POESIA
Sigaretta alla menta
Scale mobili, su e giù, non godevano correndo, le sabbatiche tribù. Urtanti cadute di rime, in metro’ disperate, addentando un panino poetavan stonate, con gli occhi insolenti di zero dipinti, sbarrati e adoranti arrivismi sgargianti. Feroci viandanti, trafficanti di incubi, interne fratture di ritmo volute e costanti, stagnanti affilarsi di lame, già pronte a squartare le trame, decise a sgozzare il pollame, per grano, potere e liquame. Viceré in grisaglia e gilè, obesi lacchè nei caffè, putrefatta marea di bignè! Wap band e dual coupé, fra diete e fashion bebè tediose donnine tsè-tsè discinte sui canapè, odissee d’amore per tre roventi sì come un purè. Tonfar d’orchidee costanti, poetiche da scimpanzé! Poi ritmi insensati e sbiellati, riccastri cafoni e impiegati, così, mentre il Cielo ripara miliardi di fusi relè, la mia bocca ormai spenta assapora panorami di fumo alla menta. |