L'ANTICRISTO CIRCASSO
Un freddo vento sciamano, profugo del nord est, iniziò a scalpitare, trascinando polvere e cartacce che danzavano sulle strade in vortici e mulinelli.
La temperatura era scesa da quaranta a dodici gradi in un paio d’ore. In quella fresca notte di luglio iniziò a stillare dal cielo una tagliente pioggerella iridescente, del tutto normale a Torino, dato il clima subtropicale. Stormi d’aquile urbane, in cerca di cibo, stridevano basse, esibendosi in rapide cabrate. Un rapace più ardito, volò radente per rubare il cappello dell’uomo, emettendo uno stridulo lamento. Sorpreso dall’agguato, con gli artigli ben impressi sulla retina |
degli occhi, Giovanni corse. Salì le scale dell’antico palazzo signorile, ereditato dalla sua famiglia. L’ascensore era in panne e lui sfinito di stanchezza.
Aveva lo stomaco gravato di tagliatelle alla carbonara, un cibo torbido per il suo fegato. Era profondamente felice: anche se la digestione tardava e non faceva l’amore da mesi, si sentiva sazio ed appagato dal suo banale successo di docente universitario, esperto di tradizioni ebraiche e di cabala, e dal ticchettio della pioggia sul tetto. Ripensò alla serata trascorsa con la sua nuova fiamma: Verena.
Ascoltava in lontananza la pendola del trisnonno, che misurava il tempo nel salotto di cretonne blu. L’arredamento era lo stesso, dai tempi di Garibaldi: una funambolica accozzaglia di stili. Impero, Liberty, art decò, fascista, design anni ’60 e ’70… tutto s’era stratificato in quell’enorme appartamento, come le rovine di Troia… ora ripassava mentalmente il mobile bar in radica di noce, con gli interni foderati di specchietti, dove vegetavano i bicchieri di cristallo molato e le schifose bottiglie di vecchi liquori da offrire agli amici antipatici.
Gli sembrò di assopirsi nel rivedere l’immagine di un presentatore televisivo che sollecitava l’ultimo concorrente di un gioco a quiz, quando il suo corpo diventò pesantissimo, sino alla paralisi. Ebbe paura e istintivamente aprì gli occhi. Nell’oscurità assoluta vide bizzarre linee serpeggianti, che si trasformarono in una ruota di porte luminose, ognuna contrassegnata da una lettera dell’alfabeto ebraico.
L’ostilità della ruota lo attirava, custodita da un’ombra gigantesca, minacciosa, che si era qualificava come il Non Essere… temette la morte eterna, l’annientamento. Il mostro ostentava la sua ferocia, pronto a sbranarlo se non gli avesse rivelato il nome. Il sigillo di battaglia! Quale nome? Quale nome? Presto!
Cercava disperatamente un codice, un termine, una parola, un limite, ecco, una linea di demarcazione per definire! Per definirsi, per scoprire come si chiamava Dio, forse. Era pietrificato, atterrito. L’ombra spalancò le sue fauci deformi, raccapriccianti, tempestate di zanne aguzze, ma la Voce lo ammonì e lo guidò ad una soluzione: “Il tuo nome è Non cercare di capire.”
Liberato da un peso tremendo, si sentii scagliato verso l’infinito da un elastico che non opponeva più resistenza, oltrepasso una porta e iniziò, finalmente, a vedere, mentre la Voce lo supplicava: “Lascia che lettere continuino ad essere lettere, nonostante le parole!”
Novello Dante, accompagnato da un ignoto Virgilio, Giovanni scoprì la sua capacità di entrare in uno stato alterato di perfetta consapevolezza. All’inizio è difficile, ma la pratica rende naturale il procedere.
Osservò un guerriero possente che volava su una biga, trainata al galoppo da dodici asini neri raglianti. Sorrideva sarcastico, facendo schioccare un flagello. Turbinavano le nubi, rompendosi al suo passaggio, simili a vapori scagliati ai limiti dell’universo dall’impetuoso vento centrifugo.
L’uomo d'arme era avvolto in un manto bianco, lucente come la prima neve. Improvvisamente salì dalle profondità della terra una pioggia di sangue che iniziò ad assediare il cielo. Uno spettacolo innaturale, accompagnato da una voce tonante: - Ecco, l’umana, confusa, specie ha trovato l’eroe che riedificandolo demolisce il tempio! La sua potenza è ferma: il suo comando, dagli abissi, tinge di vermiglio i cieli.
