Francis Bacon
Francis Bacon divenne pittore a causa di un problema psicologico, una sorta di frustrazione tipografica. A sedici anni, con una segreta passione nel cuore, si trasferisce da Dublino a Londra e inizia a mettere una valanga di inserzioni sul Time.
Passano i mesi ma nessuno risponde; in lui si fa strada una delusione mista a stupore. Il testo, infatti, è allettante e ben formulato: ASPIRANTE SERIAL KILLER, AFFETTO INGUARIBILE TIMIDEZZA, CERCA SUICIDI ENERGICI DISPOSTI A COLLABORARE. Tra il 1929 ed il 1930, forse a causa di una terribile indigestione |
di pudding, orribile gelatina che gli resterà sempre dentro, inizia a dipingere. Quella prima indigestione gli regalerà una rarissima malattia, devastante per la psiche: la budinite melliflua.Per questo il suo cervello inizia a navigare in un mare melmoso, e nei momenti di estro gli cola dalle orecchie succo di ratafià d’amarene.
Si racconta che la sua prima modella fosse una ragazzina scalza e lacera dei bassifondi londinesi. Un esserino inquieto che non stava fermo un attimo: perciò i quadri gli vennero sempre mossi. Non era certo quello lo stile che si proponeva di trovare, e se ne doleva molto andando su tutte le furie. Gridava Jenny: - Smettila di correre! Finiscila di girare in tondo se no t’inchiodo anche l’altro piede!
Nel ’44 i “Tre studi di figure per la base di una crocifissione” sconcertano il pubblico per le mostruose figure. Ed egli commenta: - Non c’è tensione in un quadro se non esiste lotta, e da questa lotta l’uomo non può che uscirne sfigurato…
Non si sentiva capito, si lamentava con gli amici: - Mi prendono in giro, mi temono, dicono che sono una specie di lupo mannaro… scusatemi, è tardi, è meglio che mi pettini la faccia ed esca.
Per approfondire la sua spietata analisi sulla condizione umana sino all’atrocità e raccogliere materiale vivo, viaggiò in incognito.
Ho reperito da un rigattiere un documento d’importanza storica: si tratta di una cartolina postale spedita dal Vietnam alla sua fidanzata, splendida ragazza di nome Ugo. Dice: “Qui tutto bene, non essere gelosa ma con i marine mi diverto molto. Passiamo il tempo libero facendo i puzzle, io raccolgo le orecchie.
Ecco il motivo per cui la critica più accreditata afferma che le radici culturali di Francis Bacon affondano nella settecentesca Estetica del Sublime, quella della rivoluzione francese e della ghigliottina, caratterizzata da una decisa carica espressionistica. Un profumo rancido di morte, lo stesso che oggi si può sentire aspirando forte in prossimità delle ascelle di un promotore finanziario.
Questo olezzo ha esercitato un grande influsso sui pittori contemporanei, soprattutto sugli esponenti della cosiddetta “Nuova Figurazione”, che godono nello stare sempre al centro dell’attenzione, tanto che quando vanno a un funerale vorrebbero essere il morto.
Si racconta che la sua prima modella fosse una ragazzina scalza e lacera dei bassifondi londinesi. Un esserino inquieto che non stava fermo un attimo: perciò i quadri gli vennero sempre mossi. Non era certo quello lo stile che si proponeva di trovare, e se ne doleva molto andando su tutte le furie. Gridava Jenny: - Smettila di correre! Finiscila di girare in tondo se no t’inchiodo anche l’altro piede!
Nel ’44 i “Tre studi di figure per la base di una crocifissione” sconcertano il pubblico per le mostruose figure. Ed egli commenta: - Non c’è tensione in un quadro se non esiste lotta, e da questa lotta l’uomo non può che uscirne sfigurato…
Non si sentiva capito, si lamentava con gli amici: - Mi prendono in giro, mi temono, dicono che sono una specie di lupo mannaro… scusatemi, è tardi, è meglio che mi pettini la faccia ed esca.
Per approfondire la sua spietata analisi sulla condizione umana sino all’atrocità e raccogliere materiale vivo, viaggiò in incognito.
Ho reperito da un rigattiere un documento d’importanza storica: si tratta di una cartolina postale spedita dal Vietnam alla sua fidanzata, splendida ragazza di nome Ugo. Dice: “Qui tutto bene, non essere gelosa ma con i marine mi diverto molto. Passiamo il tempo libero facendo i puzzle, io raccolgo le orecchie.
Ecco il motivo per cui la critica più accreditata afferma che le radici culturali di Francis Bacon affondano nella settecentesca Estetica del Sublime, quella della rivoluzione francese e della ghigliottina, caratterizzata da una decisa carica espressionistica. Un profumo rancido di morte, lo stesso che oggi si può sentire aspirando forte in prossimità delle ascelle di un promotore finanziario.
Questo olezzo ha esercitato un grande influsso sui pittori contemporanei, soprattutto sugli esponenti della cosiddetta “Nuova Figurazione”, che godono nello stare sempre al centro dell’attenzione, tanto che quando vanno a un funerale vorrebbero essere il morto.