Intervista all'Autore

D - Secondo lei, signor Piero Giacomo Ferraris, che cos’è un vero scrittore?
R - Un totale cretino.
D - Quindi si può parlare di deficienza mentale dell'autore?
R - É facile e difficile, direi... diffacile, spiegare che cosa sia un vero artista, pensi che impegno può comportare farle comprendere la natura di un eccentrico dell'ardua scuola della cretinata. Direi e non direi, se potessi dirlo, che non voglio confidarglielo.
D - Lo riveli ai nostri e-lettori.
R - Giammai! E va bene, sarò franco, anzi sarò Salvatore, anzi ancora, Salvadòr, io sarò Dalì! Cara amica le scrivo, come da foto, con sincera e contorta inquietudine: un vero artista è ciò che sta fra l’originale imbecillità e la stupidità finale, a cui non si deve mai ambire!
D - Lei insulta attori, pittori, comici, musicisti, cantanti e autori di successo! Secondo lei un artista arrivato diviene inevitabilmente uno stupido? Solo perché è super pagato, sempre presente in tivù, alla radio, sui giornali... come il prezzemolo?
R - Fragrante metafora! Esso diventa, infatti, l'erbetta infestante, che a piccole dosi insaporisce l'insalata e in eccedenza l'avvelena. Comunque, le sue affermazioni in forma interrogativa, m’innervosiscono e mi frastornano il corpo astrale! Guardi, quando scrivo, è meglio che parli solo io, molto meglio per lei, meglio, meglio, meglio... io sono una fotocopiatrice, ho i miei tic, di carattere, e quando dico tic, ho un tic chic, e non un tac choc, o un talk show!
D - Lei torna mai sulle sue decisioni?
R - Forse. E quando scrivo forse, so quel che scrivo. Come nel caso di una donna o di auto, per l'umorismo è necessario distinguere fra la sublime bellezza della deficienza e la normalità della media cilindrata familiare, della grassa cilindrata ministeriale, della fotomodella anoressica o dell'arrivista liftata, che sia giornalista, soubrette o tappista in un night.
D - Vorrebbe dire che il vero umorismo è come un'auto di lusso fuori serie, o una splendida donna, impareggiabile, sprezzante, con una classe più unica che rara?
R - Vorrei dirlo, se potessi dirlo, ma potendo dirlo solo a me stesso, non li dico. Dirò, invece, che i critici di ogni risma e pudore si credono multi perspicaci ma poi usano solo termini contrapposti per definire: intelligente e stupido. Intelligente, chi è capace di capire e di scegliere; stupido, chi difetta della facoltà critica.
D - In effetti c’è poca differenza fra la stupidità e le forme leggere di deficienza.
R - Entrambe rientrano tra le malattie mentali. L'umorista potrebbe essere una malattia mentale. O perlomeno dovrebbe studiare da psicolabile. Mi spiego peggio: l’artista originariamente sano, quindi imbecille o cretino, che dir si voglia, durante la sua carriera progredisce sino alla sublime cretineria-imbecillità, o perviene alla più modesta e dozzinale stupidità, o catalettica deficienza. Troppo spesso il successo lo cristallizza in una rappresentazione di se stesso, un se stesso sempre eguale, che ha funzionato e deve funzionare per sempre. Essa è detta popolarità, condizione che inizierà a intaccare la capacità d’ispezione interiore ed aprirà i portoni alla malattia dell'audience e all'afflosciamento, detto anche "erezione barzotta". Un vero artista, prima di entrare in questa spirale da Viagra, si procura un profilattico o cerca di diventare un tragico con caratteri umoristici transuranici, vale a dire inconfondibili, indefinibili e spesso inutilizzabili commercialmente.
D - Diviene in commerciabile?
R - Pertinente... il vero umorista è eternamente invendibile alla massa. Il suo imitatore, per dirla pappa a pappa e ciccia a ciccia, più guadagna, più principia a somigliare ad un concio squaqquero. Coglie l’effluvio del suo io, provandone disgusto. Da un punto esclamativo di vista psicologico, la stupidità dell'effluvio può essere considerata una vera anomalia morbosa, quanto un’enorme ristrettezza di discernimento, come credere all’esistenza degli alieni.
D - Ma lei, signor Ferraris, crede agli alieni?
