POESIA
Rien vas plus
Amavo davvero, oppure godevo il potere d’amare? Rispondere è azzardo, ma l’anima sa, laddove consumasi il timbro dei giorni. Sale il pianto del Sé che vuole andar via, per amor di onestà, ma rimane, sperando, di ridestare quell’inizio, trapunto di baci e di stelle, che sembra non poter più durare che sembra non poter più tornare. Eppure permane com’è, nella mente, che soffre lo strappo banale: realtà, di opere e ingegno. Sonnecchia sul fondo l’amor di Galvano, trafitto da estetiche di gloria e di sale. E forse, alla fine, non saprò ricordare, l’inizio del fare, i sensi esultanti, nelle notti d’amore. Feroce, la vita. La macchina impara ad usare! Cavaliere che sogni tuoi sogni, lo stridore della mente d’acciaio, lentamente ti annienta. |