GUERRA DI POPOLO ASTRALE
Nessuno la vide arrivare, nessuno la vide, modellarsi dal nulla. Nel cielo s'accese uno spettacolo irragionevole. Si poteva venerare la stella da entrambi gli emisferi, giorno e notte. La croce rilucente fissava lo sguardo sulla terra, avvicinandosi, incurante dell'incredulità umana. L'astro pulsò divenendo verde e iniziò a roteare sibilando. Il suono durò qualche minuto... ma nel mondo non si sentì. Arrestò la sua corsa e tacque, brillando silenziosa in attesa. A Torino la cupola del Duomo di San Giovanni e i tetti di Palazzo Reale inchiodati nell’arcigna notte estiva, erano illuminati dall’ignoto bagliore che faceva impallidire la luna piena.
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L’uomo si sollevò dal materasso, ondeggiando. Aprì gli occhi, terrorizzato, e s'aggrappò ad una maniglia dell'armadio. Afferrò le ciabatte magnetiche e le calzò, ritrovando la sensazione della gravità. Planò. Non ricordava di possedere simili calzature, né di avere un sistema antigravitazione. Costava troppo, quel giochetto. Eppure tutto pareva reale.
Alzò lo sguardo al soffitto: il multivisore Oled, ad emettitori di luce organici, sputò un film sexy interattivo. Una donna era adagiata su un'amaca: mostrava la schiena, le spalle e la testa riccia. Sospirava. Lui poteva provarci... o no. La femmina si voltò voluttuosamente. Primo piano: un essere d’aspetto orripilante!
Lui telecomandò il rifiuto. Dal lato destro dello schermo partì un pugno. Il colpo fu violento. Il volto si macchiò di rosso. Il simulacro virtuale cadde a terra, annichilito.
Schifato da tanta violenza, urlò “stop!” e il visore dissolse al nero, restando acceso e frizzante di puntini verdarstri.
Si chiese chi poteva volergli così male da propinargli un simile spettacolo osceno, visto che lui non era mai stato violento; adorava, disperatamente tutto l’universo mondo che stava per distruggerlo. In quella tribolazione profonda e nostalgica, ripensò ad Eliana, la ragazza che aveva amato a diciassette anni.
Dopo tre secondi apparve il volto di una giovanissima moretta con gli occhi chiari. Ted rise a fior di labbra, sussurrando: “Eliana!”
La donna si accorse d’essere osservata e la sua voce traboccò dagli amplificatori. “E' un anno che non ci vediamo, come te la passi Ted?"
"Come sarebbe a dire un anno?" Rise.
Eliana annuì, lui stupì, cosciente dell'impossibilità: altro che dodici mesi, erano passate... ventidue estati! Non sapeva neppure se fosse ancora viva. Ed eccola lì, giovane e bella come allora.
"Stai bene?"
"Benissimo, Ted, in questo momento mi hanno sganciato mille mondial crediti...", affermò entusiasta, mostrando denti bianchi come un edelweiss sulla neve, e concluse, "... sai, faccio la modella illusoria! E tu? L'università, gli esami, non mi dici nulla?"
Eliana indagò dolcemente, come se il tempo si fosse fermato. Almeno, così parve a Ted. "Capitalisti di merda, io entro in clandestinità, diserto! Non voglio recitare nel varietà dei lobotomizzati! E passi lo sfruttamento imperialista delle risorse e delle energie, ma il corpo e l'anima sono miei, non li regalo a queste carogne!" Gridò, con un tono che compitava orgoglio, amarezza e paura.
Eliana, per placarlo, iniziò a far scorrere un placido fiume d’elogi, che al ragazzone sembrò un torrente di fragori indecifrabili.
Non rispose. Fissò con aria triste quel volto innocente, figurandoselo a tre dimensioni. Bimba... ricordò le sue tenere labbra d’adolescente all’ingresso della scuola, quei baci che ancora odoravano di sveglia, caffé latte e borotalco. Avrebbe voluto allargare l'inquadratura ai fianchi, alle sinuose natiche, alle gambe lisce, che ben conosceva. Rivide quel corpo splendido che accarezzava e baciava al tramonto, sulla spiaggia adriatica d'estate. Lo schermo restò inchiodato sul primo piano, ma stava davvero parlando con Eliana?
"Che cosa c'è?" chiese la moretta, esplorando la tragedia sul volto dell’uomo, che non aveva più parole e balbettava ronzii indefiniti, eppure… al bar Dino & Dina e al Circolo del Poker, lo consideravano una personalità carismatica, di gran rilievo oratorio... fece crocchiare le nocche delle dita, come d'abitudine: "Eliana... non capisco... non capisco! Sogno?"
La ragazza brillava, avvolta in un pulviscolo dorato. "Voglio aiutarti, non stai dormendo e non sei sveglio." "Ecco, lo sapevo, sarebbe stato troppo bello averti ritrovato."
Lo guardò benigna: "Stai tranquillo che c’incontreremo."
"Quando?" disse, invaso di speranza.
"Fra poco, Ted, molto presto, ci vediamo oggi pomeriggio a Rimini, solito posto, verso le cinque...."
Il multivisore si spense e lui franò senza nome, con un tonfo sordo, nell’inconscio più basso.
L'appartamento di Ted Villata esala fragranze di piedi, ascelle e fumo vecchio. Vive in due camere e bagno, circondato dal caos: fumetti, apparecchiature elettroniche obsolete, giornali, libri e riviste in cumuli sfatti, bicchieri vuoti, calzini, bottiglie, camicie. Una vera semina fra poltrone, sedie, pavimento, mensole. Ci sono centinaia di cicche sul pavimento ed altrettante nei posacenere di diritto e di fatto.
Un odioso raggio di sole va a conficcarsi nella palpebra destra di Ted, che pur risvegliato dalla provocazione si ostina a non aprire gli occhi. Gli pare che qualche indumento stia ancora galleggiando nella stanza.
Per un istante lo afferra il dovere di saltare giù dal letto: “Il solito ritardo!”
Deve andare in cucina e prepararsi il solito disgustoso tè verde, lavarsi quella solita faccia ordinaria, al solito radersi e vestirsi! E al solito… confondere la prima asola della camicia con la seconda, per infilarci il primo bottone, e nella terza il secondo, e così via, fino all’ultimo: "E' storta!" Bestemmia, la sbottona per riabbottonarla e trasale di spavento. Non è solo.
"Buon giorno da Cromo, il sistema invisibile di governo dell'unità abitativa LXII. Sono le sei di sabato 23 Luglio 2000 e Oltre.” Niente lavoro, per fortuna è festa!
“Messaggio della Polizia Informatica, ricevuto venerdì 22 Luglio 2000 e Oltre. Ascoltare con attenzione, prego: Signor Teodoro Villata, vogliamo ricordarle che oggi entra in vigore la nuova legge di sicurezza sull’identificazione. Per confermare la locazione dell’unità abitativa da lei occupata proceda, per cortesia, alla lettura ottica dalla sua nuova Carta d’Identificazione Globale. Al segnale d’accettazione poggi poi il pollice destro sul rilevatore e gli occhi sulle ottiche di connessione, pronunciando distintamente nome e cognome.”
Passano alcuni secondi, lunghi come il primo tempo dell’eternità. Il Villata si accende una sigaretta, restando disteso sul letto con la testa affondata nel cuscino. Occhi chiusi.
Il nuovo rilevatore, installato dai tecnici del ministero della sicurezza, non ottiene risposta.
“Procedura fallita. Se lei ha commesso qualche errore può ripetere l’operazione, ma se non è ancora munito di Carta d’Identificazione Globale, lei non ha provveduto al deposito delle impronte iridica, vocale e digitale. Le suggeriamo di regolarizzare la sua posizione entro il 1 Agosto 2000 e Oltre, termine ultimo di legge, presentandosi al presidio urbano più vicino per il rilevamento.
Le ricordiamo, infine, che la vecchia carta d’identità elettronica, contenente l’impressione tributaria, sanitaria e bancaria, dopo tale data, non sarà più utilizzabile per operazioni bancarie, postali, transazioni commerciali, rilascio di documenti, prestazioni sanitarie, ricoveri ospedalieri. A partire da oggi non possiamo fare più nulla per il suo benessere, in quanto la proprietà dello stabile ha ottemperato agli obblighi di legge in tempo utile e non accetta pagamenti irregolari. Lei non potrà quindi saldare affitto e spese con denaro contante e carte bancarie, ma solo con i nuovi pratici mondial crediti elettronici, trasferibili con Carta d'Identificazione Globale. Tutti gli impianti sono ormai inattivi: elettricità, gas, acqua, telefono, aria condizionata, schermature antigas, antibatteriche, antimagnetiche. Temperatura esterna quaranta gradi, interna quarantadue. La chiave elettronica per accedere all’alloggio, sarà disattivata entro quarantotto ore, per darle il tempo di raggiungere il presidio di vigilanza più vicino. Grazie e buona giornata."