R - La risposta è sì e no, banalmente, sì e no. Un umorista, un comico, veramente cretino, è troppo imbecille per perseguire il successo a tutti i costi e quindi per rispondere a domande simili.
D - Una questione di libertà?
R - Anche, ma direi piuttosto di idiozia congenita. Tanto egli può potere. Egli può potare. Egli può pettare. I cretini vogliono ciò che dicono e fanno ciò che vogliono, perciò sono ostinati, etiam pericolosi, per ogni tipo di ordine e disordine costruito. Insomma, sono dei marziani, invasati e invasori. Lei sa come ridono i marziani?
R - No.
D - Male, si documenti. Ridono da pazzi, perché sono alieni.
R - Lei sa come ridevano i nobili durante la rivoluzione francese?
D - No.
R - Da perderci la testa!
D – Cittadino Ferraris, si calmi. Lei vorrebbe farmi credere che la vera ars comica è una vocazione di ordine rivoluzionario?
R – Lei troppo definisce e poco capisce la ghigliottina mediatica. Ma stia zitto quando parla e non faccia il pirla quando tace! Ripeto, in altri termini: nessun umorista, tranne me, può diventare il Sublime Cretino!
D - Insomma, lei disprezza l’Infimo Stupido che si crede più furbo del suo pubblico e si baratta come Giuda per tre miliardi di denari...
R - Senta... lo sa che inizia a capire?
D – Grazie, ma da cosa si riconosce il comico medio-cre?
R – Solitamente, pur essendo laureato, è tifoso di una squadra di calcio, ed ambisce sempre ad essere pagato molto per fingere di essere un vero imbecille che tenta di imitare il Sublime Cretino. Ma di solito pensa: - Non sono mica un pirla, io! Infatti è solo uno stupido e ben presto sarà posseduto da manie paranoiche di grandezza. Transiterà per lunghi episodi psicotici e schizzofrenici, schizzotremici e psicocagotici, durante i quali e per cui dei quali le voci degli alieni gli diranno che sta rimettendoci il successo mentre sarà sul cesso. Sarà perseguitato dalla paura e dalle tentazioni. Purtroppo non sarà la voce di Belzebù a perseguitarlo, ma quella degli alieni, o degli allievi degli alieni, gli americani. Essi loro sono i figli del serpente, generano la non cultura, fatta di marketing e di fumosi inganni dei sensi. Ricordi che Lucifero è il re del mondo e dell'illusione!"
D - Secondo lei gli americani sarebbero i demoni, gli angeli che vivono a pagina 79 della Bibbia e un tempo decisero di sfidare Dio, corrotti da Lucifero e furono cacciati dal Paradiso?!
R – Inopinabile.
D - Ma se gli americani sono ex angeli, allora devono avere lo stesso aspetto degli angeli, non si spiega perché nel corso dei secoli la chiesa li abbia trasformati in creature orripilanti, che non hanno la minima somiglianza con le intelligenze celesti.
R - Lei parla di intelligenza? Ha mai guardato bene le facce dei presidenti degli Stati Uniti? Nixon, Johnson, Carter, Clinton?! E che mi dice degli Augusti pagliacci J & J Bush? Obama: un meticcio senza anima blues, qui la tragedia è apocalittica, cosmica, comica, circense!
D - Ma signor Ferraris, se si afferma che gli americani furono trasformati in pagliacci cattivi, si ammette la cattiveria di Dio, nonché la sua ignoranza, poiché la bellezza è soggettiva e dipende dal punto di vista dell'osservatore!
R - Ma anche dal suo umore o dall’aver ingurgitato peperonata, insalata di crauti, cipolle e cetrioli, nonché piselli ripieni di fagiano in umido, a mezzanotte, dieci minuti prima di coricarsi. Io non dormo mai e sono bellissimo, ad esempio, anche se voi non potrete mai vedermi se non lo voglio! Lo volete? Lo stupido non saprebbe cosa rispondere. Il Sublime Cretino sì. Lei che ne dice?
D – Non ha capito le ultime trenta parole, mi scusi, dottor Ferraris...
R - Non sono dottore, ma perito aziendale...
D - Che sfiga!
