POESIA
E liberaci dal male
Ti dici custode, eppure ti chiamo e avverto soltanto silenzi infinti. Mi illudo sperando, da secoli e ore, e insulto il deserto che arido insegna a vagare nel nulla. Bestemmie d’amore gridate a quel nome che ancor non si vede! Eresie di zelo, sopite nel petto, cercando nel cuore, il Dio che sono. No, nulla, si vede su questo orizzonte di nebbie e dolori di mari in tempesta per carni sfinite dal male illusorio, e Tu non ci vuoi liberare. Oh Angelo bello, ti han confinato in un mondo sperduto gli aguzzini del karma che dettano leggi infondate all’umano sognare? I signori che bloccano i mondi s’ingrassan di verdi armonie, assedian vilolenti la pace ci nutron di schemi bugiardi, suadenti teorie e mitiche infamie. Assaggiano il nostro travaglio per le cose create, e promettono luce ma dopo il dolore. Mi dicono i savi, ti ama, e solo il tuo bene Egli vuole, è tutto perfetto! Allora, dov’è il paradiso d’azzurro e di rosa dipinto, la vita promessa, il patto del Regno, che chiedo e pretendo per tutti e per me? E’ lì, a portata di mano. Allora, la mano io tendo portandola in fronte, proteggo i miei occhi dal muro di luce accecante del sole più nero ed oscuro... No, nulla, si vede su questo orizzonte di nebbie e dolori di mari in tempesta per carni sfinite dal male illusorio, da cui Tu ci puoi liberare! |