I cartigli di Aton, le tavole della ferrea legge di Anu, cadranno nella polvere, fracassate dall’ascia d’acciaio.
Il terrore invase la coscienza di Giovanni, quando la pioggia di sangue divenne tempesta, e la terra fu coperta da un nuovo diluvio purpureo. Il mondo coperto di rosso dissolse, cedendo il posto ad un interno abitato, un appartamento fantascientifico, di un lattescente abbacinante, arredato con mobili di vetro e acciaio lustrato.
Un uomo si alzò da una poltrona, poggiandosi ad un bastone da passeggio a luce laser. Fece qualche passo a fatica, zoppicando leggermente dalla gamba destra. Una smorfia di compiacimento gli dipinse le labbra.
“Benvenuto al terzo livello della base Betelguese.”
Giovanni non capiva. Sembrava che l’altro potesse vederlo, o almeno fiutare la sua presenza. Provò a formulare un pensiero: “Io, io, sono il Professor Giovanni Bernardini, piacere di conoscerla, abito a Torino e credo di arrivare dal passato. Lei mi può sentire?”
“Certo che io posso, sei tu che ancora non puoi… capire, né materializzarti nella mia dimensione, Rabbì Yochanan ben Zakkai. Il corso dello spazio tempo non è un mistero per me, giacché Io sono.”
Continuava a non afferrare, con chi stava parlando? Eppure quello continuava a rispondergli, come se potesse vederlo e leggergli nel pensiero.
“Non sforzarti inutilmente, Rabbì, stai sperimentando il gilgul, la trasmigrazione dell’anima, senza che il tuo corpo fisico sia morto: che illusione la materia! Sai quante carni puoi riempire o usurpare nel corso nello spazio, visto che il tempo non esiste? Infinite. Sono tutte lì, a tua disposizione, nella loro gloria.
Presto scoprirai cosa ti succede, ah, la memoria ti ritornerà fra un attimo, eccellente maestro della Sitrè Thorah, conoscitore dei Misteri della Legge, e della Ma’aseh Merkavah, erede della tradizione di Babilonia! Ma sappi che io me ne frego di Abramo, Aton, Mosè e Giosuè, non mi curo delle garanzie di Elia, della Sitrè Thorah e dei Misteri della Legge! Io non mi curo della Ma’aseh Merkavah, l’Opera del Carro e della Ma’aseh Berechith, l’Opera della Creazione.
Io tutto ho studiato e tutto conosco, ma tanto i sette cieli e le sette sale celesti, i tuoi cari stadi d’illuminazione, non portano che all’unione estatica con me stesso, come vedi, anche tu sei mio! Quale Opera del Trono!? Io sono, il Sepher Yetzirah, il trono, che non ha bisogno di adempiere le otto condizioni. Io nacqui puro: quale Vav, Vav, Vav, tre volte perfetto, sono l’Adamo del sesto giorno che Dio benedice per l’eternità. Io sono Alef e Khet, infine… io, sono Tet e Set, il Re, che viene per guidare il mondo: nessuno mi fermerà.”
Quel pazzo bestemmiava, citava nomi e concetti d’alta filosofia egizia e cabalistica. Aveva un tono imperioso ma non minaccioso… eppure lo riempiva di apprensione. Per fortuna la sua guida tornò per istruirlo.
La terza voce, l’ignoto Virgilio, disse: “Giovanni, questo musulmano frankista, che si crede Dio ha creato la nuova Circassia. Egli è riuscito a confederare i territori degli Urali e le ex repubbliche sovietiche: Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Armenia, Georgia. L’Iran, dopo aver conquistato Irak, Siria, Giordania e Libano ha siglato con lui un patto di alleanza.
Tutto è iniziato con lo sfruttamento delle ricchezze del Caspio e dell’Asia centrale…”
“Taci angelo di luce”, riprese lui, “So perfettamente quello che ho vissuto. Il Caucaso, che bei ricordi, è stata la testa d’ariete dell’Islam ebraico verso l’occidente!” La vendetta è completa, Rabbi! Sii felice, le persecuzioni che ci costrinsero ad abiurare, apparentemente, la nostra fede… sono un lontano ricordo: Shabbetay Tzevì, Nathan di Gaza, Avraham Mikael Cardozo e Jakob Frank e tu per primo, fariseo, che cedesti Gerusalemme ai romani, siete vendicati.