R - La sua commiserazione nasce dal giudizio, inutile giudizio senza perdono e dimostra che l’intelligenza è solo una variabile di scarsa importanza. Lei lascia scorrere cateratte di stupidità! Io non sarò un dottore, ma un perito aziendale combattente sì, senza paura, senza macchia e senza trielina. La sua esistenza, invece, prova che l’intelligenza è una variabile accessoria, una patacca di grasso, presente sia nel Sublime Cretino sia nello stupido o nel modesto deficiente! E’ rilevante l’uso che essi ne fanno, o non ne fanno. Tra la gente comune, per fortuna dello stupido, ci sono milioni di disadattati, affetti da un’abnorme incapacità critica, da una smania irresponsabile d'imitazione e d'identificazione e da un'estrema agilità d'assorbimento.
D - Se le bevono tutte, eh?!
R - Per questo i loro cervelli sono sottoposti a lavaggio costante. Hanno un buon ricambio, come direbbe il noto urologo Pis Pis, ma mingendo dalla bocca urinano un casino di cazzate. E alla fine della cura sono vuoti a rendere.
D – Un bel affare per il food and beverage... per l'economia e il commercio non è forse un bene?
R – Che cosa sono il bere e il mare? Tuffiamoci nell’arduo compito di annegare in un bicchier d'acqua, mezzo pieno e mezzo vuoto! Il vero umorista, vuole arrivare al successo preservando la propria immensa cretineria, detta anche completa libertà d’arbitrio e complessità d’ezprezzione. Zic zac, zic zac, il tappo zoppo! Zin zin zin questo è il valzer del moscardino. Per questi e altre ragioni, lo zecchino non è più d'oro e io non voglio farle capire niente, perché sono cattivo. In verità, in verità le dico... che difettano regole per indagare cosa siano il successo e il denaro.
D - Sono trappole mortali che per tanto e tanto tempo han funzionato!
R - Questo sostenevano i Rocks, i Rockets e i Rock Hudson, ed anche per tale diffusa opinione i motivi per credere all'onnipotenza del denaro sul pianeta Terra sono molteplici.
D - Il più importante?
R - Il trasmigrare dei comici da un televisore all'altro, da una tivù all'altra, come anime in pena, schiave d'infiniti inferni e di paghette partitiche miliardarie, ecco poi il manifestarsi delle possessioni diaboliche da pubblicità e la furia consumistica prodotta nei portafogli degli autori di successo dai rendiconti SIAE: da ciò si evince quale sia la comprensione della realtà da parte degli esseri fagocitati dalla tivù. Qui lo dico e qui vi annego! Voi siete gli unici, inconsapevoli, salvatori di voi! Suicidatevi e sarete liberi da ogni spettacolo, da ogni informazione. Senza divenire retorico e lacrimevole, le confiderò, caro intervistatore, che per ritrovare il senso del tutto è necessario comprendere il non senso del nulla, o il senso del non nulla, che a dirlo così sembra niente.
D - Quante parole inutili, è utile dirlo? Lei sta parlando del potere del silenzio?
R - Sì e non sì: il potere del silenzio attira le donne... verso gli altri uomini e acquieta vostra suocera che continua a parlare, persino sulla spiaggia, per abbronzarsi la lingua. La forza del vuoto, si avverte già a metà mese quando finisce lo stipendio. Allora il portafoglio è zen: il contenitore del nulla. E l’arte è uno zen-zero, da-da-da-da realtà patafisica, sostanza odorosa di forma e dimensione infinite e numerabili, ma diciamocelo, diciamocelo e diciamocelo, fatta di poco, fatta di niente, e questo è il valzer del buon umor che ti dà l’aria del gran signor...
D – Egregio perito aziendale Ferraris, questa pizza puzza di pazzia, ma forse ha certamente ragione: già la vedo salpare verso il Non Nato, non perché abortito: potrebbe essere, tutto sommato e niente sottratto, una bella idea per le prossime vacanze.
R – Lei più non domanda, lei partecipata, e questo è grave. Sappia, dunque, che il nulla al tutto sommato, sarà frutto e non fiore di pura fantasia, succo e non polpa di fervida immaginazione, carne e non pesce di acceso e mai sopito barbecue di passione per l’ignoto, irraggiungibile, nella ignoranza del Magma artistico, ma prima ancora del caos e del traffico, dei posteggi a pagamento, delle zone blu e delle multe! Sì, i Controllori degli Esseri, gli angolo-americani, vi sorvegliano ovunque siate. E vi mutano e vi multano.
