PSICOCANNIBALISMO
Ho conosciuto il Dottor Masai Mlaghai la scorsa estate al “Circolo delle Scienze” dove ho partecipato con interesse alla presentazione di una nuova scuola di psicanalisi. Sono sempre stata una persona aperta, interessata al funzionamento della mente umana, senza pregiudizi. Gli indiani d’America dicono, infatti: “Prima di giudicare la vita di un uomo cammina tre giorni nei suoi mocassini”.
Masai Mlaghai è un nero di nobile aspetto. Quella sera vestiva abiti classici, eleganti e calzava un fez di pelle di leopardo. Si esprimeva in italiano perfetto. Un pubblico numeroso lo attendeva in sala, per assistere alla |
conferenza sulle ultime scoperte della scienza psichica africana.
Entrò cantando, per rompere il ghiaccio: “Jumbo, oh oh, jumbo buana, abari gani, musuri sana… jumbo, oh oh, jumbo buana…
Gnama gnama a tutti dal vostro Masai Mlaghai, ordinario di psicocannibalismo all’Università di Karnassa. Io parlo perfettamente la vostra lingua, anche perché ne ho mangiate molte… fritte, in umido e in salmì. Non crediate che io faccia dell’umorismo, io parlo quale insigne studioso della psicologia del profondo e della psicanalisi. Io e Jung, Freud, Adler, Lacan, Miller siamo pappa e ciccia. Loro ciccia, io pappa, gnama, gnama.
Basta, dunque, con totem e tabù e riti vudù, veniamo al sodo. Il mio metodo di cura si basa su una grande scoperta pisco-gastronomica: la nevrosi dell’uomo non deriva né dagli impulsi d’affermazione atavici, né tanto meno dai problemi sessuali edipici, come non potere fare l’amore con mamma, papà, fratello, sorella, gallina, cavalla, bisonte e bambola gonfiabile! No! Scaturisce dal languore di stomaco. Noi siamo carnivori? Ebbene, il bambino piccolo, ma piccolo piccolo, sembra bramare il latte, ma no! Egli vuole mangiare le tette di mamma!
E in questa affermazione mi conforta Popper, che dichiara: “La psicoanalisi non è una scienza ma una disciplina che seduce, in ragione del suo apparente potere esplicativo: agisce come una conversione intellettuale, come una rivelazione che permette di scoprire una nuova verità, nascosta agli occhi dei non iniziati.”
Il bebé, sprovvisto di denti, s’incazza e piange. E’ chiaro? Gnama, gnama! Poi il piccolo cresce e dimentica, inizia ad accontentarsi di mordere parenti ed amichetti, prende tutti a calci per ammorbidire il menù. Lui agisce ormai per riflesso condizionato, senza alcuna coscienza e consapevolezza della sua vera natura. Questo è il peccato originale, inimitabile; l’unico peccato della carne, la vera perversione è l’impossibilità di… gnama, gnama?! Ne consegue che tutte le malattie mentali, nevrosi, isteria, psicosi, osteopiorrea, acolicosi, silicosi, culattonosi, psicomatosi, priapillismo, funghi sulla gobba troppo esposta a nord, sono problemi riconducibili alla fame, fame, fame, fame.”
Il grande luminare della scienza esatta, su quel punto si alterò, aprì la sua valigetta diplomatica e tirò fuori da una carta oleata un panino, da cui sporgevano le dita di una mano. Lo morse, masticò, poi sputò un anello.
”Ecco dimostrata la poca consapevolezza di questo signore, che si era sposato da poco, restando però fregato. L’anello non è d’oro!
Scusate l’interruzione da voracità ancestrale; Masai Mlaghai ora è sazio e riprende la conferenza: il mondo, chiaramente, si divide in mangiatori, mangiati e mangiabili.
Ridete perché sembra che io abbia scoperto l’acqua calda! Certo, ma più che calda deve essere portata ad almeno 100 gradi, per ottenere squisiti bolliti e meno problemi sociali ed economici. Troppa immigrazione, milioni d’obesi, disoccupazione galoppante? Sarebbe sufficiente che i nigeriani mangiassero le milanesi, ben impanate, anche se dopo sarebbero costretti a farsi fare una lavanda gastrica, per la carne troppo inquinata da smog e polveri sottilissime, anzi inesistenti!
