NUOVA METROPOLIS
Sulla estrema vetta del deserto, si affollano i secoli. Narrano gesta leggendarie di mediocri eroi, persi nel fluire del tempo. Sono storie ardite, insensate, vane, feroci, crudeli... antiche come l'avvento del giorno. E il mondo dell’apparenza è in attesa del Bianco Cavaliere Kalki.
Ciao bastardi! Figlie e figli del serpente, l’avete voluta la dolce mela, la grande mela del Male?! No? Ve l’hanno appioppata a tradimento nel pioppeto primordiale, certo, però adesso dovete sbucciarla e sucarvela tutta, questa Babilonia la Grande! Avete un frullato di encefalo definitivamente provvisorio, già in viaggio verso il nulla assoluto e illimitatamente infinito. |
In viaggio verso il macero, come l’integrità mentale, provvisoria come l’illusione, come l’abrasione, l’affezione, l’adesione, l’acetone, l’adozione, l’acquazzone, l’accumulazione, l’adulazione, l’adorazione, l’alluvione, l’agitazione, l’ambizione, l’afflizione, l’amicone, il bombolone, il ceffone con l’ovazione! Tu, miscredente peccatore senza anima e senza cuore, non sarai provvisoriamente, ma eternamente condannato a essere schiaffeggiato davanti a un uditorio che applaude! Bastardi obnubilati che volete apparire a tutti i costi in tivù, come i santi appaiono ai pastorelli, sarete per sempre malmenati! Consolatevi, ben presto sulla terra comparirà un nuovo Adolf Hitler, molto più deciso dello stregone originale. Per prima cosa abolirà il Natale e il presepe, pericolosa adunata sediziosa!
Pari o dispari? Pari. Dispari. Alle bombe del cannon, bim, bum, bam! Ho vinto! Una vittoria provvisoria, provvisoria come l’occupazione, l’inflazione e la democrazia nella quale crede ormai solo l’Annamaria. Ma chi è sta Annamaria? La mia donna, che non avendo il coraggio di lasciarmi si è fatta operare e adesso si chiama Ugo. E tu, tu, bastardina, bastardino, sei etero, omo, lesbo, travest, trans, mutante? Zic zac, cuci e taglia e scuci e ricuci: “Pene vince, pene perde, pene vince, pene perde! Dov’è finito? Vuole provare lei, punti, punti, anche solo dieci euro, non c’è trucco non c’è inganno! Dica lei… senza impegno… dica dica, ce l’ha cento euro? Che occhio, l’ha trovato subito! Ha vinto!” E cosa ho vinto? Un cazzo! Ho vinto un cazzo!
Non perdonatemi, io faccio il pagliaccio narrante: i giullari sono i sacerdoti d’una religione sanguinaria che chiede sacrifici umani. In una posizione pericolosa, ogni giorno giocano alla roulette russa con il re, scegliendo di far ridere il popolo mostrando ora questa ora quella verità.
Mantenere la via di mezzo facendosi beffe dei potenti non è facile, per fortuna esiste una certa differenza rispetto al passato. Un tempo l’estrema moralità e l’estremo sberleffo producevano un identico risultato: roghi ed eretici.
Oggi producono, in prima istanza, serrati tentativi di corruzione e di assorbimento del comico scomodo, se questi resiste subentra il silenzio televisivo e dei media, se questi non resiste è in crisi d’astinenza. Per salvare la satira si dovrebbero ridistribuire in modo equo la cocaina fra i comici e gli autori poveri, ma per curare i mali e i disastri causati dal capitalismo, sarebbe immorale usare la droga sporca di sangue del capitalismo.
Quindi, per rendere utilizzabile la cocaina sporca, occorrerebbe del denaro pulito, con cui comprare tanti detersivi per lavarla, continuando ad inquinare le acque che inquinano i panettoni, che inquinano le televisioni, che dopo i pasti inquinano le digestioni.
Il racconto volge a folle metafora continuata: mentre la cassiera del Major si riedifica le unghie, purpuree come il sesso più sfrenato, fremono le parche al limitare del cielo, sgranocchiando semi di zucca abbrustoliti nel buio del vecchio cinema a luci rosse, appisolate su scomode sedie di legno.