D - Impossibile!
R - No, è possibile più dell’impossibile, dove il possibile dell’impossibile è possibilissimo, se fosse possibile vorrei chiederle una cortesia. Avrei una richiesta precisa da formulare, è un’istanza urgente: dov'è il boudoir?
D – Un francesismo, Signor Ferraris?!
R - Mi perdoni, qualche volta mi scappa. Dov'è la latrina?
D - In fondo al corridoio a destra, in prossimità del comodino con il pitalino dentro, ma la lampadina è bruciata, dovrà farla al buio.
R – Non importa. M’accompagni alla pugna. Le presenterò l’orrorifico buco nero, il vero Edgar Allan Poe della più reale mistica comica dell'oggi televisivo-radiofonico-editoriale. Egli è il sommo Vater, che porta al mare infinito degli universi le scorie che ci circondano, ci circondano e ci circondano. E voi, voi, proprio voi, lettrice e lettore, elettrice ed elettore, consumatrice e consumatore, figli del serpente, siete una scoria, nata da un’evacuazione, destinata ad una putrefazione, da un’esplosione a un collasso, nelle infinite notti dei mondiali di calcio di Shiva e del campionato di formula 1 di Kalì. Fra l’una e l’altra il vuoto, lo spazio, ne cosmico né comico, né statico né cinetico, mentre nei 12 pianeti privilegiati si fa scienza spirituale: la cosmetica, l’ermeneutica, l’astronautica, la semantica, la politica e l’idraulica... dei massimi sistemi, e mai che faccia 13 a sto Totocalcio di merda, o 14° cloaca tra le estreme cloache degli stipendi. Distruggete le 15 illusioni! e potrete dire di aver comprato i 16 salamini, potrete vantarvene 17 volte a vanvera nel vento dell’est, che vi riporterà il profumo dei 18 capelli suoi. E direte alla 19° ed ultima seduta al Grande Psicanalista: “Ho capito chi sono e dove vado. Sono un uomo onesto: non rubo, non truffo, non rapino, non uccido, semplicemente... disobbedisco!"
R - Un totale cretino.
D - Quindi si può parlare di deficienza mentale dell'autore?
R - É facile e difficile, direi... diffacile, spiegare che cosa sia un vero artista, pensi che impegno può comportare farle comprendere la natura di un eccentrico dell'ardua scuola della cretinata. Direi e non direi, se potessi dirlo, che non voglio confidarglielo.
D - Lo riveli ai nostri e-lettori.
R - Giammai! E va bene, sarò franco, anzi sarò Salvatore, anzi ancora, Salvadòr, io sarò Dalì! Cara amica le scrivo, come da foto, con sincera e contorta inquietudine: un vero artista è ciò che sta fra l’originale imbecillità e la stupidità finale, a cui non si deve mai ambire!
D - Lei insulta attori, pittori, comici, musicisti, cantanti e autori di successo! Secondo lei un artista arrivato diviene inevitabilmente uno stupido? Solo perché è super pagato, sempre presente in tivù, alla radio, sui giornali... come il prezzemolo?
R - Fragrante metafora! Esso diventa, infatti, l'erbetta infestante, che a piccole dosi insaporisce l'insalata e in eccedenza l'avvelena. Comunque, le sue affermazioni in forma interrogativa, m’innervosiscono e mi frastornano il corpo astrale! Guardi, quando scrivo, è meglio che parli solo io, molto meglio per lei, meglio, meglio, meglio... io sono una fotocopiatrice, ho i miei tic, di carattere, e quando dico tic, ho un tic chic, e non un tac choc, o un talk show!
D - Lei torna mai sulle sue decisioni?
R - Forse. E quando scrivo forse, so quel che scrivo. Come nel caso di una donna o di auto, per l'umorismo è necessario distinguere fra la sublime bellezza della deficienza e la normalità della media cilindrata familiare, della grassa cilindrata ministeriale, della fotomodella anoressica o dell'arrivista liftata, che sia giornalista, soubrette o tappista in un night.
D - Vorrebbe dire che il vero umorismo è come un'auto di lusso fuori serie, o una splendida donna, impareggiabile, sprezzante, con una classe più unica che rara?