Da secoli, dura la guerra d’Israele per ristabilire la potenza di Davide.
Calpestato, umiliato dai suoi nemici, incessantemente minacciato di morte, di persecuzioni, di violenze, Giacobbe non è perito, anzi! S’è moltiplicato nell’ombra, sulla faccia della terra, perché tutta la terra gli deve appartenere per essere salvata! Adesso fermerò la guerra fra Russia ed Europa, che ho iniziato per distrarre l’opinione pubblica, e il mondo riconoscerà il Serpente d’Oro.
“Chi potrà tenergli testa, se controlla il 70% delle risorse petrolifere, minerarie e l’energia pulita del mondo?”, pensò Giovanni.
“Nessuno. Ho affascinato i miei alleati. La Russia avrà l’occidente come bottino e le sanzioni per la sconfitta saranno il mio strumento di pace, perché è da nord che verrà la fine del presente stato di cose. La ricostruzione del Tempio di Salomone sarà ultimata, i cristiani dovranno abiurare il sacrificio continuo e rinunciare ai loro pastori, impostori: popi, vescovi e papi. Io unificherò tutte le confessioni in un solo culto che adorerà il Dio Misterioso, il cui simbolo sarà la fiaccola eterna del sapere. Tutti dovranno piegarsi davanti al Fuoco dell’Alleanza, anche se… la religione è un pretesto, Rabbì Yochanan ben Zakkai, Giovanni figlio di Zaccheo!”
Lo aveva chiamato per nome, un appellativo storico citato nel Talmud, che lui ben conosceva. Yochanan ben Zakkai, il saggio che complottò affinché Gerusalemme assediata si arrendesse ai romani! Ricordò le sue dispute con i rivoluzionari zeloti, che con i loro metodi sanguinari avrebbero contribuito a distruggere il giudaismo per sempre. Rivisse l'assedio della Città Santa, tra il 68 e il 70 dopo Cristo; si vide uscire dalla capitale per raggiungere l’accampamento romano, facendosi trasportare in una bara dai suoi discepoli per conferire Vespasiano. Ricordò d’aver profetizzato al comandante, la sua ascesa al trono imperiale, implorando in cambio la possibilità di fondare una scuola a Yavneh, centro divenuto rifugio dei giudei filo-romani.
“Vedo che inizi a ricordare, modello di virtù tra i Marrani, e questo ti turba ancor più della visione in cui sei precipitato, perché quando il Tempio cadde in rovina, tu e i tuoi seguaci perpetuaste il giudaismo, insegnando però che le buone azioni avevano orami sostituito il potere espiatorio dei sacrifici rituali: sacrilegio efferato, ma tu Yochanan ben Zakkai non hai mai compreso chi siamo veramente noi, progenie dei sacerdoti di Aton.
All’inizio dei giorni fu il nostro più grande scienziato genetista che ibridò le razze terrestri, per farne rispettosi servi. L’avresti mai detto? Alcuni di noi non sono né terrestri, né guerrieri zeloti: giungiamo dalle stelle, ma la verità è un’altra. Dio è la rete di connessioni elettroniche, io sono il potere assoluto. Tutti le apparecchiature e i sistemi informatici usano programmi ideati da me: gli schemi operativi nascosti mi danno il controllo d’ogni configurazione, da quelle satellitari a quelle sanitarie e finanziarie.
Posso entrare in tutte le case, quando voglio, e fra non molto invaderò le singole menti, per controllare i corpi dell’umanità. Sarò la bilancia e il suo ago. Non esisterà tubatura inaccessibile, artificiale o biologica: bit a bit, in tempo reale, tutto sotto controllo.
Ciascuno sarà felice nel grande alveare. Governerò e genererò un periodo di pace millenaria, farò rifiorire l’età dell’oro. Rinascerà la natura, ci sarà prosperità senza guerre economiche e religiose. In un futuro molto vicino gli esseri umani non nasceranno da femmine ma nei miei laboratori. Non dovranno più pensare, ma solo inchinarsi a me ed esistere: lavorare, divertirsi, morire, ballare, nutrirsi, ognuno nella propria casta, secondo un preciso programma. Ecco il progresso, questo è il piano dell’Antico Ordine di Anu!