Il mio metodo risolve alla radice anche le infedeltà matrimoniali, i penosi fidanzamenti, i rapporti in via d’estinzione: si fa l’amore ultima volta poi, invece di lasciarsi per sempre, lui mangia lei, o lei mangia lui, se l’uomo è cavaliere. Sembra un principio banale, ma è semplice ed applicabile in ogni caso! Meno carne, meno sofferenza; meno fame, meno malattie.
Potreste sostenere che nutrirsi di troppa carne provoca malattie di cuore e tumori. Innegabile, ma porca gnama gnama, e qui m’incavolo! Il Dottor Masai Mlaghai v’introduce ad un’alimentazione equilibrata. Non solo carne ed affettati di gambe e chiappe, no! Voi potreste nutrirvi anche d’ecologisti e vegetariani! Tutto studiato, tutto equilibrato in gnama gnama: volete praticare una vera dieta mediterranea? Mangiate un pizzaiolo di Napoli, con capperi e acciughe. Regime povero di grassi? Assumete muscoli d’ebreo avaro, che si nutra di solo pane azimo!
Avrei anche una soluzione per tranquillizzare gli uomini d’affari troppo feroci: che mangino solo integralisti islamici! Ma questa è un’altra storia, Masai Mlaghai non ha più tempo, deve occuparsi di un paziente dotato d’impulso di morte. Suicida insicuro! Lo ipnotizzerò per intimargli di cucinarsi, un pezzo per volta: mano sinistra in salmì, destra stufata, piede dolce fritto, collo alla coque!
Lo so quello che state pensando: sono soltanto un ciarlatano, uno stupido tiranno. Niente affatto, ogni terapia si espone al rischio di condizionare il paziente.
Charles Truax, psicologo dell’Università dell’Arkansas ha analizzato la trascrizione di molte sedute condotte da Carl Rogers.
Traux ha dimostrato che i terapeuti orientano abilmente l’evolversi dei discorsi manifesti ed interiori del paziente, anche quando si definiscono non direttivi, parlano poco e non sembrano essere coscienti della propria influenza, porca gnama, gnama e io invece parlo e dirigo, okay?! Anche perché uno strizza cervelli, ha sempre mille modi per essere imbecille, ma io scelgo sempre il migliore. Ad esempio, per vincere l’insonnia in un periodo di crisi, potreste comprare un quintale di lana di vetro per fare bottiglie e bicchieri all’uncinetto. A tavola servono sempre. Bisogna imparare ad essere “pazienti” e creativi: ormai nessuno sopporta più nessuno su questa porca maiala di Terra, anche mia mamma e mio papà, quando ero un bambino con un’anima cannibale repressa, mi sottoposero ad una prova che segnò per sempre la mia vita.
Suonarono al citofono della capanna; era un volontario di un’associazione benefica europea, senza fini di lucro, che salva i piccoli denutriti del terzo mondo ingrassando i conti correnti delle banche svizzere, grazie alle donazioni di milioni di citrulli: “Signora, volete dare qualcosa per la causa?”
“Certo, mio figlio!”
Dopo una settimana quelle anime pie si accorsero che mangiavo troppo, ed addentavo anche mani, piedi e cosce degli altri bambini pelle e ossa. Decisero così di spedire una lettera di ripudio a papà, con parcella e sostanziosa richiesta danni. Un vero e proprio riscatto, con tutte le modalità di pagamento. Ma mio padre aveva delle pessime abitudini in fatto di lettura. Si mette tranquillo sull’amaca, ne legge metà e si addormenta. Per fortuna il giorno dopo presta la lettera ad un zio in visita, che vuole qualcosa da leggere al gabinetto. Grazie a lui i miei genitori capiscono che l’adozione si è trasformata in rapimento.
La lettera precisa di mettere una bella cifra in un albero cavo a due chilometri dal nostro villaggio. Ricattando parenti e conoscenti, papà riesce a tirare su il denaro, però si becca un’ernia pazzesca nel portare l’albero a due chilometri dalla capanna. La polizia paramilitare lo sorprende con l’albero in spalle e vuole denunciarlo al WWF, o se prefesice impiccarlo senza processo alla stessa pianta, ma lui spiega tutto. Le Toyota del dittatore di turno arrivano in forze, con mitragliatori e cannoni pronti a fare la tradizionale strage di cristiani.