R - Vorrei dirlo, se potessi dirlo, ma potendo dirlo solo a me stesso, non li dico. Dirò, invece, che i critici di ogni risma e pudore si credono multi perspicaci ma poi usano solo termini contrapposti per definire: intelligente e stupido. Intelligente, chi è capace di capire e di scegliere; stupido, chi difetta della facoltà critica.
D - In effetti c’è poca differenza fra la stupidità e le forme leggere di deficienza.
R - Entrambe rientrano tra le malattie mentali. L'umorista potrebbe essere una malattia mentale. O perlomeno dovrebbe studiare da psicolabile. Mi spiego peggio: l’artista originariamente sano, quindi imbecille o cretino, che dir si voglia, durante la sua carriera progredisce sino alla sublime cretineria-imbecillità, o perviene alla più modesta e dozzinale stupidità, o catalettica deficienza. Troppo spesso il successo lo cristallizza in una rappresentazione di se stesso, un se stesso sempre eguale, che ha funzionato e deve funzionare per sempre. Essa è detta popolarità, condizione che inizierà a intaccare la capacità d’ispezione interiore ed aprirà i portoni alla malattia dell'audience e all'afflosciamento, detto anche "erezione barzotta". Un vero artista, prima di entrare in questa spirale da Viagra, si procura un profilattico o cerca di diventare un tragico con caratteri umoristici transuranici, vale a dire inconfondibili, indefinibili e spesso inutilizzabili commercialmente.
D - Diviene in commerciabile?
R - Pertinente... il vero umorista è eternamente invendibile alla massa. Il suo imitatore, per dirla pappa a pappa e ciccia a ciccia, più guadagna, più principia a somigliare ad un concio squaqquero. Coglie l’effluvio del suo io, provandone disgusto. Da un punto esclamativo di vista psicologico, la stupidità dell'effluvio può essere considerata una vera anomalia morbosa, quanto un’enorme ristrettezza di discernimento, come credere all’esistenza degli alieni.
D - Ma lei, signor Ferraris, crede agli alieni?
R - La risposta è sì e no, banalmente, sì e no. Un umorista, un comico, veramente cretino, è troppo imbecille per perseguire il successo a tutti i costi e quindi per rispondere a domande simili.
D - Una questione di libertà?
R - Anche, ma direi piuttosto di idiozia congenita. Tanto egli può potere. Egli può potare. Egli può pettare. I cretini vogliono ciò che dicono e fanno ciò che vogliono, perciò sono ostinati, etiam pericolosi, per ogni tipo di ordine e disordine costruito. Insomma, sono dei marziani, invasati e invasori. Lei sa come ridono i marziani?
R - No.
D - Male, si documenti. Ridono da pazzi, perché sono alieni.
R - Lei sa come ridevano i nobili durante la rivoluzione francese?
D - No.
R - Da perderci la testa!
D – Cittadino Ferraris, si calmi. Lei vorrebbe farmi credere che la vera ars comica è una vocazione di ordine rivoluzionario?
R – Lei troppo definisce e poco capisce la ghigliottina mediatica. Ma stia zitto quando parla e non faccia il pirla quando tace! Ripeto, in altri termini: nessun umorista, tranne me, può diventare il Sublime Cretino!
D - Insomma, lei disprezza l’Infimo Stupido che si crede più furbo del suo pubblico e si baratta come Giuda per tre miliardi di denari...
R - Senta... lo sa che inizia a capire?
D – Grazie, ma da cosa si riconosce il comico medio-cre?
R – Solitamente, pur essendo laureato, è tifoso di una squadra di calcio, ed ambisce sempre ad essere pagato molto per fingere di essere un vero imbecille che tenta di imitare il Sublime Cretino. Ma di solito pensa: - Non sono mica un pirla, io! Infatti è solo uno stupido e ben presto sarà posseduto da manie paranoiche di grandezza. Transiterà per lunghi episodi psicotici e schizzofrenici, schizzotremici e psicocagotici, durante i quali e per cui dei quali le voci degli alieni gli diranno che sta rimettendoci il successo mentre sarà sul cesso. Sarà perseguitato dalla paura e dalle tentazioni. Purtroppo non sarà la voce di Belzebù a perseguitarlo, ma quella degli alieni, o degli allievi degli alieni, gli americani. Essi loro sono i figli del serpente, generano la non cultura, fatta di marketing e di fumosi inganni dei sensi. Ricordi che Lucifero è il re del mondo e dell'illusione!"