Ecco il fondamento: gli eletti, risponderanno alla nuova legge spirituale, che sta di là del bene e del male. Tu mi seguirai Yochanan ben Zakkai, ed avrai il potere che meriti, ma ricorda, il messia, per liberare il mondo, può percorrere qualsiasi strada, anche quella dell’inganno, della calunnia, del terrorismo, della frode, se torna utile. Dobbiamo peccare al massimo grado, perché qui sta la salvezza: chi più cade in basso, prima contempla la luce, avendo toccato l’infimo delle tenebre.
La Shekhinah torna rinnovata: la liberazione non coincide più con il semplice rientro degli Ebrei a Sion. La redenzione non è più una liberazione dalla servitù dell’esilio, ma è un mutamento dell’essenza intima di tutta la creazione, è il Tiqqun, la restaurazione dell’armonia, turbata dalla rottura dei vasi e dal peccato d’Adamo. Di conseguenza, il nucleo dell’idea di redenzione si è spostato sul piano della realtà interiore, il rinnovamento si realizza nell’anima stessa e il suo valore è notevolmente superiore al rinnovamento della vita politica. Ma la redenzione storica è inseparabile dalla redenzione cosmica di cui è un effetto collaterale, quindi la conseguenza della realizzata libertà interiore è il pieno adempimento anche nella parte esteriore e politica.”
L’Anticristo pareva soddisfatto. Si commosse, versandosi un abbondante bicchiere di tè e burro fuso. “Vorrei offrirti questa delizia, ma mi rendo conto dei tuoi grossi limiti corporali: tu ingurgiti tagliatelle alla carbonara, hai dimenticato l’arte della Cabala e sei incapace di materializzarti nel tuo futuro - che è il mio presente - perché non riconosci il tuo corpo prossimo venturo, ben presente in questo scenario. Però puoi vedermi e gustare almeno l’essenza di questa bevanda. Brinda con me al nuovo ordine mondiale!”
Giovanni obbedì quasi inebetito, affondando in quel miscuglio disgustoso, che gli scombussolò, per così dire, lo stomaco astrale. Provò un forte desiderio di vomitare.
“Per semplificare il concetto: oggi, senza la Carta d'Identificazione Globale”, proseguì l’Anticristo, “è difficile vendere, comprare e fare transazioni commerciali in modo tradizionale Questo è nulla! Presto sarà impossibile e chi rifiuterà di entrare nella Rete Invisibile Mondiale sarà arrestato e ospedalizzato.” Rise sguaiatamente.
“Fuori della Rete non si potrà più vivere. Troveremo chi ci ostacola, attaccando il sistema. Cattureremo chi osa rifugiarsi negli spazi liberi vivendo di baratto, scopriremo chi manipolerà la propria identità per spiarci, vivendo tra noi con una falsa identità. I traditori, i disertori, i nati da parto naturale, questi poveri folli, malati, saranno curati… a modo mio! Non c’è scampo per i ribelli. Tra quarantotto ore le Nazioni Unite daranno il loro benestare alla Legge Obbligatoria di Connessione Permanente.”
Ma che cosa poteva fare per impedire la catastrofe finale? In che anno si trovava? Quanto tempo aveva ancora a disposizione?
“Il tuo nome è Non cercare di capire”, dichiarò nuovamente l’angelo che lo aveva accompagnato.
Il mostro non considerò l’angelo e poggiandosi al suo bastone da passeggio a luce laser, tornò zoppicando alla poltrona. Una ghigno di consenso accompagnò il suo commiato: “Ci incontreremo presto, rabbi… nuovamente al terzo livello della base Betelguese.”
Giovanni, liberato da un peso tremendo, fu scagliato verso l’infinito da un elastico potente e preciso, ed atterrò nel suo corpo rigido, mentre la Voce gli ricordava: “Lascia che lettere continuino ad essere lettere, nonostante le parole!”