Non si è presentato alla Polizia Informatica per il deposito delle impronte digitali, vocali e dell’iride, se non lo farà entro due giorni si ritroverà a dormire in strada o da qualche amico regolare e poi, dal 20 Agosto potranno cercarlo, fermarlo, interrogarlo, come inizieranno a cercare quelli come lui, ma senza troppa pubblicità. Li scoveranno per accompagnarli in qualche laboratorio per i rilievi. Nel migliore dei casi.
I media sono molto comprensivi, pongono l’accento sul fatto che i dissidenti sono disadattati, da curare. In realtà traspare nei messaggi una velata accusa di tradimento e sovversione. La gente ha accettato di buon grado le nuove misure di sicurezza.
Ted guarda istintivamente il soffitto, per cercare il multivisore che non ha mai avuto. Era un sogno, un bel sogno. Si siede. Sbadiglia. La mente gli gira, come le palle. Pensa: “Chi sono, dove vado e se muoio, ci sarà una pizzeria nell’aldilà?”
“Ti posso assicurare che nel cosiddetto aldilà c’è tutto quello che vuoi e anche di più”, vorrebbe dirgli, Eliana, ma lui non può sentirla.
Soffre molto… a quaranta anni suonati, il gran quesito della libera sopravvivenza gli fa pulsare il cervello, come un ritmo ossessivo, ripetuto all’infinito: questa-realtà-non-dovrebbe-esistere-tum, tum, tum, tam, tam, tum, questa-realtà, tà, tà, tà, no, no, no, non dovrebbe, dovrebbe, dovrebbe, esi-si-si-si-ste-re-re-re-re!
Non mi piegherò, perché io so che sono, ma quelli vogliono farmi perdere il senso di me. Dove scappo adesso? L’impareggiabile Eliana non si schioda dal suo cinema interiore. Si accende la terza sigaretta ed è sveglio da un quarto d’ora: Basta! Apre un cassetto, arraffa una borsa piena di banconote e carte di credito. “Sarà un problema pagare, chissà quanti non le accettano più?! Tra due giorni solo denaro virtuale, quello vero.” S’infila un giubbotto ed esce, sbattendo la porta. Butta le chiavi di casa in un bidone della spazzatura.
La vita ha qualcosa da ridire sullo stato ulcerativo del Ted, ma continua a scorrere e lui non si preoccupa d’essersi quasi addormentato al volante.
“Buon Giorno Signor Villata, si svegli, si concentri, stava per addormentarsi. Le propongo la Marcia Turca di Mozart, informandola che sta percorrendo la tangenziale nord dell’Area Metropolitana di Torino. Se desidera informazioni sulla zona, dica sì, altrimenti dica no e si goda la musica. La vettura non ha problemi, ma per sicurezza le suggeriamo l’attivazione del sistema di riconoscimento digitale, vocale e iridico. Buona giornata.”
Tutti vogliono sentirsi protetti, e sono corsi in massa a depositare i calchi richiesti. L’Invisibile sa a che ora escono da casa, quando usano la macchina o i mezzi pubblici, percorsi, posteggi, telefonate, locali frequentati, acquisti, malattie, codice genetico, condizioni di salute, insomma, dove si trovano, cosa fanno, che gusti hanno, cosa pensano e dicono, in qualsiasi momento.
Morte alla Polizia Informatica! urla la scritta su un muro e Ted continua a pensare: “Questa realtà non dovrebbe esistere, ma perché c’ho sto cazzo di volante in mano? Perché corro verso Rimini alle sette del mattino? E' stato solo un sogno! E cos’è questa camorra di voci che c’ho nella testa? Sono costantemente in guerra, una propone una cosa, l’altra s’incazza, poi si bastonano, poi fanno pace e io obbedisco, faccio sempre quello che mi dicono di fare.”
Ted aveva un rapporto speciale con Rimini, il suo Spirito lo attendeva da tempo e non lo avrebbe tradito. Teneramente lo amava, mentre cresceva in anni ed esperienza, d’estate in estate. Il piccolo turista s’era lentamente trasformato in iniziato alle due anime del Borgo, quella popolana e quella sontuosa, entrambe laboriose, schive e goderecce. Nell’età dell’oro non c’erano poveri laggiù. Nella seconda metà del 1900, il ciabattino e il capitano d’industria mangiavano entrambi tagliatelle alla carbonara e poesia. Ted ricordava su itinerari difficili, apparentemente privi di fascino, incarnanti nel suo sogno premoderno: le villette liberty e decò dei profumati viali interni, il trincerone della ferrovia, le case popolari, il grattacielo anni ’60: l’ultimo segno dell’antichità in lotta per non estinguersi. Non era New York quel reduce, circondato di specchi e cristalli, ma un tributo alla regalità del lavoro, non alla finanza assassina.
"Eliana, Eliana, Eliana, sta diventando un ossessione", sussurrò a se stesso, arrancando verso Piazzale Tripoli, che quasi più nessuno chiamava così.
“Non ti preoccupare, segui il tuo miraggio. E’ l’unico modo per non impazzire. Devo convincermi che è solo un’allucinazione, quel viso incorniciato dai capelli neri, lisci, lisci…"
Ted raggiunse il bar del bagnino 25, si sedette nel dehòr, ordinò un chinotto, si accese una sigaretta, predisponendosi ad aspettare il nulla, sbirciando ragazze in topless, signore dalle forme indicibili e anziani con bimbi isterici sotto gli ombrelloni. Poi sarebbe tornato in albergo, risollevato e frustrato, pronto ad accettare quella realtà che non avrebbe dovuto esistere.
Quando la vide di lontano, affondare i piedi nella sabba, pensò ad una straordinaria rassomiglianza: uno scherzo della percezione.
Eppure quella ragazza sgambettava allegra e spedita verso di lui, sotto un cielo plumbeo, che non lasciava presagire una rivincita del sole. Con il graduale mettersi a fuoco dell'immagine, i pensieri dell'uomo divennero sempre più indefiniti, trascinati da un vento imperioso verso il mare mosso, dominato dai soliti gagliardetti rossi sui pennoni bianchi.
Quando Eliana gli fu davanti non riuscì più a pensare. Non aveva quarantacinque anni ma diciassette o diciotto. Per lei il tempo non era passato. La giovane indossava una tuta azzurra metallizzata che le fasciava il corpo esaltandone il rigoglio. I fianchi erano cinti da una larga fascia verde, punteggiata di borchie che parevano pulsanti. Ai piedi, stivaletti di vernice bianca senza tacchi, ai polsi grandi bracciali d'acciaio scintillante. I capelli lisci e neri scendevano sulle spalline dell'uniforme, creando un effetto inebriante. Niente trucco, viso pallidissimo, matita sugli occhi allungata verso i lati, un velato rossetto azzurro.
Ted si captò impresentabile dinanzi a tanta grazia marziale. Ebbe un flash, un’immagine proveniente dal passato… forse Barbarella, forse la Principessa Aura o Lara Croft. Balbettò qualcosa d'incomprensibile, scostandole la sedia con galanteria. Le buone maniere non erano il suo ramo, ma in quel momento percepiva un mix di timore per la divisa e d’ammirazione per la diva. Le baciò la mano.
"Tutto bene?" s'informò lei. "Tranquilla, niente di nuovo da sta mattina presto, perché noi ci siamo visti e parlati attraverso un multivisore Oled, che io non ho mai avuto, vero?”
”Certo, Ted.”
“Perfetto, io divento pazzo ma me ne frego. Scusa… che ore sono?"
"Le cinque del pomeriggio."
"Di che anno?"
"Ma che domande?! 23 Luglio 2000 e oltre..."
"Sei puntuale, hai accettato di vedermi ventidue anni dopo l’ultimo bacio, Eliana La Manna, terza B. Fai l’astronauta?! Come stanno Spock e il comandante Kirk?"
Lei gli scagliò un'occhiata assiderante: "Sei sempre stato eccentrico, materialista, realista. Non credi ai tuoi sogni e non credi ai tuoi occhi, non credi proprio a niente! Io non sono quella che ricordi", affermò lapidaria.
"No, scusa, tu sei proprio la stessa! Vado fuori, ma fuori, fuori!” Tracimò il Villata, portandosi in alterazione. “Spiegami com'è possibile che per te il tempo non sia passato, e come abbiamo fatto a prendere appuntamento in sogno o in quello che era, insomma. Ti assicuro che non mi drogo da anni."
Fra Ted ed Eliana calò un silenzio rapido. Pareva che qualcosa di solido ma invisibile levitasse a pochi centimetri dalle loro teste. Poi la voce di un cameriere in carne ed ossa disse un "desidera?" segnato da un beffardo sorriso da jolly. Stava ammirando dall'alto l'aderentissima mise d’Eliana, tentando di sbucciarla con gli occhi.
"Possiamo mangiare? A scopare ci penseremo dopo" disse la ragazza.
Il servitore rise suino, senza vergogna.
"Potrebbe consigliarci qualcosa?", disse Ted.
Pilotati dal jolly, pretesero: "Ostriche Cezanne" (ostriche) e "Salade Van Gogh", (miscela d’erbe e insalate provenzali). Da bere, decisero per un infuso freddo di verbena e menta piperita, detto "Soufle du Vent".