D - Secondo lei gli americani sarebbero i demoni, gli angeli che vivono a pagina 79 della Bibbia e un tempo decisero di sfidare Dio, corrotti da Lucifero e furono cacciati dal Paradiso?!
R – Inopinabile.
D - Ma se gli americani sono ex angeli, allora devono avere lo stesso aspetto degli angeli, non si spiega perché nel corso dei secoli la chiesa li abbia trasformati in creature orripilanti, che non hanno la minima somiglianza con le intelligenze celesti.
R - Lei parla di intelligenza? Ha mai guardato bene le facce dei presidenti degli Stati Uniti? Nixon, Johnson, Carter, Clinton?! E che mi dice degli Augusti pagliacci J & J Bush? Obama: un meticcio senza anima blues, qui la tragedia è apocalittica, cosmica, comica, circense!
D - Ma signor Ferraris, se si afferma che gli americani furono trasformati in pagliacci cattivi, si ammette la cattiveria di Dio, nonché la sua ignoranza, poiché la bellezza è soggettiva e dipende dal punto di vista dell'osservatore!
R - Ma anche dal suo umore o dall’aver ingurgitato peperonata, insalata di crauti, cipolle e cetrioli, nonché piselli ripieni di fagiano in umido, a mezzanotte, dieci minuti prima di coricarsi. Io non dormo mai e sono bellissimo, ad esempio, anche se voi non potrete mai vedermi se non lo voglio! Lo volete? Lo stupido non saprebbe cosa rispondere. Il Sublime Cretino sì. Lei che ne dice?
D – Non ha capito le ultime trenta parole, mi scusi, dottor Ferraris...
R - Non sono dottore, ma perito aziendale...
D - Che sfiga!
R - La sua commiserazione nasce dal giudizio, inutile giudizio senza perdono e dimostra che l’intelligenza è solo una variabile di scarsa importanza. Lei lascia scorrere cateratte di stupidità! Io non sarò un dottore, ma un perito aziendale combattente sì, senza paura, senza macchia e senza trielina. La sua esistenza, invece, prova che l’intelligenza è una variabile accessoria, una patacca di grasso, presente sia nel Sublime Cretino sia nello stupido o nel modesto deficiente! E’ rilevante l’uso che essi ne fanno, o non ne fanno. Tra la gente comune, per fortuna dello stupido, ci sono milioni di disadattati, affetti da un’abnorme incapacità critica, da una smania irresponsabile d'imitazione e d'identificazione e da un'estrema agilità d'assorbimento.
D - Se le bevono tutte, eh?!
R - Per questo i loro cervelli sono sottoposti a lavaggio costante. Hanno un buon ricambio, come direbbe il noto urologo Pis Pis, ma mingendo dalla bocca urinano un casino di cazzate. E alla fine della cura sono vuoti a rendere.
D – Un bel affare per il food and beverage... per l'economia e il commercio non è forse un bene?
R – Che cosa sono il bere e il mare? Tuffiamoci nell’arduo compito di annegare in un bicchier d'acqua, mezzo pieno e mezzo vuoto! Il vero umorista, vuole arrivare al successo preservando la propria immensa cretineria, detta anche completa libertà d’arbitrio e complessità d’ezprezzione. Zic zac, zic zac, il tappo zoppo! Zin zin zin questo è il valzer del moscardino. Per questi e altre ragioni, lo zecchino non è più d'oro e io non voglio farle capire niente, perché sono cattivo. In verità, in verità le dico... che difettano regole per indagare cosa siano il successo e il denaro.
D - Sono trappole mortali che per tanto e tanto tempo han funzionato!
R - Questo sostenevano i Rocks, i Rockets e i Rock Hudson, ed anche per tale diffusa opinione i motivi per credere all'onnipotenza del denaro sul pianeta Terra sono molteplici.
D - Il più importante?