Iniziano le trattative di fronte all’ingresso della missione: “Mandate fuori il bambino, buttate le armi e uscite con le mani alzate!”
I benefattori: “Buttateci un secondo bambino, mandateci le vostre armi e venite dentro con le mani abbassate!”
“No! Date le armi al bambino e fatelo uscire con le mani in alto!”
“Se preparate una macchina vuota, con il motore acceso ve lo buttiamo, ma ci teniamo le armi e ce ne andiamo alle Maldive, che siamo anche un po' in ritardo e abbiamo maturato già un mese di ferie!”
“Le nostre macchine sono tutte senza benzina. Per ciò tenetevi il marmocchio, buttateci le armi e state dentro come cazzo volete!”
Ma la trovata geniale l’ebbe il babbo: “Ascoltate! Le armi le prendo io in cambio di mio figlio!!”
”Sei pazzo! Le armi costano, il bambino non vale niente! Ve lo buttiamo! Oooop!”
Mi prende papà al volo e mi lancia subito indietro: “Tenetevelo vi prego! Ma datemi almeno tre milioni in biglietti di piccolo taglio!”
Quelli della Onlus, piangendo, tentano un ultimo lancio lungo! La partita dura ore. Alla fine cado nel bidone della spazzatura. Siamo tutti molto stanchi, così i miei tornano a casa felici, convinti di non essersi mai sposati e di non aver messo al mondo un figlio. I benefattori e i poliziotti mercenari vanno al bar a farsi un paio di birre. Ed io?
Svegliandomi al mattino nell’immondizia pensai, ormai ho accettato la nascita e la morte, ma è quello che sta in mezzo che mi preoccupa.
Caro pubblico di non vedenti, non udenti, non senzienti... Lacan diceva a voce alta quello che si mormorava tra gli iniziati: - La nostra professione è una truffa, un inganno per stupire la gente, impressionarla con parolone, illuderla, quello che normalmente è detto bluff."
Amici miei, eticamente la pratica della psicanalisi è indifendibile; proprio come la professione del prestigitatore, dell'illusionista, e io ho deciso di non farne una malattia, perché so di avere un Super-io trasformista, come tutti gli esseri umani.
Freud ha fallito il colpo; ormai il mondo se ne infischia della psicanalisi, e presto prevarrà lo psicocannibalismo, che è anche più igienico, parola del Dottor Masai Mlaghai!
Entrò cantando, per rompere il ghiaccio: “Jumbo, oh oh, jumbo buana, abari gani, musuri sana… jumbo, oh oh, jumbo buana…
Gnama gnama a tutti dal vostro Masai Mlaghai, ordinario di psicocannibalismo all’Università di Karnassa. Io parlo perfettamente la vostra lingua, anche perché ne ho mangiate molte… fritte, in umido e in salmì. Non crediate che io faccia dell’umorismo, io parlo quale insigne studioso della psicologia del profondo e della psicanalisi. Io e Jung, Freud, Adler, Lacan, Miller siamo pappa e ciccia. Loro ciccia, io pappa, gnama, gnama.
Basta, dunque, con totem e tabù e riti vudù, veniamo al sodo. Il mio metodo di cura si basa su una grande scoperta pisco-gastronomica: la nevrosi dell’uomo non deriva né dagli impulsi d’affermazione atavici, né tanto meno dai problemi sessuali edipici, come non potere fare l’amore con mamma, papà, fratello, sorella, gallina, cavalla, bisonte e bambola gonfiabile! No! Scaturisce dal languore di stomaco. Noi siamo carnivori? Ebbene, il bambino piccolo, ma piccolo piccolo, sembra bramare il latte, ma no! Egli vuole mangiare le tette di mamma!
E in questa affermazione mi conforta Popper, che dichiara: “La psicoanalisi non è una scienza ma una disciplina che seduce, in ragione del suo apparente potere esplicativo: agisce come una conversione intellettuale, come una rivelazione che permette di scoprire una nuova verità, nascosta agli occhi dei non iniziati.”