Si alzò, aprì la finestra per respirare: la cupola del Duomo di San Giovanni e i tetti di Palazzo Reale erano inchiodati nell’arcigna notte estiva torinese. Dense nuvole grigie coprivano le stelle e la luna.
Le tagliatelle alla carbonara, cibo detestabile per il suo fegato, davano ancora sintomi di acidità, favorita dal tè col burro fuso. Anche se la digestione differiva e le sue mani non accarezzavano i seni di una ragazza da mesi, doveva escogitare un piano per fermare il mostro; quando sarebbe iniziata la fine?
Aveva lo stomaco gravato di tagliatelle alla carbonara, un cibo torbido per il suo fegato. Era profondamente felice: anche se la digestione tardava e non faceva l’amore da mesi, si sentiva sazio ed appagato dal suo banale successo di docente universitario, esperto di tradizioni ebraiche e di cabala, e dal ticchettio della pioggia sul tetto. Ripensò alla serata trascorsa con la sua nuova fiamma: Verena.
Ascoltava in lontananza la pendola del trisnonno, che misurava il tempo nel salotto di cretonne blu. L’arredamento era lo stesso, dai tempi di Garibaldi: una funambolica accozzaglia di stili. Impero, Liberty, art decò, fascista, design anni ’60 e ’70… tutto s’era stratificato in quell’enorme appartamento, come le rovine di Troia… ora ripassava mentalmente il mobile bar in radica di noce, con gli interni foderati di specchietti, dove vegetavano i bicchieri di cristallo molato e le schifose bottiglie di vecchi liquori da offrire agli amici antipatici.
Gli sembrò di assopirsi nel rivedere l’immagine di un presentatore televisivo che sollecitava l’ultimo concorrente di un gioco a quiz, quando il suo corpo diventò pesantissimo, sino alla paralisi. Ebbe paura e istintivamente aprì gli occhi. Nell’oscurità assoluta vide bizzarre linee serpeggianti, che si trasformarono in una ruota di porte luminose, ognuna contrassegnata da una lettera dell’alfabeto ebraico.
L’ostilità della ruota lo attirava, custodita da un’ombra gigantesca, minacciosa, che si era qualificava come il Non Essere… temette la morte eterna, l’annientamento. Il mostro ostentava la sua ferocia, pronto a sbranarlo se non gli avesse rivelato il nome. Il sigillo di battaglia! Quale nome? Quale nome? Presto!
Cercava disperatamente un codice, un termine, una parola, un limite, ecco, una linea di demarcazione per definire! Per definirsi, per scoprire come si chiamava Dio, forse. Era pietrificato, atterrito. L’ombra spalancò le sue fauci deformi, raccapriccianti, tempestate di zanne aguzze, ma la Voce lo ammonì e lo guidò ad una soluzione: “Il tuo nome è Non cercare di capire.”
Liberato da un peso tremendo, si sentii scagliato verso l’infinito da un elastico che non opponeva più resistenza, oltrepasso una porta e iniziò, finalmente, a vedere, mentre la Voce lo supplicava: “Lascia che lettere continuino ad essere lettere, nonostante le parole!”
Novello Dante, accompagnato da un ignoto Virgilio, Giovanni scoprì la sua capacità di entrare in uno stato alterato di perfetta consapevolezza. All’inizio è difficile, ma la pratica rende naturale il procedere.
Osservò un guerriero possente che volava su una biga, trainata al galoppo da dodici asini neri raglianti. Sorrideva sarcastico, facendo schioccare un flagello. Turbinavano le nubi, rompendosi al suo passaggio, simili a vapori scagliati ai limiti dell’universo dall’impetuoso vento centrifugo.
L’uomo d'arme era avvolto in un manto bianco, lucente come la prima neve. Improvvisamente salì dalle profondità della terra una pioggia di sangue che iniziò ad assediare il cielo. Uno spettacolo innaturale, accompagnato da una voce tonante: - Ecco, l’umana, confusa, specie ha trovato l’eroe che riedificandolo demolisce il tempio! La sua potenza è ferma: il suo comando, dagli abissi, tinge di vermiglio i cieli.
I cartigli di Aton, le tavole della ferrea legge di Anu, cadranno nella polvere, fracassate dall’ascia d’acciaio.