La merenda procedette senza intoppi. Le prelibatezze adombrarono lo scopo dell'incontro ma giunti al dolce, il ritmo rallentò e tornò la riflessione, agevolata da una fitta pioggerella gelata: "Ci risiamo con la doccia, d’altronde è la stagione delle piogge. Senti, che ne dici se andiamo in albergo per stare più tranquilli?", propose Ted. Eliana accettò.
All’Hotel Kennedy la ragazza lo invitò a prenderla sulle ginocchia. Si sedette con difficoltà sul letto, a causa dell'estrema aderenza del vestito. Poi baciò Ted sulla fronte, spettinandolo con una mano.
"Ti voglio bene", sussurrò il Villata.
"Vorrei divorarti di baci", soffiò la donna. Ted non comprese l'improvviso appetito. Avevano mangiato abbastanza e lei era stata così lontana, dal primo boccone a quell'istante...
"Ti voglio, sì, voglio amarti e salvarti " mormorò lei, bollente come una fonduta svizzera.
Ted aveva capito bene. Si calò nel ruolo di crostino, abbrustolendo di desiderio. Eliana iniziò a baciarlo con violenza.
"Non male", ebbe il tempo di pensare Villata, "non male, non male."
Da una vescica nascosta nella bocca della ragazza scaturì un liquido insapore, che si mescolò alla saliva. Fu un bacio lunghissimo, davvero eterno.
Ted Villata si destò: non sapeva dove fosse. Era morto?
"Amore!" sollecitavano le dolci dita, carezzandolo. Sembrava l’imbrunire. L'uomo notò una gran finestra ovoidale galleggiante nel vuoto. Un modello di multivisore insolito, mai visto prima: doveva costare una fortuna.
Sull'orizzonte si ergeva la sagoma celeste e oro della terra, scortata da una miriade di corpuscoli argentei, come pesci piloti su uno squalo. Sì, forse era proprio trapassato. Il disco solare era inchiodato alla sfera universale. L’illimitato aggredì Ted, ed anche Eliana sentì l’angoscia, un sentimento che non provava da moltissimo tempo. "
Perché mi ha avvelenato? Sono morto, vero?!"
"No... ti sei addormentato."
"Dove siamo?"
"Lontano da Rimini."
"Potevi dirmelo che volevi fare una gita; chi sa se a quest'ora c'è un tabaccaio aperto. Hai una sigaretta?"
La ragazza scosse il capo: "Non ne hai bisogno."
"Che storia, c’incontriamo dopo anni e tu mi rapisci per farmi smettere di fumare?!"
"Non proprio."
"Ho capito che non devo capire. Non so più se sogno, se ho delle visioni, se è tutto vero… ma siamo reali?" lamentò il Villata.
Eliana non rispose e lo pizzicò forte su un braccio. Lui gridò: “Ahia, che dolore, ma perché tutti vogliono farmi del male?!”
"Ted, non sogni. Siamo in orbita attorno alla terra. Qualunque cosa accada, ricordati che voglio il tuo bene.”
“E’ predisposto ad apprendere ma è soverchiamente lento”, disse il professor Max Vaunter, concretandosi nella stanza.”
Eliana perdonò il suo ritardo, perché lui era in grado di risolvere i problemi di messa punto dei sistemi multidimensionali. Vaunter portò a termine la modificazione vibrazionale del suo corpo eterico per stabilizzarlo fisicamente e vi addizionò la consapevolezza più adatta.
“Benvenuto, Ted. Ti aspettavamo”
Ted corrugò la fronte osservando il formarsi di un essere umano imponente, quasi risplendente. “Chi è lei?
“Chiamami Unione di Coscienze.”
“Che cosa vuol dire?”
“Ted, vuol dire che il professor Max Vaunter ha formato un condensato fisico che ospita un reparto di combattenti. Il corpo è solo una macchina dimensionale, una specie di navicella spaziale, che può accogliere molte consapevolezze. Oltre a Max Vaunter, ora potrai parlare con il comandante Nagar e la scienziata Luvjan.”
Esordì il comandante Nagar: “Tu hai bisogno di una nuova identità fisica per sopravvivere sul pianeta terra, e noi ti concederemo il corpo di gloria...”, e proseguì, “rientrerai nell’esercito dei guerrieri della luce, gli esseri spiritualmente abili, immessisi in questa ronda per combattere. Noi, che siamo liberi, possiamo spostarci nei piani dimensionali a nostro piacimento, voi, nostri fratelli energetici, siete invece imprigionati nella materia illusoria.”
Eliana concluse: “Non puoi ancora rendertene conto perché non ricordi, ma tu sei un prigioniero, oppresso, come lo ero io.”
“Eliana, l’ho sempre pensato: schiavo del lavoro, delle tasse, del sistema, delle ingiustizie, della prevaricazione…”
“Anche, ma io intendevo una prigionia diversa. All’inizio della guerra partimmo insieme da Aldebaran, e non eravamo confinati in un corpo fisico, ma potevamo generarlo vibrazionalmente, come hai visto fare a Max Vaunter. Grazie ad una struttura energetica pluridimensionale, potevi spostarti ovunque, assumendo la forma spazio temporale più idonea al piano vibrazionale scelto.”
“Deve essere una cosa bella, amore mio, ma continuo ad avere qualche difficoltà di comprensione, forse mi mancano le basi per passare l’esame.”
“Cercheremo di farti capire. Io sono la genetisa atomica Luvjan. Ho ideato nuovi processi di relazione fra il dna e le vibrazioni energetiche universali della terza dimensione. L’umanità sta subendo un’involuzione rapidissima, che rende precari gli equilibri del pianeta. Se la strategia degli impianti elettro neurali sarà completata ed attuata, gli uomini perderanno per sempre la loro coscienza”, spiegò la donna.
“Lo avevo intuito, se no perché avrei dovuto cambiare identità?! Sarò stupido ma non idiota!”
Eliana riprese: “L’ultima misurazione effettuata evidenza la presenza attorno alla Terra di una fascia impermeabile di pensiero collettivo a bassissima frequenza, che sta trascinando al parossismo il suo corpo mentale per attirare incarnazioni di esseri sempre più immondi.”
“Questo è complicato”, pensò Ted.
Eliana gli rispose: “Siamo in guerra, questo lo capisci?”
“Sì.”
Max Vaunter proseguì: “Allora, ascolta attentamente. Nell’universo esistono diverse razze, che milioni d’anni fa decisero di porre fine alla discordia creando la Confederazione delle Galassie.
Purtroppo i sauri tradirono il patto e scatenarono un’offensiva improvvisa nelle vibrazioni universali più dense, al limitare della quarta dimensione, per il controllo della Via Lattea.
Iniziò la guerra che continua ancora oggi, fra due schieramenti, da una parte Lyriani, Pleiadiani e abitanti d’Aldebaran. Dall’altra i grigi, o reticolanti di Alpha Reticuli IV e i dragoni. La loro base di partenza e la costellazione dell’Orsa Maggiore, che comprende il sistema solare di Alpha Draconis, o Stella di Set.” “Vogliono robotizzarci e renderci schiavi“, sintetizò Eliana.
“Eliana Lamanna, lo sapevo, sei una marziana, l’ho intuito fin dai tempi della scuola, quando mi parlavi con entusiasmo sfrenato di Giordano Bruno!”
“Io invece non lo sapevo. Ci sono voluti anni per accettare le mie facoltà percettive. Poi ho conosciuto, attraverso il pensiero telepatico, gli amici che mi hanno contattata.”
”Ma allora siete voi i disc jokey, quella camorra di suoni e voci che sento ogni giorno nella mia testa, da mesi e mesi, volevate farmi impazzire”, disse Ted.
“Certo, ma tu non stai attento e non ti curi minimamente delle percezioni interiori, hai bisogno di immagini nitide e precise… per questo abbiamo utilizzato il sogno lucido, in ogni caso sulla terra i nostri alleati hanno basi sotterranee ai poli, e provengono dai pianeti della costellazione della Lyra. Alcuni ruotano attorno a Vega, la stella bianca compresa fra Ercules e Cignus, che dista 26 anni luce dalla terra. Vicino a Vega, vivono i fratelli d’Ipsilon Lyrae. E' una stella quadrupla, nota con il nome di Doppia Doppia. E’ formata, infatti, da un coppia di stelle bianche di quinta magnitudine. Anche i pianeti d’altre stelle multiple sono abitati, come Beta, Delta e Zeta Lyrae”, spiegò Eliana.
“Tu ed Eliana, provenite da Aldebaran nella Costellazione del Toro”, continuò una nuova entità. Il vostro astro paterno è un gigante rosso, 40 volte più grande del sole terrestre. Una delle stelle più brillanti dell’emisfero nord.”
“Gli alleati delle Pleiadi”, riprese Max Vaunter, “sono i membri più fidati e attivi della Fratellanza Cosmica: spesso scendono sulla terra o s’incarnano volontariamente per aiutare l’umanità. Loro provengono dalle Pleiadi, ammasso stellare nella costellazione del Toro, a circa 500 anni luce da qui. Alcione, la più luminosa, è il fulcro di questa parte della galassia, intorno a cui orbitano il sole e la terra.