Il bebé, sprovvisto di denti, s’incazza e piange. E’ chiaro? Gnama, gnama! Poi il piccolo cresce e dimentica, inizia ad accontentarsi di mordere parenti ed amichetti, prende tutti a calci per ammorbidire il menù. Lui agisce ormai per riflesso condizionato, senza alcuna coscienza e consapevolezza della sua vera natura. Questo è il peccato originale, inimitabile; l’unico peccato della carne, la vera perversione è l’impossibilità di… gnama, gnama?! Ne consegue che tutte le malattie mentali, nevrosi, isteria, psicosi, osteopiorrea, acolicosi, silicosi, culattonosi, psicomatosi, priapillismo, funghi sulla gobba troppo esposta a nord, sono problemi riconducibili alla fame, fame, fame, fame.”
Il grande luminare della scienza esatta, su quel punto si alterò, aprì la sua valigetta diplomatica e tirò fuori da una carta oleata un panino, da cui sporgevano le dita di una mano. Lo morse, masticò, poi sputò un anello.
”Ecco dimostrata la poca consapevolezza di questo signore, che si era sposato da poco, restando però fregato. L’anello non è d’oro!
Scusate l’interruzione da voracità ancestrale; Masai Mlaghai ora è sazio e riprende la conferenza: il mondo, chiaramente, si divide in mangiatori, mangiati e mangiabili.
Ridete perché sembra che io abbia scoperto l’acqua calda! Certo, ma più che calda deve essere portata ad almeno 100 gradi, per ottenere squisiti bolliti e meno problemi sociali ed economici. Troppa immigrazione, milioni d’obesi, disoccupazione galoppante? Sarebbe sufficiente che i nigeriani mangiassero le milanesi, ben impanate, anche se dopo sarebbero costretti a farsi fare una lavanda gastrica, per la carne troppo inquinata da smog e polveri sottilissime, anzi inesistenti!
Il mio metodo risolve alla radice anche le infedeltà matrimoniali, i penosi fidanzamenti, i rapporti in via d’estinzione: si fa l’amore ultima volta poi, invece di lasciarsi per sempre, lui mangia lei, o lei mangia lui, se l’uomo è cavaliere. Sembra un principio banale, ma è semplice ed applicabile in ogni caso! Meno carne, meno sofferenza; meno fame, meno malattie.
Potreste sostenere che nutrirsi di troppa carne provoca malattie di cuore e tumori. Innegabile, ma porca gnama gnama, e qui m’incavolo! Il Dottor Masai Mlaghai v’introduce ad un’alimentazione equilibrata. Non solo carne ed affettati di gambe e chiappe, no! Voi potreste nutrirvi anche d’ecologisti e vegetariani! Tutto studiato, tutto equilibrato in gnama gnama: volete praticare una vera dieta mediterranea? Mangiate un pizzaiolo di Napoli, con capperi e acciughe. Regime povero di grassi? Assumete muscoli d’ebreo avaro, che si nutra di solo pane azimo!
Avrei anche una soluzione per tranquillizzare gli uomini d’affari troppo feroci: che mangino solo integralisti islamici! Ma questa è un’altra storia, Masai Mlaghai non ha più tempo, deve occuparsi di un paziente dotato d’impulso di morte. Suicida insicuro! Lo ipnotizzerò per intimargli di cucinarsi, un pezzo per volta: mano sinistra in salmì, destra stufata, piede dolce fritto, collo alla coque!
Lo so quello che state pensando: sono soltanto un ciarlatano, uno stupido tiranno. Niente affatto, ogni terapia si espone al rischio di condizionare il paziente.
Charles Truax, psicologo dell’Università dell’Arkansas ha analizzato la trascrizione di molte sedute condotte da Carl Rogers.
Traux ha dimostrato che i terapeuti orientano abilmente l’evolversi dei discorsi manifesti ed interiori del paziente, anche quando si definiscono non direttivi, parlano poco e non sembrano essere coscienti della propria influenza, porca gnama, gnama e io invece parlo e dirigo, okay?! Anche perché uno strizza cervelli, ha sempre mille modi per essere imbecille, ma io scelgo sempre il migliore. Ad esempio, per vincere l’insonnia in un periodo di crisi, potreste comprare un quintale di lana di vetro per fare bottiglie e bicchieri all’uncinetto. A tavola servono sempre. Bisogna imparare ad essere “pazienti” e creativi: ormai nessuno sopporta più nessuno su questa porca maiala di Terra, anche mia mamma e mio papà, quando ero un bambino con un’anima cannibale repressa, mi sottoposero ad una prova che segnò per sempre la mia vita.