Il terrore invase la coscienza di Giovanni, quando la pioggia di sangue divenne tempesta, e la terra fu coperta da un nuovo diluvio purpureo. Il mondo coperto di rosso dissolse, cedendo il posto ad un interno abitato, un appartamento fantascientifico, di un lattescente abbacinante, arredato con mobili di vetro e acciaio lustrato.
Un uomo si alzò da una poltrona, poggiandosi ad un bastone da passeggio a luce laser. Fece qualche passo a fatica, zoppicando leggermente dalla gamba destra. Una smorfia di compiacimento gli dipinse le labbra.
“Benvenuto al terzo livello della base Betelguese.”
Giovanni non capiva. Sembrava che l’altro potesse vederlo, o almeno fiutare la sua presenza. Provò a formulare un pensiero: “Io, io, sono il Professor Giovanni Bernardini, piacere di conoscerla, abito a Torino e credo di arrivare dal passato. Lei mi può sentire?”
“Certo che io posso, sei tu che ancora non puoi… capire, né materializzarti nella mia dimensione, Rabbì Yochanan ben Zakkai. Il corso dello spazio tempo non è un mistero per me, giacché Io sono.”
Continuava a non afferrare, con chi stava parlando? Eppure quello continuava a rispondergli, come se potesse vederlo e leggergli nel pensiero.
“Non sforzarti inutilmente, Rabbì, stai sperimentando il gilgul, la trasmigrazione dell’anima, senza che il tuo corpo fisico sia morto: che illusione la materia! Sai quante carni puoi riempire o usurpare nel corso nello spazio, visto che il tempo non esiste? Infinite. Sono tutte lì, a tua disposizione, nella loro gloria.
Presto scoprirai cosa ti succede, ah, la memoria ti ritornerà fra un attimo, eccellente maestro della Sitrè Thorah, conoscitore dei Misteri della Legge, e della Ma’aseh Merkavah, erede della tradizione di Babilonia! Ma sappi che io me ne frego di Abramo, Aton, Mosè e Giosuè, non mi curo delle garanzie di Elia, della Sitrè Thorah e dei Misteri della Legge! Io non mi curo della Ma’aseh Merkavah, l’Opera del Carro e della Ma’aseh Berechith, l’Opera della Creazione.
Io tutto ho studiato e tutto conosco, ma tanto i sette cieli e le sette sale celesti, i tuoi cari stadi d’illuminazione, non portano che all’unione estatica con me stesso, come vedi, anche tu sei mio! Quale Opera del Trono!? Io sono, il Sepher Yetzirah, il trono, che non ha bisogno di adempiere le otto condizioni. Io nacqui puro: quale Vav, Vav, Vav, tre volte perfetto, sono l’Adamo del sesto giorno che Dio benedice per l’eternità. Io sono Alef e Khet, infine… io, sono Tet e Set, il Re, che viene per guidare il mondo: nessuno mi fermerà.”
Quel pazzo bestemmiava, citava nomi e concetti d’alta filosofia egizia e cabalistica. Aveva un tono imperioso ma non minaccioso… eppure lo riempiva di apprensione. Per fortuna la sua guida tornò per istruirlo.
La terza voce, l’ignoto Virgilio, disse: “Giovanni, questo musulmano frankista, che si crede Dio ha creato la nuova Circassia. Egli è riuscito a confederare i territori degli Urali e le ex repubbliche sovietiche: Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Armenia, Georgia. L’Iran, dopo aver conquistato Irak, Siria, Giordania e Libano ha siglato con lui un patto di alleanza.
Tutto è iniziato con lo sfruttamento delle ricchezze del Caspio e dell’Asia centrale…”
“Taci angelo di luce”, riprese lui, “So perfettamente quello che ho vissuto. Il Caucaso, che bei ricordi, è stata la testa d’ariete dell’Islam ebraico verso l’occidente!” La vendetta è completa, Rabbi! Sii felice, le persecuzioni che ci costrinsero ad abiurare, apparentemente, la nostra fede… sono un lontano ricordo: Shabbetay Tzevì, Nathan di Gaza, Avraham Mikael Cardozo e Jakob Frank e tu per primo, fariseo, che cedesti Gerusalemme ai romani, siete vendicati.
Da secoli, dura la guerra d’Israele per ristabilire la potenza di Davide.
