuso.
Ricordo una ragazza di Chicago che stava partorendo sul prato! Le nasce un bambino negro! E la sua amica: “Adesso tuo marito capirà che gli ha messo le corna!”
E lei: “Come potevo sapere? L’altro non si è mai tolto il cappello!”
Così, venerdì 15 agosto alle 17 e 07, inizia a suonare Richie Havens e io inizio a mangiare un panino wurstel e crauti, vicino a una tipa grassoccia. E’ pazza: col caldo che fa indossa un sari indiano trasparente su una pelliccia! Poi capisco che non si è depilata.
“Che strano odore…”, le dico.
“Mi piace inebriarmi di profumi lontani.”
“Ma dove vivi tu usano tanto concime nei campi?”
Non capisce, mi guarda, le piaccio. Capisco, la guardo, non mi piace. Mi si butta addosso, me lo morde, senza tanti complimenti, tento di stapparglielo di bocca, ma i suoi denti restano attaccati al panino, come incollati. Qualche boccone, con gli occhi lacrimosi pieni di romantica gratitudine, poi mi butta le braccia al collo, ancora masticando: “Dammi un bacio, sono tua!”
“Ma no, che la proprietà privata è un furto!”
Ormai sono avvinghiato ad una inglese con la bocca ripiena di wurstel e cavoli acidi, così strabica che facendo l’amore con me, il ragazzo vicino si alza e dice: ”Okay, vengo anche io!”
Approfitto della confusione e telo: “Continuate pure, io vado a prendermi una birra.”
E lei: “Torna presto, aspettiamo per il rapporto orale.”
“Guarda, preferisco scriverti, o mandarti una diapositiva.”
La rividi alle quattro del mattino. Era entrata in un giro di hippy tirolesi che veniva solo cantando yodel.
Eolo respirava lungo, iniziava a piovere. Sul palco c'erano i Mamas & Papas e io non me li filavo, perché sono il figlios e i ciocchi familiari mi mandano fuori! La tipa successiva mi colpì per il suo accanimento nel difendere il suo asciugamano con su stampato il numero 68! Grande combattente la mia nuova visione, una vera ardita della tintarella, bevitrice di oscure miscele capitalistico-rivoluzionarie.
Non era bella, non era giovane, non era interessante, aveva una voce afona e mascolina, una di quelle donne conturbanti, più turbanti che con, che prima o poi spingeranno Alberoni a scrivere "Innamoramento e Pentimento". Il suo corpo, non tra i più freschi ed elastici del mondo, prometteva però grandi emozioni a chi avesse saputo leggere tra le rughe.
La mia confusione s'accrebbe quando mi disse, cigolando: "Ragazzo, sono un po' umida, hai un ombrello per riparare il mio Cuba Libre?" Disse, senza togliersi nè gli occhiali neri, né il mono kini.
Nella sua affermazione capii che non aveva ancora aperto le porte della percezione. Mi sedetti accanto a lei per riparare il bicchiere con il mio impermeabile, stanco morto. Languidamente mi prese la mano e mi pregò: "Accarezzami le tette e baciami, in cubano."
Una proposta repentina che odorava di trappola femminista. Per non rischiare, le baciai la mano e svenni, mentre lei mi sussurrava solo due parole, ma tipicamente italiane. A Woodstock non c’era proprio educazione, figurarsi quella sessuale: alla fine invece di dirti almeno grazie, ti auguravano va fan’ culo.
Mi risvegliò una ragazza portoghese, ballando sulla mia faccia a passo di samba: "Sei proprio a terra", disse, "tirati su e prova questa”. Era bianca, da far passare per il naso. Snif, snaf, snuf!
"Ma che schifo sta coca!"
"Non è coca, è polvere di marmo, è più pesante ma se ti becca la polizia non finisci dentro…"
Per fortuna arrivarono Acqua Chiara e Ciocorì. I miei amici italiani. Prima di conoscerci, Acqua Chiara era un moderato: niente sesso, alcool, droga, ogni mattina a messa. I problemi iniziarono quando uscì dal seminario. Acqua Chiara, più che sogni d’onnipotenza aveva incubi d’impotenza.
Acqua Chiara, più che sogni d’onnipotenza aveva incubi d’impotenza.Con le donne era sfigatissimo. Da piccolo, giocava al dottore, ma gli toccava sempre spingere la barella. Una volta gli ho chiesto: "Ma almeno lo sai cosa sono gli spermatozoi"?
"Certo, dammi l’agenda che ti faccio uno schizzo.”
Trovava sempre delle tipe molto comprensive. Lui stava zitto anche se sapeva cinque lingue: tanto parlava lei che ne sapeva solo una. Acqua Chiara voleva fare il giro del mondo, ma loro volevano andare sempre da un’altra parte.
Una sera mi fa: "Dicono che noi hippy saremo presto una razza in via d’estinzione…”
“Visto che non trovi la tipa giusta, potresti accoppiarti con una foca monaca.”
E lui: “Non posso, le foche monache fanno voto di castità.”
Ciocorì era una ragazza negra, figlia di un re cannibale. Lei, però, era vegetariana ed allevava leoni che mangiavano solo lenticchie!
Era golosissima. Appena la vedevamo arrivare, mettevamo il lucchetto alle ciambelle.
In amore era coraggiosa come una persiana, sbatteva solo quando c’era vento, ma almeno le piaceva cucinare.
“Ieri ho fatto il risotto al Barolo, ma che casino fare entrare i chicchi nella bottiglia.”
Arrivando dall’Africa, a volte era disorientata e non riusciva ad attraversare la strada: le avevo detto che si può solo dove ci sono le zebre.
Soffriva di depressione ma io volevo filarmela, così un pomeriggio le sussurrò: “E’ roba okay, te la godi, te la fumi con gli occhi chiusi."
"Hai ragione, il dottore ha detto che se voglio guarire, la droga non devo più vederla!"
Anche a voi farebbe bene non vederla più, guardate come vi siente ridotti! Vi rendete conto di vivere in un mondo allucinante e sempre più virtuale, non riesco a sopportarvi neanche io, che vengo dagli allucinogeni. Io almeno, vendendo la mariagiovanna, ho comprato una villa ad Alassio, perché per noi hippy quello che conta è l'elemento spirituale. Vi lascio, infine, con una meditazione: quando la Luna entrerà nella settima casa, Giove si allineerà con Marte, Saturno farà quadrato con Nettuno, Venere si congiungerà con Mercurio e Plutone, come sempre, s’incazzerà un casino! Buone corna mitologiche, a tutti!