Attendono, senza malizia, d’essere lanciate, eccitate, scopate! Il filato filerà, l’arcolaio ruoterà, il proiettore girerà, la pellicola sfilerà ed il buio crescerà. Buio atomico, buio spirituale, velenoso, probabilmente, invasione aliena, di terza visione.
Sveliamo la guerra astrale che è in corso, senza schierarci. Serviamo l'ossessione dell'impossibilità di comunicare il mondo che verrà. Intanto veleggia la nave dei folli, anch’essa impaziente di andare a conoscere l’avvenire, senza curarsi del presente. Ed è sfuggente, ma così sfuggente che Jeronimus Bosch non riesce a starle dietro, per ultimarne gli orridi ritocchi: qualche rara e precisa pennellata grottesca di bianchi e ocra, per creare luci e velature impareggiabili.
Saturno gongola: i sette nani l’hanno invitato a cena, domandandogli di portare almeno il dolce e il vino; Brontolo s'è molto raccomandato. Ed il vegliardo ha accettato, ridendo sotto la barba, ben conoscendo la sua generosità nel darla da bere e da mangiare a tutti, senza distinzioni. Egli conduce le danze nel mondo e succhia genitali per tutto il tempo; ci fa credere che le cose siano nostre, ci fa impazzire nel tentativo di possedere qualcosa e di fermare il mutamento succhiando latte e miele.
Saturno è pazzo, eppure è un dio. Saturno è cieco, eppure vede, crea e ci mostra l’illusione in tutto il suo splendore e in tutto il suo dolore. Per questo Saturno deve divorare, in quel cinema buio di stelle e inganni dei sensi in bianco e nero.
"Nel '68 avremmo potuto fare la rivoluzione se gli operai avessero avuto un po’ più di senso estetico. Nel ’77 avremo potuto fare la rivoluzione, se solo gli intellettuali avessero avuto una buona mira.”
Ma ormai, ecco, guardate: le masse si muovono nella scenografia di Nuova Metropolis, seguendo le note di regia, precise figure geometriche e particolari schemi simmetrici, eguali e stilizzati. Al primo razzo incantato manca la zavorra e se ne parte rapido, sospinto da una bonaccia mai vista prima d’allora sul pianeta Terra, sconvolto dagli elementi pazzi, paradiso degli ignavi, ormai senza alcuna buona volontà. I corpi si piegano e una miriade di braccia si leva supplicante, implorando fiamme sul mondo, coreografia dell'annientamento!
- La stalla è stata posta sotto sequestro quale covo di terroristi.
- La ragazza madre e il suo bambino sono stati affidati agli assistenti sociali che provvederanno a dividerli, affidando il pupo a una famiglia di alcolisti benestanti.
- Le pecore, il bue e l’asino hanno espresso l’ultimo desiderio… avere delle patatine novelle per non sentirsi troppo soli nel forno.
- I magi sono stati giustiziati per stregoneria, e perché non erano in regola con il permesso di soggiorno.
- Gli angeli sono stati abbattuti dalla contraerea.
- Le stelle, normali e comete, sono da considerarsi esclusivamente decorazioni al valor militare.
- Il Papa è stato multato e portato in deposito, giacché sostava in divieto sul lato sinistro di San Pietro, che verrà bombardata nei soli giorni pari.
Pari o dispari? Pari. Dispari. Alle bombe del cannon, bim, bum, bam! Ho vinto! Una vittoria provvisoria, provvisoria come l’occupazione, l’inflazione e la democrazia nella quale crede ormai solo l’Annamaria. Ma chi è sta Annamaria? La mia donna, che non avendo il coraggio di lasciarmi si è fatta operare e adesso si chiama Ugo. E tu, tu, bastardina, bastardino, sei etero, omo, lesbo, travest, trans, mutante? Zic zac, cuci e taglia e scuci e ricuci: “Pene vince, pene perde, pene vince, pene perde! Dov’è finito? Vuole provare lei, punti, punti, anche solo dieci euro, non c’è trucco non c’è inganno! Dica lei… senza impegno… dica dica, ce l’ha cento euro? Che occhio, l’ha trovato subito! Ha vinto!” E cosa ho vinto? Un cazzo! Ho vinto un cazzo!
