Lo chiamano Angelo
Scala dirupi a mani nude, a piedi scalzi vola sui baratri, scorge le orme di Dio, intuisce un cammino, ma ancora non vede. Temerario, segue una traccia, cieco tra i ciechi trasvola le cime dei mondi, e canta e piange. Lo chiamano Angelo, senza patria s’affatica, poi esanime dorme, mollemente adagiato sul nulla. |