Suonarono al citofono della capanna; era un volontario di un’associazione benefica europea, senza fini di lucro, che salva i piccoli denutriti del terzo mondo ingrassando i conti correnti delle banche svizzere, grazie alle donazioni di milioni di citrulli: “Signora, volete dare qualcosa per la causa?”
“Certo, mio figlio!”
Dopo una settimana quelle anime pie si accorsero che mangiavo troppo, ed addentavo anche mani, piedi e cosce degli altri bambini pelle e ossa. Decisero così di spedire una lettera di ripudio a papà, con parcella e sostanziosa richiesta danni. Un vero e proprio riscatto, con tutte le modalità di pagamento. Ma mio padre aveva delle pessime abitudini in fatto di lettura. Si mette tranquillo sull’amaca, ne legge metà e si addormenta. Per fortuna il giorno dopo presta la lettera ad un zio in visita, che vuole qualcosa da leggere al gabinetto. Grazie a lui i miei genitori capiscono che l’adozione si è trasformata in rapimento.
La lettera precisa di mettere una bella cifra in un albero cavo a due chilometri dal nostro villaggio. Ricattando parenti e conoscenti, papà riesce a tirare su il denaro, però si becca un’ernia pazzesca nel portare l’albero a due chilometri dalla capanna. La polizia paramilitare lo sorprende con l’albero in spalle e vuole denunciarlo al WWF, o se prefesice impiccarlo senza processo alla stessa pianta, ma lui spiega tutto. Le Toyota del dittatore di turno arrivano in forze, con mitragliatori e cannoni pronti a fare la tradizionale strage di cristiani.
Iniziano le trattative di fronte all’ingresso della missione: “Mandate fuori il bambino, buttate le armi e uscite con le mani alzate!”
I benefattori: “Buttateci un secondo bambino, mandateci le vostre armi e venite dentro con le mani abbassate!”
“No! Date le armi al bambino e fatelo uscire con le mani in alto!”
“Se preparate una macchina vuota, con il motore acceso ve lo buttiamo, ma ci teniamo le armi e ce ne andiamo alle Maldive, che siamo anche un po' in ritardo e abbiamo maturato già un mese di ferie!”
“Le nostre macchine sono tutte senza benzina. Per ciò tenetevi il marmocchio, buttateci le armi e state dentro come cazzo volete!”
Ma la trovata geniale l’ebbe il babbo: “Ascoltate! Le armi le prendo io in cambio di mio figlio!!”
”Sei pazzo! Le armi costano, il bambino non vale niente! Ve lo buttiamo! Oooop!”
Mi prende papà al volo e mi lancia subito indietro: “Tenetevelo vi prego! Ma datemi almeno tre milioni in biglietti di piccolo taglio!”
Quelli della Onlus, piangendo, tentano un ultimo lancio lungo! La partita dura ore. Alla fine cado nel bidone della spazzatura. Siamo tutti molto stanchi, così i miei tornano a casa felici, convinti di non essersi mai sposati e di non aver messo al mondo un figlio. I benefattori e i poliziotti mercenari vanno al bar a farsi un paio di birre. Ed io?
Svegliandomi al mattino nell’immondizia pensai, ormai ho accettato la nascita e la morte, ma è quello che sta in mezzo che mi preoccupa.
Caro pubblico di non vedenti, non udenti, non senzienti... Lacan diceva a voce alta quello che si mormorava tra gli iniziati: - La nostra professione è una truffa, un inganno per stupire la gente, impressionarla con parolone, illuderla, quello che normalmente è detto bluff."
Amici miei, eticamente la pratica della psicanalisi è indifendibile; proprio come la professione del prestigitatore, dell'illusionista, e io ho deciso di non farne una malattia, perché so di avere un Super-io trasformista, come tutti gli esseri umani.
Freud ha fallito il colpo; ormai il mondo se ne infischia della psicanalisi, e presto prevarrà lo psicocannibalismo, che è anche più igienico, parola del Dottor Masai Mlaghai!