La luce della croce rilucente aveva offuscato quella del Sole, e bruciava agghiacciante, in entrambi gli emisferi della terra, di giorno e di notte. Prese a vibrare con una forza titanica. Un raggio di energia verde si unì a una potente quinta musicale e soffiò il cuore della Fiamma, come un impetuoso, caldo, vento solare, coprendo d'un manto l’intero pianeta.
La modificazione del campo vibrazionale restituì la terra alla quarta dimensione e iniziò ad agire sui codici genetici dell’umanità. Nessuna forma d’approvvigionamento energetico funzionava. I sistemi informatici erano al collasso, i motori si fermarono, le luci si spensero.
I continenti piombarono nell’oscurità. Soltanto le fonti naturali potevano essere impiegate per sopravvivere e combattere: fuoco, vento, vapore, idranti, polvere da sparo, spade, lance.
Ogni presuntuosa bagarre tra i potenti del mondo, fra le tribù avversarie dei dragoni, si fermò. I Sauri mutarono il loro aspetto tornando ad assumere le sembianze originali: si mostrarono agli umani in forme mostruose.
Dopo il primo sbigottimento, i comandanti degli eserciti, i capi delle nazioni, i leader delle multinazionali e i loro lacché si trovarono a fronteggiare linciaggi, ammutinamenti, uccisioni. Molti furono catturati dai loro ex subordinati. Non erano più invisibili, non erano più concetti astratti: banche, società, borse, consigli d’amministrazione, avevano nomi e corpi.
Era una situazione strategicamente incontrollabile. Quattordici milioni d’occupanti si accorsero della loro condizione di dispersi, su un territorio sterminato come quello della Terra. Si trovarono allo scoperto, circondati da miliardi d’esseri umani.
Milioni d'esseri umani impiantati con i microcip, caddero in stato confusionale: furono ricoverati in speciali unità dei Solari, ripuliti e riprogrammati alla libertà.
La resistenza umana uscì allo scoperto per coordinare le operazioni terrestri. I capi, dotati di cristallo mentale, sapevano di dover condurre azioni di guerriglia convenzionale, per uccidere o catturare uno per uno i Sauri.
La guerra era ormai una guerra di popolo. Si organizzarono nutriti corpi d’assalto e i centri del potere, sebbene svuotati provvisoriamente delle loro funzioni, caddero uno dopo l’altro nelle mani della resistenza: centrali atomiche, energetiche, informatiche, televisioni, radio, giornali, caserme, banche, fabbriche, centri direzionali… restavano solo le basi sotterranee fortificate, che avevano generatori indipendenti e sistemi difensivi d’emergenza, capaci di fronteggiare l’accerchiamento.
I Sauri passarono in pochi minuti dalla condizione d’occupanti a quella d’assediati. I dodici Re Dragoni, capeggiati dall’Anticristo, capostipiti delle famiglie che avevano dominato nell’ombra la storia umana, si nascosero nel ventre della terra.
Centoquarantaquattromila Solari, perfettamente organizzati, scesero con le loro astronavi bio plasmatiche schermate, nella piana di Meghiddo in Israele.
In possesso delle tecnologie militari più avanzate, si misero a disposizione dei terrestri per espugnare le fortezze dei Sauri. Come ai tempi di Mosè le case non segnate dal sangue geneticamente puro, sarebbero state spazzate da una nebbia di morte, che avrebbe ucciso le generazioni maledette dei giganti.
Anche i Dragoni sbarcarono con le loro astronavi a Meghiddo, con ottantamila vigilanti al comando di Semeyaza e degli ufficiali di biblica memoria: - I figli degli uomini aumentarono e nacquero loro ragazze belle. Gli angeli, figli del cielo, se ne innamorarono e dissero: "Venite, scegliamoci le amanti fra gli umani e generiamo.
Semeyaza, il loro capo, disse: "Ho paura che vogliate farlo irresponsabilmente per poi far pagare solo a me ogni colpa.” Ma tutti gli risposero: "Giuriamo che non recederemo dal proposito." Allora si impegnarono tutti. Questi sono i nomi più importanti dei duecento angeli, cioè i loro capi: Semeyaza, Urakibaramel, Akibeel, Tamiel, Ramuel, Danel, Ezeqeel, Suraquyal, Asael, Armers, Batraal, Anani, Zaqebe, Samsaweel, Sartael, Turel, Yomyael, Arazeyal.
Michael arringò l’esercito dei solari e degli umani. “Le Uphanishad mi annunciavano: - Kalki, il Signore dell’Universo, cavalcherà tra noi con ira, montando Devadatta, il suo veicolo di Luce, la fiammeggiante spada tra le mani. Galopperà, il Figlio di Dio su tutta la terra, mostrando le sue otto opulenze mistiche e i Suoi otto attributi speciali di Dio. In tutto il suo incomparabile fulgore galopperà, come la furia, giustiziando milioni di ladri che vestivano abiti di re.
Nell’Apocalisse di Giovanni così fui descritto: - Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; e Colui che lo cavalca si chiama il Fedele e il Verace; Egli giudica e combatte con giustizia... Era vestito di una veste tinta di sangue... Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuotere con essa le nazioni; ed Egli le reggerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ardente ira di Dio, l'Onnipotente... E vidi la bestia e i re della Terra e le loro armate adunate e pronte a dar battaglia a Colui che cavalcava il cavallo e all'esercito suo.
Dopo il rapimento degli eletti, dotati di cristallo mentale, come Ted Villata, la guerra notturna era durata tre giorni terrestri, tre giorni di caccia totale: i Sauri non sapevano usare il corpo astrale per spostarsi nelle dimensioni spazio temporali superiori. Al fine furono distrutti, uno ad uno con, la spada fiammeggiante. Il Figlio di Dio galoppando su tutta la terra, mostrava le sue otto opulenze mistiche e i Suoi otto attributi speciali.
In tutto il suo incomparabile fulgore aveva pervaso di luce super luminale la creazione, come la furia, giustiziando milioni di ladri che vestivano abiti di re. La privatizzazione e l'imperialismo economico erano finiti per sempre. Le ricchezze non erano più accentrate in poche mani.
La tremenda carneficina di Harmaghedon segnò la fine dell'Impero Celato e dell'Anticristo.
Dice, San Giovanni: "La bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto i miracoli davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Ambedue furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Il resto fu ucciso dalla spada che usciva dalla Sua bocca; e tutti gli uccelli si satollarono delle loro carni... e Satana fu sprofondato nell'abisso e legato per mille anni."
Eliana, concretandosi sul satellite Titano, rivide Ted Villata, sfinito, nella sua bianca tunica da combattimento.
Le prese la mano, per condurla sull'ampia veranda dell'ambasciata di Sirio. Una barriera li difendeva dalle potenti emanazioni mentali di Saturno.
Oltre la vetrata, ondeggiava un immenso deserto azzurro, costellato di scogli, atolli rocciosi e rupi lontane. Questa pianura è sempre velata da una coltre di metano fosforescente, verde mare. Respiri di pensiero collettivo variano lievemente la disposizione dei granelli di nevischio: signoreggia il silenzio assoluto. Appena sopra l'orizzonte, traspare fra le nubi la bionda sagoma di Saturno, coperta di sereni oceani d’idrogeno, guardati da quegli anelli, formati da frammenti di milioni di personalità esplose, che ruotano attorno all'asse astrale del pianeta per reintegrarsi.
Saturno è costituito essenzialmente da idrogeno e la sua densità media è un ottavo di quella terrestre. L'enorme peso dell'atmosfera fa sì che la pressione aumenti rapidamente, scendendo all'interno del pianeta, tanto da convertire lo stato dell'idrogeno da gassoso a liquido. Penetrando verso il centro, l'elemento si comprime ulteriormente, riducendosi allo stato metallico. Il nucleo super fisico del pianeta diviene quindi un potentissimo conduttore elettrico, che permette l'instaurarsi d’intense correnti responsabili dell'invincibile campo magnetico del pianeta. Al centro di Saturno i pensieri si solidificano, come monumenti karmici di metallo, e diventano pesantissimi. In tale condensazione attraggono onde energetiche di purificazione.
Eliana lo faceva rinascere nella gioia: finalmente, nel 2000 e oltre, la pace non era più utopia, anche se il percorso per raggiungere il silenzio interiore sarebbe stato ancora lungo. Non era tutto finito.
Nella seconda ronda il problema della consapevolezza spirituale stava diventando sempre più tragico.
"Eliana, convinciti, è impossibile salvare tutti i terrestri che conservano il codice genetico, anche in questa dimensione", sussurrò Ted.
"E' difficile ma possibile”, rispose lei.
“Dei sette pacchetti spazio-temporali proiettati dal Grande Spirito, abbiamo vinto la guerra e distrutto l’antico dragone solo nel primo ologramma.”
"E' vero, per questo dobbiamo intervenire."
"Si sta così bene vicino a Saturno…", disse Ted, non riuscendo a neutralizzare un'emozione. "...tutti stanno completando la propria salvezza e presto scompariranno gli anelli delle individualità frantumate; perché non ci riposiamo?! Bimba… mi faresti vibrare di piacere il corpo astrale?”