Non perdonatemi, io faccio il pagliaccio narrante: i giullari sono i sacerdoti d’una religione sanguinaria che chiede sacrifici umani. In una posizione pericolosa, ogni giorno giocano alla roulette russa con il re, scegliendo di far ridere il popolo mostrando ora questa ora quella verità.
Mantenere la via di mezzo facendosi beffe dei potenti non è facile, per fortuna esiste una certa differenza rispetto al passato. Un tempo l’estrema moralità e l’estremo sberleffo producevano un identico risultato: roghi ed eretici.
Oggi producono, in prima istanza, serrati tentativi di corruzione e di assorbimento del comico scomodo, se questi resiste subentra il silenzio televisivo e dei media, se questi non resiste è in crisi d’astinenza. Per salvare la satira si dovrebbero ridistribuire in modo equo la cocaina fra i comici e gli autori poveri, ma per curare i mali e i disastri causati dal capitalismo, sarebbe immorale usare la droga sporca di sangue del capitalismo.
Quindi, per rendere utilizzabile la cocaina sporca, occorrerebbe del denaro pulito, con cui comprare tanti detersivi per lavarla, continuando ad inquinare le acque che inquinano i panettoni, che inquinano le televisioni, che dopo i pasti inquinano le digestioni.
Il racconto volge a folle metafora continuata: mentre la cassiera del Major si riedifica le unghie, purpuree come il sesso più sfrenato, fremono le parche al limitare del cielo, sgranocchiando semi di zucca abbrustoliti nel buio del vecchio cinema a luci rosse, appisolate su scomode sedie di legno.
Attendono, senza malizia, d’essere lanciate, eccitate, scopate! Il filato filerà, l’arcolaio ruoterà, il proiettore girerà, la pellicola sfilerà ed il buio crescerà. Buio atomico, buio spirituale, velenoso, probabilmente, invasione aliena, di terza visione.
Sveliamo la guerra astrale che è in corso, senza schierarci. Serviamo l'ossessione dell'impossibilità di comunicare il mondo che verrà. Intanto veleggia la nave dei folli, anch’essa impaziente di andare a conoscere l’avvenire, senza curarsi del presente. Ed è sfuggente, ma così sfuggente che Jeronimus Bosch non riesce a starle dietro, per ultimarne gli orridi ritocchi: qualche rara e precisa pennellata grottesca di bianchi e ocra, per creare luci e velature impareggiabili.
Saturno gongola: i sette nani l’hanno invitato a cena, domandandogli di portare almeno il dolce e il vino; Brontolo s'è molto raccomandato. Ed il vegliardo ha accettato, ridendo sotto la barba, ben conoscendo la sua generosità nel darla da bere e da mangiare a tutti, senza distinzioni. Egli conduce le danze nel mondo e succhia genitali per tutto il tempo; ci fa credere che le cose siano nostre, ci fa impazzire nel tentativo di possedere qualcosa e di fermare il mutamento succhiando latte e miele.
Saturno è pazzo, eppure è un dio. Saturno è cieco, eppure vede, crea e ci mostra l’illusione in tutto il suo splendore e in tutto il suo dolore. Per questo Saturno deve divorare, in quel cinema buio di stelle e inganni dei sensi in bianco e nero.
"Nel '68 avremmo potuto fare la rivoluzione se gli operai avessero avuto un po’ più di senso estetico. Nel ’77 avremo potuto fare la rivoluzione, se solo gli intellettuali avessero avuto una buona mira.”
Ma ormai, ecco, guardate: le masse si muovono nella scenografia di Nuova Metropolis, seguendo le note di regia, precise figure geometriche e particolari schemi simmetrici, eguali e stilizzati. Al primo razzo incantato manca la zavorra e se ne parte rapido, sospinto da una bonaccia mai vista prima d’allora sul pianeta Terra, sconvolto dagli elementi pazzi, paradiso degli ignavi, ormai senza alcuna buona volontà. I corpi si piegano e una miriade di braccia si leva supplicante, implorando fiamme sul mondo, coreografia dell'annientamento!