R - Il trasmigrare dei comici da un televisore all'altro, da una tivù all'altra, come anime in pena, schiave d'infiniti inferni e di paghette partitiche miliardarie, ecco poi il manifestarsi delle possessioni diaboliche da pubblicità e la furia consumistica prodotta nei portafogli degli autori di successo dai rendiconti SIAE: da ciò si evince quale sia la comprensione della realtà da parte degli esseri fagocitati dalla tivù. Qui lo dico e qui vi annego! Voi siete gli unici, inconsapevoli, salvatori di voi! Suicidatevi e sarete liberi da ogni spettacolo, da ogni informazione. Senza divenire retorico e lacrimevole, le confiderò, caro intervistatore, che per ritrovare il senso del tutto è necessario comprendere il non senso del nulla, o il senso del non nulla, che a dirlo così sembra niente.
D - Quante parole inutili, è utile dirlo? Lei sta parlando del potere del silenzio?
R - Sì e non sì: il potere del silenzio attira le donne... verso gli altri uomini e acquieta vostra suocera che continua a parlare, persino sulla spiaggia, per abbronzarsi la lingua. La forza del vuoto, si avverte già a metà mese quando finisce lo stipendio. Allora il portafoglio è zen: il contenitore del nulla. E l’arte è uno zen-zero, da-da-da-da realtà patafisica, sostanza odorosa di forma e dimensione infinite e numerabili, ma diciamocelo, diciamocelo e diciamocelo, fatta di poco, fatta di niente, e questo è il valzer del buon umor che ti dà l’aria del gran signor...
D – Egregio perito aziendale Ferraris, questa pizza puzza di pazzia, ma forse ha certamente ragione: già la vedo salpare verso il Non Nato, non perché abortito: potrebbe essere, tutto sommato e niente sottratto, una bella idea per le prossime vacanze.
R – Lei più non domanda, lei partecipata, e questo è grave. Sappia, dunque, che il nulla al tutto sommato, sarà frutto e non fiore di pura fantasia, succo e non polpa di fervida immaginazione, carne e non pesce di acceso e mai sopito barbecue di passione per l’ignoto, irraggiungibile, nella ignoranza del Magma artistico, ma prima ancora del caos e del traffico, dei posteggi a pagamento, delle zone blu e delle multe! Sì, i Controllori degli Esseri, gli angolo-americani, vi sorvegliano ovunque siate. E vi mutano e vi multano.
D - Impossibile!
R - No, è possibile più dell’impossibile, dove il possibile dell’impossibile è possibilissimo, se fosse possibile vorrei chiederle una cortesia. Avrei una richiesta precisa da formulare, è un’istanza urgente: dov'è il boudoir?
D – Un francesismo, Signor Ferraris?!
R - Mi perdoni, qualche volta mi scappa. Dov'è la latrina?
D - In fondo al corridoio a destra, in prossimità del comodino con il pitalino dentro, ma la lampadina è bruciata, dovrà farla al buio.
R – Non importa. M’accompagni alla pugna. Le presenterò l’orrorifico buco nero, il vero Edgar Allan Poe della più reale mistica comica dell'oggi televisivo-radiofonico-editoriale. Egli è il sommo Vater, che porta al mare infinito degli universi le scorie che ci circondano, ci circondano e ci circondano. E voi, voi, proprio voi, lettrice e lettore, elettrice ed elettore, consumatrice e consumatore, figli del serpente, siete una scoria, nata da un’evacuazione, destinata ad una putrefazione, da un’esplosione a un collasso, nelle infinite notti dei mondiali di calcio di Shiva e del campionato di formula 1 di Kalì. Fra l’una e l’altra il vuoto, lo spazio, ne cosmico né comico, né statico né cinetico, mentre nei 12 pianeti privilegiati si fa scienza spirituale: la cosmetica, l’ermeneutica, l’astronautica, la semantica, la politica e l’idraulica... dei massimi sistemi, e mai che faccia 13 a sto Totocalcio di merda, o 14° cloaca tra le estreme cloache degli stipendi. Distruggete le 15 illusioni! e potrete dire di aver comprato i 16 salamini, potrete vantarvene 17 volte a vanvera nel vento dell’est, che vi riporterà il profumo dei 18 capelli suoi. E direte alla 19° ed ultima seduta al Grande Psicanalista: “Ho capito chi sono e dove vado. Sono un uomo onesto: non rubo, non truffo, non rapino, non uccido, semplicemente... disobbedisco!"

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