La ragazza lo guardò compassionevole, facendolo sentire un verme spaziale, poi sparì, e nei due emisferi terrestri della seconda ronda si accese il segno terribile. Per la prima volta l'uomo moderno poteva fissare lo sguardo sulla stella della giustizia, di giorno e di notte. La seconda guerra fra Orione e le Pleiadi per la salvezza di un'umanità ignara, era iniziata.
Ve lo assicuro: quel giorno è vicino!
“E tutte le nazioni saranno radunate davanti a lui, ma egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri..."
(Evangelo di San Matteo)
Alzò lo sguardo al soffitto: il multivisore Oled, ad emettitori di luce organici, sputò un film sexy interattivo. Una donna era adagiata su un'amaca: mostrava la schiena, le spalle e la testa riccia. Sospirava. Lui poteva provarci... o no. La femmina si voltò voluttuosamente. Primo piano: un essere d’aspetto orripilante!
Lui telecomandò il rifiuto. Dal lato destro dello schermo partì un pugno. Il colpo fu violento. Il volto si macchiò di rosso. Il simulacro virtuale cadde a terra, annichilito.
Schifato da tanta violenza, urlò “stop!” e il visore dissolse al nero, restando acceso e frizzante di puntini verdarstri.
Si chiese chi poteva volergli così male da propinargli un simile spettacolo osceno, visto che lui non era mai stato violento; adorava, disperatamente tutto l’universo mondo che stava per distruggerlo. In quella tribolazione profonda e nostalgica, ripensò ad Eliana, la ragazza che aveva amato a diciassette anni.
Dopo tre secondi apparve il volto di una giovanissima moretta con gli occhi chiari. Ted rise a fior di labbra, sussurrando: “Eliana!”
La donna si accorse d’essere osservata e la sua voce traboccò dagli amplificatori. “E' un anno che non ci vediamo, come te la passi Ted?"
"Come sarebbe a dire un anno?" Rise.
Eliana annuì, lui stupì, cosciente dell'impossibilità: altro che dodici mesi, erano passate... ventidue estati! Non sapeva neppure se fosse ancora viva. Ed eccola lì, giovane e bella come allora.
"Stai bene?"
"Benissimo, Ted, in questo momento mi hanno sganciato mille mondial crediti...", affermò entusiasta, mostrando denti bianchi come un edelweiss sulla neve, e concluse, "... sai, faccio la modella illusoria! E tu? L'università, gli esami, non mi dici nulla?"
Eliana indagò dolcemente, come se il tempo si fosse fermato. Almeno, così parve a Ted. "Capitalisti di merda, io entro in clandestinità, diserto! Non voglio recitare nel varietà dei lobotomizzati! E passi lo sfruttamento imperialista delle risorse e delle energie, ma il corpo e l'anima sono miei, non li regalo a queste carogne!" Gridò, con un tono che compitava orgoglio, amarezza e paura.
Eliana, per placarlo, iniziò a far scorrere un placido fiume d’elogi, che al ragazzone sembrò un torrente di fragori indecifrabili.
Non rispose. Fissò con aria triste quel volto innocente, figurandoselo a tre dimensioni. Bimba... ricordò le sue tenere labbra d’adolescente all’ingresso della scuola, quei baci che ancora odoravano di sveglia, caffé latte e borotalco. Avrebbe voluto allargare l'inquadratura ai fianchi, alle sinuose natiche, alle gambe lisce, che ben conosceva. Rivide quel corpo splendido che accarezzava e baciava al tramonto, sulla spiaggia adriatica d'estate. Lo schermo restò inchiodato sul primo piano, ma stava davvero parlando con Eliana?
"Che cosa c'è?" chiese la moretta, esplorando la tragedia sul volto dell’uomo, che non aveva più parole e balbettava ronzii indefiniti, eppure… al bar Dino & Dina e al Circolo del Poker, lo consideravano una personalità carismatica, di gran rilievo oratorio... fece crocchiare le nocche delle dita, come d'abitudine: "Eliana... non capisco... non capisco! Sogno?"
La ragazza brillava, avvolta in un pulviscolo dorato. "Voglio aiutarti, non stai dormendo e non sei sveglio." "Ecco, lo sapevo, sarebbe stato troppo bello averti ritrovato."
Lo guardò benigna: "Stai tranquillo che c’incontreremo."
"Quando?" disse, invaso di speranza.
"Fra poco, Ted, molto presto, ci vediamo oggi pomeriggio a Rimini, solito posto, verso le cinque...."
Il multivisore si spense e lui franò senza nome, con un tonfo sordo, nell’inconscio più basso.
L'appartamento di Ted Villata esala fragranze di piedi, ascelle e fumo vecchio. Vive in due camere e bagno, circondato dal caos: fumetti, apparecchiature elettroniche obsolete, giornali, libri e riviste in cumuli sfatti, bicchieri vuoti, calzini, bottiglie, camicie. Una vera semina fra poltrone, sedie, pavimento, mensole. Ci sono centinaia di cicche sul pavimento ed altrettante nei posacenere di diritto e di fatto.
Un odioso raggio di sole va a conficcarsi nella palpebra destra di Ted, che pur risvegliato dalla provocazione si ostina a non aprire gli occhi. Gli pare che qualche indumento stia ancora galleggiando nella stanza.
Per un istante lo afferra il dovere di saltare giù dal letto: “Il solito ritardo!”
Deve andare in cucina e prepararsi il solito disgustoso tè verde, lavarsi quella solita faccia ordinaria, al solito radersi e vestirsi! E al solito… confondere la prima asola della camicia con la seconda, per infilarci il primo bottone, e nella terza il secondo, e così via, fino all’ultimo: "E' storta!" Bestemmia, la sbottona per riabbottonarla e trasale di spavento. Non è solo.
"Buon giorno da Cromo, il sistema invisibile di governo dell'unità abitativa LXII. Sono le sei di sabato 23 Luglio 2000 e Oltre.” Niente lavoro, per fortuna è festa!
“Messaggio della Polizia Informatica, ricevuto venerdì 22 Luglio 2000 e Oltre. Ascoltare con attenzione, prego: Signor Teodoro Villata, vogliamo ricordarle che oggi entra in vigore la nuova legge di sicurezza sull’identificazione. Per confermare la locazione dell’unità abitativa da lei occupata proceda, per cortesia, alla lettura ottica dalla sua nuova Carta d’Identificazione Globale. Al segnale d’accettazione poggi poi il pollice destro sul rilevatore e gli occhi sulle ottiche di connessione, pronunciando distintamente nome e cognome.”
Passano alcuni secondi, lunghi come il primo tempo dell’eternità. Il Villata si accende una sigaretta, restando disteso sul letto con la testa affondata nel cuscino. Occhi chiusi.
Il nuovo rilevatore, installato dai tecnici del ministero della sicurezza, non ottiene risposta.
“Procedura fallita. Se lei ha commesso qualche errore può ripetere l’operazione, ma se non è ancora munito di Carta d’Identificazione Globale, lei non ha provveduto al deposito delle impronte iridica, vocale e digitale. Le suggeriamo di regolarizzare la sua posizione entro il 1 Agosto 2000 e Oltre, termine ultimo di legge, presentandosi al presidio urbano più vicino per il rilevamento.
Le ricordiamo, infine, che la vecchia carta d’identità elettronica, contenente l’impressione tributaria, sanitaria e bancaria, dopo tale data, non sarà più utilizzabile per operazioni bancarie, postali, transazioni commerciali, rilascio di documenti, prestazioni sanitarie, ricoveri ospedalieri. A partire da oggi non possiamo fare più nulla per il suo benessere, in quanto la proprietà dello stabile ha ottemperato agli obblighi di legge in tempo utile e non accetta pagamenti irregolari. Lei non potrà quindi saldare affitto e spese con denaro contante e carte bancarie, ma solo con i nuovi pratici mondial crediti elettronici, trasferibili con Carta d'Identificazione Globale. Tutti gli impianti sono ormai inattivi: elettricità, gas, acqua, telefono, aria condizionata, schermature antigas, antibatteriche, antimagnetiche. Temperatura esterna quaranta gradi, interna quarantadue. La chiave elettronica per accedere all’alloggio, sarà disattivata entro quarantotto ore, per darle il tempo di raggiungere il presidio di vigilanza più vicino. Grazie e buona giornata."
Non si è presentato alla Polizia Informatica per il deposito delle impronte digitali, vocali e dell’iride, se non lo farà entro due giorni si ritroverà a dormire in strada o da qualche amico regolare e poi, dal 20 Agosto potranno cercarlo, fermarlo, interrogarlo, come inizieranno a cercare quelli come lui, ma senza troppa pubblicità. Li scoveranno per accompagnarli in qualche laboratorio per i rilievi. Nel migliore dei casi.
I media sono molto comprensivi, pongono l’accento sul fatto che i dissidenti sono disadattati, da curare. In realtà traspare nei messaggi una velata accusa di tradimento e sovversione. La gente ha accettato di buon grado le nuove misure di sicurezza.