Calpestato, umiliato dai suoi nemici, incessantemente minacciato di morte, di persecuzioni, di violenze, Giacobbe non è perito, anzi! S’è moltiplicato nell’ombra, sulla faccia della terra, perché tutta la terra gli deve appartenere per essere salvata! Adesso fermerò la guerra fra Russia ed Europa, che ho iniziato per distrarre l’opinione pubblica, e il mondo riconoscerà il Serpente d’Oro.
“Chi potrà tenergli testa, se controlla il 70% delle risorse petrolifere, minerarie e l’energia pulita del mondo?”, pensò Giovanni.
“Nessuno. Ho affascinato i miei alleati. La Russia avrà l’occidente come bottino e le sanzioni per la sconfitta saranno il mio strumento di pace, perché è da nord che verrà la fine del presente stato di cose. La ricostruzione del Tempio di Salomone sarà ultimata, i cristiani dovranno abiurare il sacrificio continuo e rinunciare ai loro pastori, impostori: popi, vescovi e papi. Io unificherò tutte le confessioni in un solo culto che adorerà il Dio Misterioso, il cui simbolo sarà la fiaccola eterna del sapere. Tutti dovranno piegarsi davanti al Fuoco dell’Alleanza, anche se… la religione è un pretesto, Rabbì Yochanan ben Zakkai, Giovanni figlio di Zaccheo!”
Lo aveva chiamato per nome, un appellativo storico citato nel Talmud, che lui ben conosceva. Yochanan ben Zakkai, il saggio che complottò affinché Gerusalemme assediata si arrendesse ai romani! Ricordò le sue dispute con i rivoluzionari zeloti, che con i loro metodi sanguinari avrebbero contribuito a distruggere il giudaismo per sempre. Rivisse l'assedio della Città Santa, tra il 68 e il 70 dopo Cristo; si vide uscire dalla capitale per raggiungere l’accampamento romano, facendosi trasportare in una bara dai suoi discepoli per conferire Vespasiano. Ricordò d’aver profetizzato al comandante, la sua ascesa al trono imperiale, implorando in cambio la possibilità di fondare una scuola a Yavneh, centro divenuto rifugio dei giudei filo-romani.
“Vedo che inizi a ricordare, modello di virtù tra i Marrani, e questo ti turba ancor più della visione in cui sei precipitato, perché quando il Tempio cadde in rovina, tu e i tuoi seguaci perpetuaste il giudaismo, insegnando però che le buone azioni avevano orami sostituito il potere espiatorio dei sacrifici rituali: sacrilegio efferato, ma tu Yochanan ben Zakkai non hai mai compreso chi siamo veramente noi, progenie dei sacerdoti di Aton.
All’inizio dei giorni fu il nostro più grande scienziato genetista che ibridò le razze terrestri, per farne rispettosi servi. L’avresti mai detto? Alcuni di noi non sono né terrestri, né guerrieri zeloti: giungiamo dalle stelle, ma la verità è un’altra. Dio è la rete di connessioni elettroniche, io sono il potere assoluto. Tutti le apparecchiature e i sistemi informatici usano programmi ideati da me: gli schemi operativi nascosti mi danno il controllo d’ogni configurazione, da quelle satellitari a quelle sanitarie e finanziarie.
Posso entrare in tutte le case, quando voglio, e fra non molto invaderò le singole menti, per controllare i corpi dell’umanità. Sarò la bilancia e il suo ago. Non esisterà tubatura inaccessibile, artificiale o biologica: bit a bit, in tempo reale, tutto sotto controllo.
Ciascuno sarà felice nel grande alveare. Governerò e genererò un periodo di pace millenaria, farò rifiorire l’età dell’oro. Rinascerà la natura, ci sarà prosperità senza guerre economiche e religiose. In un futuro molto vicino gli esseri umani non nasceranno da femmine ma nei miei laboratori. Non dovranno più pensare, ma solo inchinarsi a me ed esistere: lavorare, divertirsi, morire, ballare, nutrirsi, ognuno nella propria casta, secondo un preciso programma. Ecco il progresso, questo è il piano dell’Antico Ordine di Anu!
