whasing machine
Casalingo, inoccupato,
disperato e un po' frustrato, io rovisto in questo cesto tra l’olezzo dei sudori, io rimesto e scelgo il capo da lavare delicato. L’antipasto s’è attaccato al polsino del vestito, d’organzino e seta nera che indossasti ieri sera alla festa delle donne, e che a me non m’hai portato, perché era l’otto marzo, tra mimose e troppe gonne! Or mi guarda il décolleté, luccicante nel lamé, mi berrei un bel caffè, però sono di corvé, il bambino piange sempre, il mio amore ancor lavora e son già le otto e tre. Lei s’affanna e pensa a me, ci mantiene, sennonché l’incombenza é mia ahimè, preparato le ho il risotto, e d’agnello un bel cosciotto, le patate, un buon dolcetto, non boicotto, sento affetto. Bé, compagna lavatrice, pronta sei per il bucato? Molto bravo sono stato, non mi sento handicappato, son preciso e lusingato, molto attento e assai sensato, ostinato, misurato, detersivo col fosfato io da sempre l’ho avversato. Sono felice d’esser nato, scollegato e un po' annoiato, lesto lesto, con un gesto, io rovisto nelle tasche, ma che testa c’ha l’Annette! sono piene di salviette maculate di rossetto, ci son briciole e polpette, qui ne vedo almeno un etto, poi c’è un nocciolo d’oliva e ben quattro sigarette!! Due fischietti, cottilon e coriandoli marron... della carta straccia assai, e qui, dentro il fazzoletto c’è da visita un biglietto... ... c’è da visita un biglietto? Cosa cosa?!...amor t’aspetto doman sera all’alberghetto, adorata non tardare, mia fatina, demonietto, mille baci sulle tette vuol stamparti il tuo folletto! A Marietto, quello scemo, devi dirgli come sempre, che in ufficio sei allo stremo, che sei martire e valletto, io mi firmo il tuo micetto, Ugo, Ughino e pure Ughetto. Ti desidero, post scriptum: mi spilucchi il salsicciotto se ti porto un gianduiotto? Brutto porco, maledetto, son cornuto e pupazzetto, non avevo alcun sospetto, son l’ometto senz’affetto dileggiato nel foglietto. Son vigliacco, sì l’ammetto, questa volta non borbotto, no, sta volta fai fagotto, non lavoro ma la casa è di mia proprietà! Già! Io faccio un quarantotto, quella mucca dell’Annette, le tagliuzzo il pube a fette, la bastono sopra gli occhi, potrà dir che son pesti, sento brividi funesti!! Basta! I nervi mi calpesti, non urlarmi negli orecchi, piccolino di papà. Il furor m’induce qua a punir l’infedeltà, affilar devo il machete, per tritare la mammà, anche se, che colpa ha il marmocchio sul sofà? Non frignare, vieni va, cucciolino di papà, c’è un bel gioco che si fa, inventato là per là. Ora stai buono e fermo, sai, fatto, pronto, è tutto okay, angioletto biondo e blu, un bacetto ti darei. Gira, gira, cestellino, si diverte il mio piccino, con le bolle di sapone, bianco e candido il visino?! E’ una festa più che al mare, come un pesce boccheggiando mi saluta Guglielmino, mi saluta dall’oblò, sorridendo anche un po'. A me piace di scherzare, perché sono un buontempone, la centrifuga è il momento che c’è un gran divertimento, lei ti deve ben strizzare, per appenderti a asciugare, ma chissà se mal ti fa tutta quell’umidità, |