Ted guarda istintivamente il soffitto, per cercare il multivisore che non ha mai avuto. Era un sogno, un bel sogno. Si siede. Sbadiglia. La mente gli gira, come le palle. Pensa: “Chi sono, dove vado e se muoio, ci sarà una pizzeria nell’aldilà?”
“Ti posso assicurare che nel cosiddetto aldilà c’è tutto quello che vuoi e anche di più”, vorrebbe dirgli, Eliana, ma lui non può sentirla.
Soffre molto… a quaranta anni suonati, il gran quesito della libera sopravvivenza gli fa pulsare il cervello, come un ritmo ossessivo, ripetuto all’infinito: questa-realtà-non-dovrebbe-esistere-tum, tum, tum, tam, tam, tum, questa-realtà, tà, tà, tà, no, no, no, non dovrebbe, dovrebbe, dovrebbe, esi-si-si-si-ste-re-re-re-re!
Non mi piegherò, perché io so che sono, ma quelli vogliono farmi perdere il senso di me. Dove scappo adesso? L’impareggiabile Eliana non si schioda dal suo cinema interiore. Si accende la terza sigaretta ed è sveglio da un quarto d’ora: Basta! Apre un cassetto, arraffa una borsa piena di banconote e carte di credito. “Sarà un problema pagare, chissà quanti non le accettano più?! Tra due giorni solo denaro virtuale, quello vero.” S’infila un giubbotto ed esce, sbattendo la porta. Butta le chiavi di casa in un bidone della spazzatura.
La vita ha qualcosa da ridire sullo stato ulcerativo del Ted, ma continua a scorrere e lui non si preoccupa d’essersi quasi addormentato al volante.
“Buon Giorno Signor Villata, si svegli, si concentri, stava per addormentarsi. Le propongo la Marcia Turca di Mozart, informandola che sta percorrendo la tangenziale nord dell’Area Metropolitana di Torino. Se desidera informazioni sulla zona, dica sì, altrimenti dica no e si goda la musica. La vettura non ha problemi, ma per sicurezza le suggeriamo l’attivazione del sistema di riconoscimento digitale, vocale e iridico. Buona giornata.”
Tutti vogliono sentirsi protetti, e sono corsi in massa a depositare i calchi richiesti. L’Invisibile sa a che ora escono da casa, quando usano la macchina o i mezzi pubblici, percorsi, posteggi, telefonate, locali frequentati, acquisti, malattie, codice genetico, condizioni di salute, insomma, dove si trovano, cosa fanno, che gusti hanno, cosa pensano e dicono, in qualsiasi momento.
Morte alla Polizia Informatica! urla la scritta su un muro e Ted continua a pensare: “Questa realtà non dovrebbe esistere, ma perché c’ho sto cazzo di volante in mano? Perché corro verso Rimini alle sette del mattino? E' stato solo un sogno! E cos’è questa camorra di voci che c’ho nella testa? Sono costantemente in guerra, una propone una cosa, l’altra s’incazza, poi si bastonano, poi fanno pace e io obbedisco, faccio sempre quello che mi dicono di fare.”
Ted aveva un rapporto speciale con Rimini, il suo Spirito lo attendeva da tempo e non lo avrebbe tradito. Teneramente lo amava, mentre cresceva in anni ed esperienza, d’estate in estate. Il piccolo turista s’era lentamente trasformato in iniziato alle due anime del Borgo, quella popolana e quella sontuosa, entrambe laboriose, schive e goderecce. Nell’età dell’oro non c’erano poveri laggiù. Nella seconda metà del 1900, il ciabattino e il capitano d’industria mangiavano entrambi tagliatelle alla carbonara e poesia. Ted ricordava su itinerari difficili, apparentemente privi di fascino, incarnanti nel suo sogno premoderno: le villette liberty e decò dei profumati viali interni, il trincerone della ferrovia, le case popolari, il grattacielo anni ’60: l’ultimo segno dell’antichità in lotta per non estinguersi. Non era New York quel reduce, circondato di specchi e cristalli, ma un tributo alla regalità del lavoro, non alla finanza assassina.
"Eliana, Eliana, Eliana, sta diventando un ossessione", sussurrò a se stesso, arrancando verso Piazzale Tripoli, che quasi più nessuno chiamava così.
“Non ti preoccupare, segui il tuo miraggio. E’ l’unico modo per non impazzire. Devo convincermi che è solo un’allucinazione, quel viso incorniciato dai capelli neri, lisci, lisci…"
Ted raggiunse il bar del bagnino 25, si sedette nel dehòr, ordinò un chinotto, si accese una sigaretta, predisponendosi ad aspettare il nulla, sbirciando ragazze in topless, signore dalle forme indicibili e anziani con bimbi isterici sotto gli ombrelloni. Poi sarebbe tornato in albergo, risollevato e frustrato, pronto ad accettare quella realtà che non avrebbe dovuto esistere.
Quando la vide di lontano, affondare i piedi nella sabba, pensò ad una straordinaria rassomiglianza: uno scherzo della percezione.
Eppure quella ragazza sgambettava allegra e spedita verso di lui, sotto un cielo plumbeo, che non lasciava presagire una rivincita del sole. Con il graduale mettersi a fuoco dell'immagine, i pensieri dell'uomo divennero sempre più indefiniti, trascinati da un vento imperioso verso il mare mosso, dominato dai soliti gagliardetti rossi sui pennoni bianchi.
Quando Eliana gli fu davanti non riuscì più a pensare. Non aveva quarantacinque anni ma diciassette o diciotto. Per lei il tempo non era passato. La giovane indossava una tuta azzurra metallizzata che le fasciava il corpo esaltandone il rigoglio. I fianchi erano cinti da una larga fascia verde, punteggiata di borchie che parevano pulsanti. Ai piedi, stivaletti di vernice bianca senza tacchi, ai polsi grandi bracciali d'acciaio scintillante. I capelli lisci e neri scendevano sulle spalline dell'uniforme, creando un effetto inebriante. Niente trucco, viso pallidissimo, matita sugli occhi allungata verso i lati, un velato rossetto azzurro.
Ted si captò impresentabile dinanzi a tanta grazia marziale. Ebbe un flash, un’immagine proveniente dal passato… forse Barbarella, forse la Principessa Aura o Lara Croft. Balbettò qualcosa d'incomprensibile, scostandole la sedia con galanteria. Le buone maniere non erano il suo ramo, ma in quel momento percepiva un mix di timore per la divisa e d’ammirazione per la diva. Le baciò la mano.
"Tutto bene?" s'informò lei. "Tranquilla, niente di nuovo da sta mattina presto, perché noi ci siamo visti e parlati attraverso un multivisore Oled, che io non ho mai avuto, vero?”
”Certo, Ted.”
“Perfetto, io divento pazzo ma me ne frego. Scusa… che ore sono?"
"Le cinque del pomeriggio."
"Di che anno?"
"Ma che domande?! 23 Luglio 2000 e oltre..."
"Sei puntuale, hai accettato di vedermi ventidue anni dopo l’ultimo bacio, Eliana La Manna, terza B. Fai l’astronauta?! Come stanno Spock e il comandante Kirk?"
Lei gli scagliò un'occhiata assiderante: "Sei sempre stato eccentrico, materialista, realista. Non credi ai tuoi sogni e non credi ai tuoi occhi, non credi proprio a niente! Io non sono quella che ricordi", affermò lapidaria.
"No, scusa, tu sei proprio la stessa! Vado fuori, ma fuori, fuori!” Tracimò il Villata, portandosi in alterazione. “Spiegami com'è possibile che per te il tempo non sia passato, e come abbiamo fatto a prendere appuntamento in sogno o in quello che era, insomma. Ti assicuro che non mi drogo da anni."
Fra Ted ed Eliana calò un silenzio rapido. Pareva che qualcosa di solido ma invisibile levitasse a pochi centimetri dalle loro teste. Poi la voce di un cameriere in carne ed ossa disse un "desidera?" segnato da un beffardo sorriso da jolly. Stava ammirando dall'alto l'aderentissima mise d’Eliana, tentando di sbucciarla con gli occhi.
"Possiamo mangiare? A scopare ci penseremo dopo" disse la ragazza.
Il servitore rise suino, senza vergogna.
"Potrebbe consigliarci qualcosa?", disse Ted.
Pilotati dal jolly, pretesero: "Ostriche Cezanne" (ostriche) e "Salade Van Gogh", (miscela d’erbe e insalate provenzali). Da bere, decisero per un infuso freddo di verbena e menta piperita, detto "Soufle du Vent".
La merenda procedette senza intoppi. Le prelibatezze adombrarono lo scopo dell'incontro ma giunti al dolce, il ritmo rallentò e tornò la riflessione, agevolata da una fitta pioggerella gelata: "Ci risiamo con la doccia, d’altronde è la stagione delle piogge. Senti, che ne dici se andiamo in albergo per stare più tranquilli?", propose Ted. Eliana accettò.
All’Hotel Kennedy la ragazza lo invitò a prenderla sulle ginocchia. Si sedette con difficoltà sul letto, a causa dell'estrema aderenza del vestito. Poi baciò Ted sulla fronte, spettinandolo con una mano.
