GIORNATA BANALE
Ci sono giornate così banali…non sai neppure come descriverle, tanto sono vuote, ripetitive, fatte di piccoli, monotoni, gesti, azioni sempre uguali. Si sommano una all’altra formando una collana di perle indistinguibili. Sono proprio loro, le giornate così, così, quelle che non si ricordano, a comporre il mosaico di una vita. In quegli eterni, brevi, momenti che la settimana dopo non saprai nemmeno di aver vissuto, senti la stanchezza. Di una natura indefinibile, opprimente eppur vaga e leggera. Sembra non appartenerti, non te la sei procurata in alcun modo, lavorando, preoccupandoti, litigando con qualcuno. Non ci sono lutti nella tua mente, solo quel lungo, indistinto, grigio trascorrere.
|
Ogni tanto un lampo ti ricorda che il futuro sta arrivando e non sei riuscito a conquistare il tuo spazio e non gliel’hai fatta ad onorare l’impegno che avevi con te stesso. Hai trattato male tuo padre, non sei stato gentile con la tua donna, hai rubato un libro da Feltrinelli. Dici sempre un nugolo di fesserie, bluffi con tutti, sei falso e infingardo. Hai troppi debiti e qualche assegno scoperto. Piccole cose, insignificanti, solo un attimo che squarcia la monotonia, aprendo un varco sull’inquietudine ignota. Ma è tutta roba tua? Riflettendoci… forse lo spazio attorno a noi è popolato d’ineffabili e indefinibili presenze. Entità vacue, estenuate, esangui, emaciate, estreme, affamate d’energia, pronte a penetrare nella tua mente, furtive, per succhiarti, anonime, ogni volontà. Però non sono impersonali, anzi, hanno dei nomi di battesimo, una precisa identità, ma non nel modo che intendiamo solitamente. Innanzi tutto sono stronze, non cattive, stronze per necessità.
Credono di poter continuare ad esistere estorcendo scampoli d’esistenza. Stanno dappertutto: salotti, treni, in salumeria, lungo il fiume, sotto i portici. Ti adocchiano all’incrocio, nella hall di un cinema, nelle docce della piscina comunale, quando vai a nuotare il giovedì sera e… flap, flap, zacc!! T’agganciano. Prima di ripartire per le stelle vogliono godersi ancora qualche banale giornata sulla terra: smog, treni, alberi, vetrine, lungo mare, fontane, boschi, bibite, supermercati, gelati, luci al neon, sole, rugiada… Ad esempio, per Armando Massaglia, morto due sere fa a tre isolati da casa tua, è stata una vera fortuna vederti passare davanti al suo portone, con quella faccia imbalsamata, scura e rappresa di noia. Si è avvicinato e per farti coraggio, ti ha dato una pacca sulla spalla: “Ehi, amico, la vita è bella! Andiamo a farci un caffé? Pago io!”
Non hai sentito una strana sensazione di freddo che ti ha costretto ad entrare in quel bar? Non te la prendere, lui ignora di essere in un’altra dimensione, sei solo un nuovo amico da portare a spasso. Attraverso i tuoi sensi, può fumarsi una sigaretta, ammirare le sfavillanti decorazioni natalizie, i colori dei frutti e delle verdure al mercato. Può divertirsi ad ascoltare quell’autoradio che spara in strada un ritmo tecno. Normale, che vita meravigliosa!
E’ tutto splendido, anche quel paio di cosce cellulitiche della prostituta cinquantenne, che batte in Corso Massimo d’Azeglio. Guarda che tette enormi, flaccide e rugose, dentro la camicetta aperta! Si era sempre ripromesso di vincere i sensi di colpa e di andarci con quella, almeno una volta, per gioco, per provare qualcosa di nuovo. Sua moglie non lo saprà mai… beh, c’è tempo, ha solo trentacinque anni. Ascoltami, convincilo a restare con lei, oggi… lascialo andare, incoraggialo.
Lo porterà su, in camera, col prossimo cliente. Lascia che si diverta. Prima di partire avrà pur diritto ad un po’ di sesso! Perché, fra poco qualcosa di lassù lo acchiapperà per il bavero, risucchiandolo nelle sue fauci di luce. Ahm, pappa buona! Passeranno decenni, forse secoli, prima che torni sulla terra in forma animale, se non umana, per godere dei piaceri del corpo!
Eh sì, alla fine i programmi scompaiono tutti. Pubblicità compresa. La morte libera dall’illusione e… dall’informazione. Almeno un vantaggio c’è.
Credono di poter continuare ad esistere estorcendo scampoli d’esistenza. Stanno dappertutto: salotti, treni, in salumeria, lungo il fiume, sotto i portici. Ti adocchiano all’incrocio, nella hall di un cinema, nelle docce della piscina comunale, quando vai a nuotare il giovedì sera e… flap, flap, zacc!! T’agganciano. Prima di ripartire per le stelle vogliono godersi ancora qualche banale giornata sulla terra: smog, treni, alberi, vetrine, lungo mare, fontane, boschi, bibite, supermercati, gelati, luci al neon, sole, rugiada… Ad esempio, per Armando Massaglia, morto due sere fa a tre isolati da casa tua, è stata una vera fortuna vederti passare davanti al suo portone, con quella faccia imbalsamata, scura e rappresa di noia. Si è avvicinato e per farti coraggio, ti ha dato una pacca sulla spalla: “Ehi, amico, la vita è bella! Andiamo a farci un caffé? Pago io!”
Non hai sentito una strana sensazione di freddo che ti ha costretto ad entrare in quel bar? Non te la prendere, lui ignora di essere in un’altra dimensione, sei solo un nuovo amico da portare a spasso. Attraverso i tuoi sensi, può fumarsi una sigaretta, ammirare le sfavillanti decorazioni natalizie, i colori dei frutti e delle verdure al mercato. Può divertirsi ad ascoltare quell’autoradio che spara in strada un ritmo tecno. Normale, che vita meravigliosa!
E’ tutto splendido, anche quel paio di cosce cellulitiche della prostituta cinquantenne, che batte in Corso Massimo d’Azeglio. Guarda che tette enormi, flaccide e rugose, dentro la camicetta aperta! Si era sempre ripromesso di vincere i sensi di colpa e di andarci con quella, almeno una volta, per gioco, per provare qualcosa di nuovo. Sua moglie non lo saprà mai… beh, c’è tempo, ha solo trentacinque anni. Ascoltami, convincilo a restare con lei, oggi… lascialo andare, incoraggialo.
Lo porterà su, in camera, col prossimo cliente. Lascia che si diverta. Prima di partire avrà pur diritto ad un po’ di sesso! Perché, fra poco qualcosa di lassù lo acchiapperà per il bavero, risucchiandolo nelle sue fauci di luce. Ahm, pappa buona! Passeranno decenni, forse secoli, prima che torni sulla terra in forma animale, se non umana, per godere dei piaceri del corpo!
Eh sì, alla fine i programmi scompaiono tutti. Pubblicità compresa. La morte libera dall’illusione e… dall’informazione. Almeno un vantaggio c’è.