Ecco il fondamento: gli eletti, risponderanno alla nuova legge spirituale, che sta di là del bene e del male. Tu mi seguirai Yochanan ben Zakkai, ed avrai il potere che meriti, ma ricorda, il messia, per liberare il mondo, può percorrere qualsiasi strada, anche quella dell’inganno, della calunnia, del terrorismo, della frode, se torna utile. Dobbiamo peccare al massimo grado, perché qui sta la salvezza: chi più cade in basso, prima contempla la luce, avendo toccato l’infimo delle tenebre.
La Shekhinah torna rinnovata: la liberazione non coincide più con il semplice rientro degli Ebrei a Sion. La redenzione non è più una liberazione dalla servitù dell’esilio, ma è un mutamento dell’essenza intima di tutta la creazione, è il Tiqqun, la restaurazione dell’armonia, turbata dalla rottura dei vasi e dal peccato d’Adamo. Di conseguenza, il nucleo dell’idea di redenzione si è spostato sul piano della realtà interiore, il rinnovamento si realizza nell’anima stessa e il suo valore è notevolmente superiore al rinnovamento della vita politica. Ma la redenzione storica è inseparabile dalla redenzione cosmica di cui è un effetto collaterale, quindi la conseguenza della realizzata libertà interiore è il pieno adempimento anche nella parte esteriore e politica.”
L’Anticristo pareva soddisfatto. Si commosse, versandosi un abbondante bicchiere di tè e burro fuso. “Vorrei offrirti questa delizia, ma mi rendo conto dei tuoi grossi limiti corporali: tu ingurgiti tagliatelle alla carbonara, hai dimenticato l’arte della Cabala e sei incapace di materializzarti nel tuo futuro - che è il mio presente - perché non riconosci il tuo corpo prossimo venturo, ben presente in questo scenario. Però puoi vedermi e gustare almeno l’essenza di questa bevanda. Brinda con me al nuovo ordine mondiale!”
Giovanni obbedì quasi inebetito, affondando in quel miscuglio disgustoso, che gli scombussolò, per così dire, lo stomaco astrale. Provò un forte desiderio di vomitare.
“Per semplificare il concetto: oggi, senza la Carta d'Identificazione Globale”, proseguì l’Anticristo, “è difficile vendere, comprare e fare transazioni commerciali in modo tradizionale Questo è nulla! Presto sarà impossibile e chi rifiuterà di entrare nella Rete Invisibile Mondiale sarà arrestato e ospedalizzato.” Rise sguaiatamente.
“Fuori della Rete non si potrà più vivere. Troveremo chi ci ostacola, attaccando il sistema. Cattureremo chi osa rifugiarsi negli spazi liberi vivendo di baratto, scopriremo chi manipolerà la propria identità per spiarci, vivendo tra noi con una falsa identità. I traditori, i disertori, i nati da parto naturale, questi poveri folli, malati, saranno curati… a modo mio! Non c’è scampo per i ribelli. Tra quarantotto ore le Nazioni Unite daranno il loro benestare alla Legge Obbligatoria di Connessione Permanente.”
Ma che cosa poteva fare per impedire la catastrofe finale? In che anno si trovava? Quanto tempo aveva ancora a disposizione?
“Il tuo nome è Non cercare di capire”, dichiarò nuovamente l’angelo che lo aveva accompagnato.
Il mostro non considerò l’angelo e poggiandosi al suo bastone da passeggio a luce laser, tornò zoppicando alla poltrona. Una ghigno di consenso accompagnò il suo commiato: “Ci incontreremo presto, rabbi… nuovamente al terzo livello della base Betelguese.”
Giovanni, liberato da un peso tremendo, fu scagliato verso l’infinito da un elastico potente e preciso, ed atterrò nel suo corpo rigido, mentre la Voce gli ricordava: “Lascia che lettere continuino ad essere lettere, nonostante le parole!”
Si alzò, aprì la finestra per respirare: la cupola del Duomo di San Giovanni e i tetti di Palazzo Reale erano inchiodati nell’arcigna notte estiva torinese. Dense nuvole grigie coprivano le stelle e la luna.
Le tagliatelle alla carbonara, cibo detestabile per il suo fegato, davano ancora sintomi di acidità, favorita dal tè col burro fuso. Anche se la digestione differiva e le sue mani non accarezzavano i seni di una ragazza da mesi, doveva escogitare un piano per fermare il mostro; quando sarebbe iniziata la fine?