"Ti voglio bene", sussurrò il Villata.
"Vorrei divorarti di baci", soffiò la donna. Ted non comprese l'improvviso appetito. Avevano mangiato abbastanza e lei era stata così lontana, dal primo boccone a quell'istante...
"Ti voglio, sì, voglio amarti e salvarti " mormorò lei, bollente come una fonduta svizzera.
Ted aveva capito bene. Si calò nel ruolo di crostino, abbrustolendo di desiderio. Eliana iniziò a baciarlo con violenza.
"Non male", ebbe il tempo di pensare Villata, "non male, non male."
Da una vescica nascosta nella bocca della ragazza scaturì un liquido insapore, che si mescolò alla saliva. Fu un bacio lunghissimo, davvero eterno.
Ted Villata si destò: non sapeva dove fosse. Era morto?
"Amore!" sollecitavano le dolci dita, carezzandolo. Sembrava l’imbrunire. L'uomo notò una gran finestra ovoidale galleggiante nel vuoto. Un modello di multivisore insolito, mai visto prima: doveva costare una fortuna.
Sull'orizzonte si ergeva la sagoma celeste e oro della terra, scortata da una miriade di corpuscoli argentei, come pesci piloti su uno squalo. Sì, forse era proprio trapassato. Il disco solare era inchiodato alla sfera universale. L’illimitato aggredì Ted, ed anche Eliana sentì l’angoscia, un sentimento che non provava da moltissimo tempo. "
Perché mi ha avvelenato? Sono morto, vero?!"
"No... ti sei addormentato."
"Dove siamo?"
"Lontano da Rimini."
"Potevi dirmelo che volevi fare una gita; chi sa se a quest'ora c'è un tabaccaio aperto. Hai una sigaretta?"
La ragazza scosse il capo: "Non ne hai bisogno."
"Che storia, c’incontriamo dopo anni e tu mi rapisci per farmi smettere di fumare?!"
"Non proprio."
"Ho capito che non devo capire. Non so più se sogno, se ho delle visioni, se è tutto vero… ma siamo reali?" lamentò il Villata.
Eliana non rispose e lo pizzicò forte su un braccio. Lui gridò: “Ahia, che dolore, ma perché tutti vogliono farmi del male?!”
"Ted, non sogni. Siamo in orbita attorno alla terra. Qualunque cosa accada, ricordati che voglio il tuo bene.”
“E’ predisposto ad apprendere ma è soverchiamente lento”, disse il professor Max Vaunter, concretandosi nella stanza.”
Eliana perdonò il suo ritardo, perché lui era in grado di risolvere i problemi di messa punto dei sistemi multidimensionali. Vaunter portò a termine la modificazione vibrazionale del suo corpo eterico per stabilizzarlo fisicamente e vi addizionò la consapevolezza più adatta.
“Benvenuto, Ted. Ti aspettavamo”
Ted corrugò la fronte osservando il formarsi di un essere umano imponente, quasi risplendente. “Chi è lei?
“Chiamami Unione di Coscienze.”
“Che cosa vuol dire?”
“Ted, vuol dire che il professor Max Vaunter ha formato un condensato fisico che ospita un reparto di combattenti. Il corpo è solo una macchina dimensionale, una specie di navicella spaziale, che può accogliere molte consapevolezze. Oltre a Max Vaunter, ora potrai parlare con il comandante Nagar e la scienziata Luvjan.”
Esordì il comandante Nagar: “Tu hai bisogno di una nuova identità fisica per sopravvivere sul pianeta terra, e noi ti concederemo il corpo di gloria...”, e proseguì, “rientrerai nell’esercito dei guerrieri della luce, gli esseri spiritualmente abili, immessisi in questa ronda per combattere. Noi, che siamo liberi, possiamo spostarci nei piani dimensionali a nostro piacimento, voi, nostri fratelli energetici, siete invece imprigionati nella materia illusoria.”
Eliana concluse: “Non puoi ancora rendertene conto perché non ricordi, ma tu sei un prigioniero, oppresso, come lo ero io.”
“Eliana, l’ho sempre pensato: schiavo del lavoro, delle tasse, del sistema, delle ingiustizie, della prevaricazione…”
“Anche, ma io intendevo una prigionia diversa. All’inizio della guerra partimmo insieme da Aldebaran, e non eravamo confinati in un corpo fisico, ma potevamo generarlo vibrazionalmente, come hai visto fare a Max Vaunter. Grazie ad una struttura energetica pluridimensionale, potevi spostarti ovunque, assumendo la forma spazio temporale più idonea al piano vibrazionale scelto.”
“Deve essere una cosa bella, amore mio, ma continuo ad avere qualche difficoltà di comprensione, forse mi mancano le basi per passare l’esame.”
“Cercheremo di farti capire. Io sono la genetisa atomica Luvjan. Ho ideato nuovi processi di relazione fra il dna e le vibrazioni energetiche universali della terza dimensione. L’umanità sta subendo un’involuzione rapidissima, che rende precari gli equilibri del pianeta. Se la strategia degli impianti elettro neurali sarà completata ed attuata, gli uomini perderanno per sempre la loro coscienza”, spiegò la donna.
“Lo avevo intuito, se no perché avrei dovuto cambiare identità?! Sarò stupido ma non idiota!”
Eliana riprese: “L’ultima misurazione effettuata evidenza la presenza attorno alla Terra di una fascia impermeabile di pensiero collettivo a bassissima frequenza, che sta trascinando al parossismo il suo corpo mentale per attirare incarnazioni di esseri sempre più immondi.”
“Questo è complicato”, pensò Ted.
Eliana gli rispose: “Siamo in guerra, questo lo capisci?”
“Sì.”
Max Vaunter proseguì: “Allora, ascolta attentamente. Nell’universo esistono diverse razze, che milioni d’anni fa decisero di porre fine alla discordia creando la Confederazione delle Galassie.
Purtroppo i sauri tradirono il patto e scatenarono un’offensiva improvvisa nelle vibrazioni universali più dense, al limitare della quarta dimensione, per il controllo della Via Lattea.
Iniziò la guerra che continua ancora oggi, fra due schieramenti, da una parte Lyriani, Pleiadiani e abitanti d’Aldebaran. Dall’altra i grigi, o reticolanti di Alpha Reticuli IV e i dragoni. La loro base di partenza e la costellazione dell’Orsa Maggiore, che comprende il sistema solare di Alpha Draconis, o Stella di Set.” “Vogliono robotizzarci e renderci schiavi“, sintetizò Eliana.
“Eliana Lamanna, lo sapevo, sei una marziana, l’ho intuito fin dai tempi della scuola, quando mi parlavi con entusiasmo sfrenato di Giordano Bruno!”
“Io invece non lo sapevo. Ci sono voluti anni per accettare le mie facoltà percettive. Poi ho conosciuto, attraverso il pensiero telepatico, gli amici che mi hanno contattata.”
”Ma allora siete voi i disc jokey, quella camorra di suoni e voci che sento ogni giorno nella mia testa, da mesi e mesi, volevate farmi impazzire”, disse Ted.
“Certo, ma tu non stai attento e non ti curi minimamente delle percezioni interiori, hai bisogno di immagini nitide e precise… per questo abbiamo utilizzato il sogno lucido, in ogni caso sulla terra i nostri alleati hanno basi sotterranee ai poli, e provengono dai pianeti della costellazione della Lyra. Alcuni ruotano attorno a Vega, la stella bianca compresa fra Ercules e Cignus, che dista 26 anni luce dalla terra. Vicino a Vega, vivono i fratelli d’Ipsilon Lyrae. E' una stella quadrupla, nota con il nome di Doppia Doppia. E’ formata, infatti, da un coppia di stelle bianche di quinta magnitudine. Anche i pianeti d’altre stelle multiple sono abitati, come Beta, Delta e Zeta Lyrae”, spiegò Eliana.
“Tu ed Eliana, provenite da Aldebaran nella Costellazione del Toro”, continuò una nuova entità. Il vostro astro paterno è un gigante rosso, 40 volte più grande del sole terrestre. Una delle stelle più brillanti dell’emisfero nord.”
“Gli alleati delle Pleiadi”, riprese Max Vaunter, “sono i membri più fidati e attivi della Fratellanza Cosmica: spesso scendono sulla terra o s’incarnano volontariamente per aiutare l’umanità. Loro provengono dalle Pleiadi, ammasso stellare nella costellazione del Toro, a circa 500 anni luce da qui. Alcione, la più luminosa, è il fulcro di questa parte della galassia, intorno a cui orbitano il sole e la terra.
La luce della croce rilucente aveva offuscato quella del Sole, e bruciava agghiacciante, in entrambi gli emisferi della terra, di giorno e di notte. Prese a vibrare con una forza titanica. Un raggio di energia verde si unì a una potente quinta musicale e soffiò il cuore della Fiamma, come un impetuoso, caldo, vento solare, coprendo d'un manto l’intero pianeta.
La modificazione del campo vibrazionale restituì la terra alla quarta dimensione e iniziò ad agire sui codici genetici dell’umanità. Nessuna forma d’approvvigionamento energetico funzionava. I sistemi informatici erano al collasso, i motori si fermarono, le luci si spensero.
I continenti piombarono nell’oscurità. Soltanto le fonti naturali potevano essere impiegate per sopravvivere e combattere: fuoco, vento, vapore, idranti, polvere da sparo, spade, lance.
Ogni presuntuosa bagarre tra i potenti del mondo, fra le tribù avversarie dei dragoni, si fermò. I Sauri mutarono il loro aspetto tornando ad assumere le sembianze originali: si mostrarono agli umani in forme mostruose.
Dopo il primo sbigottimento, i comandanti degli eserciti, i capi delle nazioni, i leader delle multinazionali e i loro lacché si trovarono a fronteggiare linciaggi, ammutinamenti, uccisioni. Molti furono catturati dai loro ex subordinati. Non erano più invisibili, non erano più concetti astratti: banche, società, borse, consigli d’amministrazione, avevano nomi e corpi.
Era una situazione strategicamente incontrollabile. Quattordici milioni d’occupanti si accorsero della loro condizione di dispersi, su un territorio sterminato come quello della Terra. Si trovarono allo scoperto, circondati da miliardi d’esseri umani.
Milioni d'esseri umani impiantati con i microcip, caddero in stato confusionale: furono ricoverati in speciali unità dei Solari, ripuliti e riprogrammati alla libertà.
La resistenza umana uscì allo scoperto per coordinare le operazioni terrestri. I capi, dotati di cristallo mentale, sapevano di dover condurre azioni di guerriglia convenzionale, per uccidere o catturare uno per uno i Sauri.
La guerra era ormai una guerra di popolo. Si organizzarono nutriti corpi d’assalto e i centri del potere, sebbene svuotati provvisoriamente delle loro funzioni, caddero uno dopo l’altro nelle mani della resistenza: centrali atomiche, energetiche, informatiche, televisioni, radio, giornali, caserme, banche, fabbriche, centri direzionali… restavano solo le basi sotterranee fortificate, che avevano generatori indipendenti e sistemi difensivi d’emergenza, capaci di fronteggiare l’accerchiamento.
I Sauri passarono in pochi minuti dalla condizione d’occupanti a quella d’assediati. I dodici Re Dragoni, capeggiati dall’Anticristo, capostipiti delle famiglie che avevano dominato nell’ombra la storia umana, si nascosero nel ventre della terra.
Centoquarantaquattromila Solari, perfettamente organizzati, scesero con le loro astronavi bio plasmatiche schermate, nella piana di Meghiddo in Israele.
In possesso delle tecnologie militari più avanzate, si misero a disposizione dei terrestri per espugnare le fortezze dei Sauri. Come ai tempi di Mosè le case non segnate dal sangue geneticamente puro, sarebbero state spazzate da una nebbia di morte, che avrebbe ucciso le generazioni maledette dei giganti.
Anche i Dragoni sbarcarono con le loro astronavi a Meghiddo, con ottantamila vigilanti al comando di Semeyaza e degli ufficiali di biblica memoria: - I figli degli uomini aumentarono e nacquero loro ragazze belle. Gli angeli, figli del cielo, se ne innamorarono e dissero: "Venite, scegliamoci le amanti fra gli umani e generiamo.
Semeyaza, il loro capo, disse: "Ho paura che vogliate farlo irresponsabilmente per poi far pagare solo a me ogni colpa.” Ma tutti gli risposero: "Giuriamo che non recederemo dal proposito." Allora si impegnarono tutti. Questi sono i nomi più importanti dei duecento angeli, cioè i loro capi: Semeyaza, Urakibaramel, Akibeel, Tamiel, Ramuel, Danel, Ezeqeel, Suraquyal, Asael, Armers, Batraal, Anani, Zaqebe, Samsaweel, Sartael, Turel, Yomyael, Arazeyal.
Michael arringò l’esercito dei solari e degli umani. “Le Uphanishad mi annunciavano: - Kalki, il Signore dell’Universo, cavalcherà tra noi con ira, montando Devadatta, il suo veicolo di Luce, la fiammeggiante spada tra le mani. Galopperà, il Figlio di Dio su tutta la terra, mostrando le sue otto opulenze mistiche e i Suoi otto attributi speciali di Dio. In tutto il suo incomparabile fulgore galopperà, come la furia, giustiziando milioni di ladri che vestivano abiti di re.
Nell’Apocalisse di Giovanni così fui descritto: - Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; e Colui che lo cavalca si chiama il Fedele e il Verace; Egli giudica e combatte con giustizia... Era vestito di una veste tinta di sangue... Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuotere con essa le nazioni; ed Egli le reggerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ardente ira di Dio, l'Onnipotente... E vidi la bestia e i re della Terra e le loro armate adunate e pronte a dar battaglia a Colui che cavalcava il cavallo e all'esercito suo.
Dopo il rapimento degli eletti, dotati di cristallo mentale, come Ted Villata, la guerra notturna era durata tre giorni terrestri, tre giorni di caccia totale: i Sauri non sapevano usare il corpo astrale per spostarsi nelle dimensioni spazio temporali superiori. Al fine furono distrutti, uno ad uno con, la spada fiammeggiante. Il Figlio di Dio galoppando su tutta la terra, mostrava le sue otto opulenze mistiche e i Suoi otto attributi speciali.
In tutto il suo incomparabile fulgore aveva pervaso di luce super luminale la creazione, come la furia, giustiziando milioni di ladri che vestivano abiti di re. La privatizzazione e l'imperialismo economico erano finiti per sempre. Le ricchezze non erano più accentrate in poche mani.
La tremenda carneficina di Harmaghedon segnò la fine dell'Impero Celato e dell'Anticristo.
Dice, San Giovanni: "La bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto i miracoli davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Ambedue furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Il resto fu ucciso dalla spada che usciva dalla Sua bocca; e tutti gli uccelli si satollarono delle loro carni... e Satana fu sprofondato nell'abisso e legato per mille anni."
Eliana, concretandosi sul satellite Titano, rivide Ted Villata, sfinito, nella sua bianca tunica da combattimento.
Le prese la mano, per condurla sull'ampia veranda dell'ambasciata di Sirio. Una barriera li difendeva dalle potenti emanazioni mentali di Saturno.
Oltre la vetrata, ondeggiava un immenso deserto azzurro, costellato di scogli, atolli rocciosi e rupi lontane. Questa pianura è sempre velata da una coltre di metano fosforescente, verde mare. Respiri di pensiero collettivo variano lievemente la disposizione dei granelli di nevischio: signoreggia il silenzio assoluto. Appena sopra l'orizzonte, traspare fra le nubi la bionda sagoma di Saturno, coperta di sereni oceani d’idrogeno, guardati da quegli anelli, formati da frammenti di milioni di personalità esplose, che ruotano attorno all'asse astrale del pianeta per reintegrarsi.
Saturno è costituito essenzialmente da idrogeno e la sua densità media è un ottavo di quella terrestre. L'enorme peso dell'atmosfera fa sì che la pressione aumenti rapidamente, scendendo all'interno del pianeta, tanto da convertire lo stato dell'idrogeno da gassoso a liquido. Penetrando verso il centro, l'elemento si comprime ulteriormente, riducendosi allo stato metallico. Il nucleo super fisico del pianeta diviene quindi un potentissimo conduttore elettrico, che permette l'instaurarsi d’intense correnti responsabili dell'invincibile campo magnetico del pianeta. Al centro di Saturno i pensieri si solidificano, come monumenti karmici di metallo, e diventano pesantissimi. In tale condensazione attraggono onde energetiche di purificazione.
Eliana lo faceva rinascere nella gioia: finalmente, nel 2000 e oltre, la pace non era più utopia, anche se il percorso per raggiungere il silenzio interiore sarebbe stato ancora lungo. Non era tutto finito.
Nella seconda ronda il problema della consapevolezza spirituale stava diventando sempre più tragico.
"Eliana, convinciti, è impossibile salvare tutti i terrestri che conservano il codice genetico, anche in questa dimensione", sussurrò Ted.
"E' difficile ma possibile”, rispose lei.
“Dei sette pacchetti spazio-temporali proiettati dal Grande Spirito, abbiamo vinto la guerra e distrutto l’antico dragone solo nel primo ologramma.”
"E' vero, per questo dobbiamo intervenire."
"Si sta così bene vicino a Saturno…", disse Ted, non riuscendo a neutralizzare un'emozione. "...tutti stanno completando la propria salvezza e presto scompariranno gli anelli delle individualità frantumate; perché non ci riposiamo?! Bimba… mi faresti vibrare di piacere il corpo astrale?”
La ragazza lo guardò compassionevole, facendolo sentire un verme spaziale, poi sparì, e nei due emisferi terrestri della seconda ronda si accese il segno terribile. Per la prima volta l'uomo moderno poteva fissare lo sguardo sulla stella della giustizia, di giorno e di notte. La seconda guerra fra Orione e le Pleiadi per la salvezza di un'umanità ignara, era iniziata.
Ve lo assicuro: quel giorno è vicino!
“E tutte le nazioni saranno radunate davanti a lui, ma egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri..."
(Evangelo di San Matteo)